Entro aprile 2021 gli Stati membri dovranno decidere se mantenere per tutto l’anno l’ora solare o l’ora legale. Con ogni probabilità l’Italia adotterà la seconda soluzione, visti i vantaggi economici e ambientali che l’ora legale comporta per il nostro Paese. A livello europeo sono probabili situazioni di cambio d’orario con il varcare delle frontiere.
Eleonora Giovannini
Dalle ore 03.00 di oggi 25 ottobre 2020, come consuetudine da 40 anni nell’ultima domenica di ottobre, è tornata l’ora solare con il conseguente arretramenti di un’ora degli orologi.
Questo ritorno potrebbe essere l’ultimo, dal momento che l’ora solare avrà effetto fino a domenica 28 marzo 2021, allorché le lancette torneranno a spostarsi in avanti. Poi, entro il successivo mese l’Italia, come tutti gli altri Paesi membri dell’UE, dovrà decidere se mantenere stabilmente l’ora legale o l’ora solare.
La decisione da prendere è conseguenza della proposta di Direttiva presentata dalla Commissione UE il 12 settembre 2018 per porre fine ai cambiamenti stagionali dell’ora, lasciando ai Governi nazionali la decisione di mantenere permanentemente l’ora solare o quella “legale”.
La Commissione UE aveva proposto la Direttiva dopo che una Consultazione, conclusasi il 16 agosto 2018, aveva visto la più alta partecipazione mai registrata su una consultazione europea (4,6 milioni), con una schiacciante maggioranza (84%) di favorevoli all’abolizione del cambio dell’ora semestrale.
Sull’opportunità di indire la consultazione c’erano state polemiche, ma era stata una precedente risoluzione del Parlamento europeo adottata l’8 febbraio 2018 ed approvata con 353 a favore e 184 contrari, che aveva invitato la Commissione “a condurre una valutazione approfondita” della Direttiva 2000/84/CE che dal 2001 disciplina il passaggio 2 volte l’anno tra ora legale e ora solare, e “se necessario a formulare una proposta di revisione, […] considerando che numerosi studi scientifici, tra cui lo studio dei Servizi di ricerca del Parlamento europeo, dell’ottobre 2017, non sono riusciti a giungere a conclusioni definitive, ma hanno segnalato l’esistenza di effetti negativi sulla salute umana […] che è fondamentale mantenere un regime orario uniforme a livello dell’UE anche una volta interrotto il cambiamento semestrale dell’ora […]”.
Un altro motivo di polemica era stata la massiccia partecipazione dei cittadini tedeschi e del nord Europa a determinare il risultato della Consultazione In particolare, c’erano stati malumori sull’esito della consultazione da parte di esponenti del Governo italiano, dal momento che il nostro Paese è nettamente favorevole al mantenimento dell’ora legale, come peraltro dimostrato dall’esito della votazione del 26 marzo 2019, con il massiccio voto contrario degli europarlamentari italiani (solo 7 hanno votato a favore) alla risoluzione approvata.
C’è da osservare, tuttavia, che in occasione della Consultazione gli italiani hanno avuto la più bassa percentuale di partecipazione rispetto alla popolazione residente, migliore solo a quella dei britannici i quali dopo il risultato della Brexit si erano sentiti già fuori dal contesto normativo europeo.
a Commissione europea ha dunque deliberato che spetta ai singoli Paesi, entro il 2021, scegliere quale fuso orario adottare. L’ultimo cambio di ora per quelli che decideranno di mantenere in modo permanente l’ora legale (come ad esempio la Francia) avverrà quindi l’ultima domenica di marzo del 2021, mentre per gli stati membri che preferiscono mantenere l’ora solare (come probabilmente Finlandia e Polonia), gli orologi cambieranno per l’ultima volta nell’ultima domenica di ottobre dello stesso anno. La Commissione ha pertanto analizzato gli elementi di prova disponibili che sottolineano l’importanza di disporre di norme armonizzate in questo settore per garantire un corretto funzionamento del mercato interno.
La decisione finale spetta ora al Consiglio e al Parlamento europei che dovranno decidere. Mentre il Parlamento ha adottato la sua posizione , sostenendo l’interruzione dei cambi stagionali dell’orologio entro il 2021, il Consiglio non ha ancora finalizzato la sua posizione.
L’ultimo cambio di ora per quelli che decideranno di mantenere in modo permanente l’ora legale (come ha già fatto la Francia attraverso una consultazione popolare) avverrà, pertanto, nell’ultima domenica di marzo del 2021, mentre per gli stati membri che manterranno l’ora solare gli orologi cambieranno per l’ultima volta nell’ultima domenica di ottobre dello stesso anno.
L’Italia non ha ancora assunto una posizione ufficiale, ma quasi sicuramente deciderà di mantenere l’ora legale per tutto l’anno, assieme agli altri Paesi dell’Europa meridionale, anche se si verrebbe a creare una situazione a macchia di leopardo di fusi orari, con cambi di orario al varcare di alcune frontiere.
I vantaggi economici e ambientali per l’Italia con il mantenimento dell’ora legale sono considerevoli. Terna, la società che gestisce la rete elettrica nazionale ha diffuso nei giorni scorsi i dati su quanto l’ora legale ha fatto risparmiare all’Italia in termini in energia elettrica.
“Nei 7 mesi di ora legale l’Italia ha risparmiato complessivamente 400 milioni di kilowattora di elettricità, pari al consumo medio annuo di circa 150 mila famiglie, con un beneficio economico per il sistema di 66 milioni di euro – si legge nel comunicato – Impatti positivi anche in termini di sostenibilità ambientale, con 205 mila tonnellate in meno di CO2 immesse in atmosfera”.