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Neanderthal: la sua variante di geni responsabile delle forme gravi di Covid

Uno Studio condotto da ricercatori di paleogenetica ha scoperto che una variante genetica del cromosoma 3, che abbiamo ereditato dai Neanderthal vissuti 60.000 anni fa, riesce oggi ad influenzare le forme più gravi di Covid-19.

Dalla sua prima comparsa a dicembre 2019, il nuovo coronavirus SARS-CoV-2 ha avuto impatti diversi su coloro che infetta con alcune persone che si ammalano gravemente di COVID-19, la malattia causata dal virus, e necessitano di ricovero in ospedale, mentre altre hanno sintomi lievi o sono addirittura asintomatiche.

Ci sono diversi fattori che influenzano la suscettibilità di una persona ad avere una reazione grave, come l’età e la sussistenza di varie patologie. Ma anche la propria genetica gioca un ruolo e le ricerche condotte COVID-19 Host Genetics Initiative, il progetto internazionale in corso che copre oltre 50 centri di sequenziamento e centinaia di ospedali e centri di ricerca in tutto il mondo, con l’obiettivo di identificare i fattori genetici e immunologici che possono spiegare il verificarsi di forme gravi di Covid-19, ha dimostrato che geni localizzati in una regione del cromosoma 3 determinano un rischio maggiore che i loro portatori sviluppino una forma grave della patologia.

Ora, lo StudioThe major genetic risk factor for severe COVID-19 is inherited from Neanderthals”, accettato e pubblicato come manoscritto su Nature Research in attesa di revisione, rivela che questa variazione genetica è quasi identica a quella di un ominide di Neanderthal vissuto 50.000-60.000 anni nell’Europa meridionale (Croazia). Ulteriori analisi hanno dimostrato che attraverso l’incrocio con i Denisoviani asiatici, le varianti sono presenti nel DNA di circa metà degli esseri umani che vivono nell’Asia meridionale e del 16% degli europei.

È sorprendente – ha dichiarato il co-autore dello studio, il Professor Svante Pääbo, Direttore del Max Planck Institute for Evolutionary Anthropology e alla guida dell’Unità di genomica evolutiva umana presso l’Istituto di scienza e tecnologia dell’Università di Okinawa (OIST), considerato uno dei fondatori della Paleogeneticache il patrimonio genetico dei Neanderthal abbia conseguenze così tragiche durante l’attuale pandemia”.

I cromosomi sono piccole strutture che si trovano nel nucleo delle cellule e trasportano il materiale genetico di un organismo. Sono accoppiati e vengono ereditati da ciascun genitore. Gli esseri umani hanno 23 di queste coppie, pertanto 46 ​​cromosomi trasportano la totalità del nostro DNA, milioni e milioni di coppie di basi. E sebbene la stragrande maggioranza sia la stessa tra le persone, si verificano delle mutazioni e le variazioni persistono a livello del DNA.

La regione genetica identificata è molto lunga, in quanto comprende 49,4 mila paia di basi e le varianti che impongono un rischio più elevato di COVID-19 grave sono fortemente collegate, un elemento questo che indicherebbe che la sequenza sia stata introdotta insieme alle 23 coppie di cromosomi ovvero che sia stata ereditata.

Pääbo e il suo collega al Max Planck Institute for Evolutionary Anthropology Hugo Zeberg, autore principale dello Studio, hanno scoperto che queste varianti erano presenti negli uomini Neanderthal dell’Europa meridionale, mentre sono state rintracciate in soli due Neanderthaliani della Siberia e sono risultate assenti nei Denisovani, il che fa supporre che sono state ereditate da quando gli ominidi di Neanderthal e Denisova si sono incrociati.

Il Professor Zeberg ha spiegato che coloro che sono portatori di queste varianti neanderthaliane hanno il rischio fino a 3 volte maggiore di aver bisogno di ventilazione meccanica.
Ovviamente, fattori come età e altre malattie in corso influenzano anche la severità con cui si è colpiti dal virus, ma tra i fattori genetici, questo è il più forte“.

Non è ancora noto il motivo per cui la regione del gene di Neanderthal sia correlata al rischio di ammalarsi gravemente: “Questo è qualcosa su cui noi, insieme ad altri ricercatori, stiamo indagando il più rapidamente possibile”: ha affermato il Professor Pääbo che ha tenuto il 14 ottobre 2020 un seminario web sponsorizzato dalla Fondazione OIST, da titolo “The Neanderthals In Us: Hoe Neanderthals Genes Influence Us Today”. .

I ricercatori sospettano che in passato questi varianti genetiche abbiano costituito una protezione in occasione di altri virus, ma che contro il nuovo coronavirus si siano rivelati uno svantaggio.

Le varianti genetiche sono quasi completamente assenti in Africa ed hanno l’incidenza più alta in Bangladesh.

Questo spiegherebbe anche il motivo per cui queste variazioni del cromosoma 3 sia prevalente in Bangladesh dove è presente nel 63% della popolazione, e quasi assente nel continente africano.

Questa distribuzione potrebbe anche spiegare il motivo per cui la popolazione originaria del Bangladesh che vive nel Regno Unito ha il doppio del rischio di morire di Covid-19 rispetto alla popolazione di etnia britannica bianca, secondo il reportDisparities in the risk and outcomes of COVID-19” del Public Health England dello scorso agosto.

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