Demografia Società

Matrimoni precoci: uccidono più di 60 bambine e ragazze al giorno

In occasione della Giornata internazionale delle bambine e delle ragazze, Save the Children ha diffuso un Rapporto in cui si evidenzia che, nonostante nell’ultimo decennio i matrimoni precoci siano diminuiti del 15%, la pandemia di Covid-19, accentuando le disuguaglianze, rischia di compromettere il conseguimento dell’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile 5.3 di eliminare al 2030 “il matrimonio delle bambine, forzato e combinato”.

Ogni anno più di 22.000 bambine e ragazze muoiono durante gravidanze e parti che sono il risultato di matrimoni precoci, ovvero circa 60 ogni giorno

Sono le stime contenute nel RapportoGlobal Girlhood Report 2021. Girl’s Right in Crisis”, che Save the Children, l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini a rischio e garantire loro un futuro, ha pubblicato in occasione della Giornata Internazionale delle Bambine e delle Ragazze (International Day of the Girl), adottata https://undocs.org/A/RES/66/170 il 19 dicembre 2011 dall’Assemblea delle Nazioni Unite, che si celebra ogni anno l’11 ottobre per focalizzare l’attenzione sulla necessità di affrontare le sfide che le ragazze devono affrontare e di promuovere l’empowerment delle ragazze e il rispetto dei loro diritti umani.

Nel Rapporto si chiede ai Governi di supportare bambine e ragazze, garantendo loro il diritto di partecipare in modo sicuro e significativo a tutte le decisioni pubbliche; affrontare i possibili rischi della violenza di genere, inclusi i matrimoni precoci. Secondo l’Organizzazione, i diritti delle bambine e delle ragazze e l’uguaglianza di genere devono essere al centro della risposta al Covid-19 e a quella umanitaria, anche attraverso politiche di sviluppo e maggiori sforzi per garantire i diritti di tutte le bambine e le ragazze, anche le più discriminate sulla base di genere, razza, disabilità, situazione economica, ecc, sviluppando politiche e programmi inclusivi.

Inoltre, l’Organizzazione ha esortato i governi a garantire la partecipazione sicura e senza restrizioni del personale umanitario femminile in tutte le fasi della risposta umanitaria, dalla valutazione dei bisogni e dalla progettazione all’implementazione, al monitoraggio, ecc, e ad unirsi al movimento Generation Equality per realizzare il Global Acceleration Plan for Gender Equality con l’obiettivo di prevenire 9 milioni di matrimoni precoci entro i prossimi 5 anni.

Il tasso più alto al mondo di matrimoni precoci si registra in Africa centrale e occidentale dove si contano 26 decessi al giorno legati ai matrimoni precoci. In quest’area ci sono quasi la metà (9.600) dei decessi totali annui legati ai matrimoni precoci a livello globale e il tasso di mortalità tra le madri adolescenti è quattro volte superiore a quello di qualsiasi altra parte del mondo. In Asia meridionale ogni anno si contano 2.000 decessi legati ai matrimoni infantili (6 al giorno), seguita poi dall’area dell’Asia orientale e del Pacifico con 650 morti annue (2 al giorno) e dall’America Latina e dai Caraibi con 560 decessi (quasi 2 al giorno).

Sebbene negli ultimi 25 anni siano stati evitati quasi 80 milioni di matrimoni precoci a livello globale, i progressi si erano fermati già prima della pandemia di Covid-19, che ha solo contribuito a peggiorare le disuguaglianze, principale causa dei matrimoni precoci. Difatti, durante i lockdown prolungati, è aumentato il rischio di violenze per bambine, ragazze e donne a causa della chiusura delle scuole, dei servizi sanitari sotto pressione o chiusi e della maggiore povertà delle famiglie.

Fonte: UNICEF

L’ultimo Rapporto dell’UNICEF Towards Ending Child Marriage Global trends and profiles of progress”, pubblicato qualche giorno prima, prevede che entro il 2030 altri 10 milioni di ragazze saranno costrette a sposarsi precocemente e di conseguenza aumenterà per loro anche il rischio di morire, nonostante che nell’ultimo decennio, la proporzione di giovani donne a livello globale che si sono sposate da bambine è diminuita del 15%.

I matrimoni infantili sono una delle forme peggiori e mortali di violenza sessuale e di genere contro bambine e ragazze ha dichiarato Inger Ashing, CEO di Save the Children International – Il parto è la prima causa di morte per le ragazze adolescenti perché i loro giovani corpi non sono pronti. Ogni anno, milioni di giovani sono costrette a sposarsi con uomini spesso molto più anziani che rubano loro l’infanzia, l’opportunità di studiare e in molti casi anche la vita”.

In molte comunità nigeriane, sottolinea Save the Children in un altro report dedicato alla situazione in Nigeria, c’è la diffusa convinzione che i bambini nati da giovani madri siano più sani e intelligenti e che le ragazze più giovani possano “rinfrescare” gli uomini più anziani con il loro “sangue più giovane”.

Anche nei Paesi in cui i matrimoni precoci sono illegali le eccezioni sono comuni e la pratica è ancora diffusa, come in Burkina Faso, Paese che ha uno dei più alti tassi al mondo di matrimoni precoci, come denuncia la testimonianza di Viviane, una ragazza che a 12 anni è stata costretta a sposare un uomo di 54 che aveva già 4 mogli, al quale era stata promessa in sposa fin dalla nascita.

La comunità internazionale, adottando l’Agenda ONU sullo Sviluppo Sostenibile, si è di fatto impegnata a porre fine entro il 2030 alla pratica del matrimonio precoce, secondo il target 3 – SDG 5: “Eliminare tutte le pratiche nocive, come il matrimonio delle bambine, forzato e combinato, e le mutilazioni dei genitali femminili”.

Il Covid-19 rischia di compromettere anche i risultati fin qui conseguiti, anche perché il conseguimento dell’Obiettivo 5 “Parità di genere”, dipende dai progressi in altri settori, in particolare l’istruzione, l’occupazione e la riduzione della povertà.

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