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Jesi: una tradizione industriale da riqualificare in chiave green

Jesi una tradizione industriale da riqualificare in chiave green

L’assessore Napolitano e l’impegno dell’Amministrazione in favore della sostenibilità.

Con i suoi 40.000 abitanti e una storia che si perde nei secoli, Jesi è una cittadina di importante tradizione industriale, tanto da essere stata nominata sin dalla fine dell’Ottocento, la “Milano delle Marche”.
È uno dei centri più attivi della Regione Marche ed è la terza maggiore città della provincia di Ancona, dopo il Capoluogo e Senigallia.
Abbiamo intervistato l’Assessore alle politiche ambientali, Cinzia Napolitano, per conoscere in modo più approfondito le tematiche legate all’ambiente e i progetti che l’Amministrazione comunale intende avviare per rendere Jesi una cittadina sostenibile.

Assessore, ci faccia una panoramica sulle problematiche e le prospettive ambientali di questa Amministrazione.
Per la prima volta quest’anno abbiamo approvato in Consiglio comunale il Regolamento per la riduzione delle polveri sottili, nel quale abbiamo inserito una serie di provvedimenti e misure con l’obiettivo di migliorare la qualità dell’aria.
Inoltre, abbiamo lanciato un censimento dedicato alle attività di ristorazione e di panificazione che utilizzano dispositivi di combustione a biomassa, perché vorremmo monitorare il numero di queste attività, il tipo di dispositivi di abbattimento di polveri che utilizzano, in modo da predisporre una strategia contributiva per finanziare tali attività affinché possano dotarsi di filtri antiparticolato. Peraltro dallo Studio sulle polveri sottili della Regione Marche risulta che metà dell’incidenza dell’inquinamento atmosferico è dovuto a impianti di riscaldamento come stufe e camini.

Com’è la qualità dell’aria a Jesi?
Nel 2012 ci sono stati 53 superamenti del limite imposto dalla normativa vigente. In inverno si raggiunge il picco massimo di superamenti, in quanto al traffico veicolare si aggiunge il riscaldamento domestico. A parità di calore emesso, un camino a legna tradizionale inquina come 2.500 caldaie a gas, quindi è di notevole importanza riuscire ad agire su questo tipo di impianti. Ad esempio, quest’anno abbiamo abbassato la temperatura ambiente degli edifici da 20° a 19°.
Ognuno può contribuire nel suo piccolo a ridurre l’inquinamento, usando meno l’automobile o il camino, perché le azioni del singolo incidono sulla qualità dell’aria, sulla vivibilità di tutto il territorio e sulla salute di tutti i cittadini.

In qualità di amministratrice, a suo avviso, qual è il livello di attenzione dei cittadini su queste problematiche?
Sebbene siano presenti sul territorio diversi comitati per la tutela ambientale e un circolo di Legambiente, tanti cittadini ancora sono poco sensibili alle tematiche relative alla sostenibilità.

Per risolvere tale questione avete attivato dei percorsi di educazione ambientale?
Non ancora. Abbiamo appena cominciato… Sicuramente ci attiveremo per la gestione sostenibile degli impianti di riscaldamento degli edifici.
Inoltre, abbiamo un Centro di Educazione Ambientale, dove si realizzano progetti per le scuole.

Cosa sta facendo l’Amministrazione per risolvere l’impatto del traffico veicolare?
Abbiamo emesso un’ordinanza per il blocco del traffico per due giorni a settimana, lunedì e venerdì, per i veicoli più inquinanti.

Cambiamo argomento. Quali sono i vostri progetti per favorire lo sviluppo di energie rinnovabili?
Abbiamo aperto un bando per mettere a disposizione la copertura dei tetti degli edifici pubblici e dei parcheggi comunali con i pannelli fotovoltaici.

Perché non intervenite sui privati, attraverso dei finanziamenti per la “solarizzazione” dei tetti delle aziende della Zona industriale ZIPA?
Purtroppo siamo in un periodo di pesanti ristrettezze economiche. I contributi che arrivavano dallo Stato centrale si sono ridotti di 20 milioni di euro in questi ultimi anni, quindi per adesso non riusciamo ad intervenire sui privati.

Com’è la situazione per ciò che concerne la gestione dei rifiuti?
In una zona considerevole della città è presente la raccolta porta a porta e in un’altra zona è presente la raccolta di prossimità. Dai dati di Jesi Servizi, la quota di raccolta differenziata ha raggiunto il 63%, ma in base alle normative vigenti dobbiamo raggiungere il 65%, quindi dobbiamo ancora lavorarci su. Poiché in certe zone sono ancora presenti i cassonetti, i cittadini sono ancora troppo disincentivati ad una corretta differenziazione dei rifiuti.

Lanci un messaggio in favore dell’ambiente.
L’ambiente è un bene comune e ognuno nel suo piccolo deve contribuire ad essere più responsabile e ad avere comportamenti sostenibili.

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