Cambiamenti climatici Clima

Record di caldo più frequenti e più rari quelli di freddo in Italia

Uno Studio condotto da ricercatori italiani ha evidenziato che il numero di nuovi record di caldo in Italia  ha superato abbondantemente quelli attesi in un regime di clima costante, con più intense e frequenti ondate di calore e un progressivo calo dei record di freddo, al di fuori della variabilità climatica naturale.

È stato pubblicato sull’International Journal of Climatology, una rivista di pubblicazioni scientifiche peer-reviewed nel campo della climatologia, che viene edita per conto della Royal Meteorological Society britannica, lo StudioNew records of montly temperature extremes as a signal of climate change”, condotto da ricercatori italiani che rivela come il numero di nuovi record di caldo e di freddo in Italia non segua più l’andamento di un clima costante, bensì ad un nuovo comportamento che deve essere correlato ai cambiamenti climatici.

Come confermano i dati, il nostro Paese si sta riscaldando in termini di temperature medie annuali.  Ma, mentre l’aumento della temperatura media è statisticamente significativo e inequivocabile, non sappiamo se il comportamento degli eventi estremi sia un altro segnale dei cambiamenti in corso o se sia ancora compatibile con un andamento climatico costante.

Per dare una risposta affidabile i ricercatori hanno analizzato con una metodica innovativa i dati di 54 stazioni italiane nel periodo 1961-2016, estraendo le informazioni della variabilità di temperatura nel ventennio 1961-1980.

È interessante analizzare l’andamento dei record storici, cioè degli eventi di temperature mai registrate prima sulle stazioni meteorologiche italiane durante il periodo di misura”,  ha spiegato Antonello Pasini, ricercatore dell’Istituto sull’inquinamento atmosferico del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Iia), coautore dello studio condotto insieme a Stefano Amendola, dottorando in fisica dell’Università di Roma Tre e a Filippo Maimone e Vinicio Pelino  del Centro Nazionale di Meteorologia e Climatologia Aeronautica (CNMCA).

Utilizzando il metodo Monte Carlo, una tecnica numerica probabilistica, il ricercatori hanno simulato il numero mensile di record di caldo e freddo che si sarebbero avuti dal 1981 in poi se non fossero cambiate le condizioni di temperatura e variabilità.

Una volta confrontati questi andamenti con i dati osservati realmente abbiamo trovato che, specialmente in estate, il numero di nuovi record di caldo ha superato abbondantemente quelli attesi in un regime di clima costante e abbiamo avuto lunghe ondate di calore, più frequenti e più intense– ha proseguito Pasini – La frequenza dei nuovi record di freddo va invece calando, specie dagli anni ’90. In molti mesi non possiamo più calcolare i tempi di ritorno di questi eventi utilizzando la teoria statistica consolidata e siamo in presenza di una nuova legge di comportamento di questi eventi estremi e di una netta deriva climatica, ben al di là della variabilità naturale del clima italiano. In particolare, dobbiamo aspettarci tempi di ritorno molto più brevi per i record di caldo e un po’ più lunghi per quelli di freddo”.

 

 

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