Malattie e cure Salute

Istat: impatto della pandemia di Covid-19 sulla mortalità totale

Il Rapporto dell’Istat, redatto congiuntamente con l’ISS, rileva che nell’anno 2020 il totale dei decessi per il complesso delle cause è stato il più alto mai registrato nel nostro Paese dal secondo dopoguerra: 746.146 decessi, 100.526 decessi in più rispetto alla media 2015-2019 (15,6% di eccesso).

Nel giorno in cui l’ultimo monitoraggio settimanale (relativo al periodo tra il 22 e il 28 febbraio 2021) della Cabina di regia (ISS-Ministero Salute) segnala una “netta accelerazione dell’epidemia”, con una previsione di un ulteriore peggioramento, e un indice di contagio Rt medio nazionale che si attesta a 1,06, superando quota 1 dopo 7 settimane, l’Istituto  nazionale di statistica (Istat) ha pubblicato il 5 marzo 2021 il quinto Rapporto che attesta come nel 2020 il totale dei decessi per il complesso delle cause è stato il più alto mai registrato nel nostro Paese dal secondo dopoguerra.

Il Rapporto, prodotto congiuntamente con l’ISS, presenta un’analisi della mortalità dell’anno 2020 per il complesso dei decessi e per il sottoinsieme dei soggetti positivi al Covid-19 deceduti, e fa il punto, inoltre sulle principali caratteristiche dell’epidemia e i loro effetti sulla mortalità totale, distinguendo tra la prima (febbraio-maggio 2020) e la seconda (ottobre-dicembre 2020) ondata epidemica.

Contestualmente vengono diffusi dall’Istat i dati sui decessi giornalieri per tutti i comuni aggiornati fino al mese di dicembre 2020. La base dati di mortalità giornaliera, che l’Istat ha reso disponibile per il monitoraggio tempestivo dei decessi, è consolidata a distanza di 45 giorni rispetto alla data di evento mediante l’integrazione delle notifiche di cancellazione per decesso di fonte anagrafica (ANPR e comuni) con i dati sui deceduti risultanti all’Anagrafe tributaria.

Nel Report, inoltre, viene fornita una stima anticipatoria a livello regionale, a soli 15 giorni di ritardo data, relativamente ai decessi per il complesso delle cause avvenuti nel mese di gennaio 2021.

Tra marzo e dicembre 2020 si sono registrati 108.178 decessi in più rispetto alla media dello stesso periodo degli anni 2015-2019. Dall’inizio dell’epidemia e fino al 31 dicembre 2020 l’incidenza dei decessi Covid-19 sulla mortalità per il complesso delle cause per ripartizione tra aree geografiche è stata del 14,5% al Nord, del 6,8% al Centro e del 5,2% nel Mezzogiorno.

Tassi di incidenza cumulata (per 100.000 abitanti) di casi Covid-19 diagnosticati in Italia ed eccesso di mortalità totale rispetto alla media dei decessi 2015-2019 (valori percentuali) nel complesso dell’anno 2020 (Fonte: Istat. Base dati integrata mortalità giornaliera comunale, Iss registro sorveglianza Covid-19).

Il Report fa, inoltre, il punto sulle principali caratteristiche dell’epidemia e i loro effetti sulla mortalità totale, distinguendo tra la prima e la seconda ondata epidemica.

La regione Lombardia segna un +111,8% di morti durante la prima ondata, mentre nella altre regioni del Nord l’incremento è compreso tra il 42% e il 47%; solamente il Veneto e il Friuli Venezia Giulia hanno un eccesso di decessi più contenuto (+19,4% e +9,0%).
Al Centro si evidenzia le Marche (+27,7%), regione che si distingue rispetto all’incremento medio (+8,1%).

Diverso l’andamento della mortalità nella seconda ondata. In alcune regioni l’eccesso di mortalità dell’ultimo trimestre del 2020 supera quello della prima ondata Covid: in Valle d’Aosta (+63,7% rispetto al +42,6% di marzo-maggio), in Piemonte (+53% rispetto al +47,5%), in Veneto (+44,4% rispetto al 19,4%), in Friuli Venezia Giulia (+45,6% a fronte del +9,0%), nella Provincia autonoma di Trento (65,4% contro il precedente 53,1%).

Al contrario, l’eccesso di mortalità ottobre-dicembre sulla media dello stesso periodo per 2015-2019, è più basso di quello della prima ondata in Lombardia (+37,1% contro al +111,8%), Emilia-Romagna (+25,4% sul +43,6%), Liguria (+33,9 contro +42,2%) e nella Provincia autonoma di Bolzano (+39,1% rispetto a +45,4%).

Guardando alle classi di età, il contributo più rilevante all’eccesso dei decessi dell’anno 2020, rispetto alla media degli anni 2015-2019, è dovuto all’incremento delle morti della popolazione con 80 anni e più che spiega il 76,3% dell’eccesso di mortalità complessivo; in totale sono decedute nel 2020 486.255 persone di 80 anni e oltre (76.708 in più rispetto al quinquennio precedente). L’incremento della mortalità nella classe di età 65-79 anni spiega un altro 20% dell’eccesso di decessi dell’anno 2020; in termini assoluti l’incremento per questa classe di età, rispetto al dato medio degli anni 2015-2019, è di oltre 20 mila decessi (per un totale di 184.708 morti nel 2020).

Eurostat, a sua volta, lo scorso febbraio ha rilasciato il report sulle morti in eccesso in UE nel periodo marzo-novembre 2020, rispetto allo stesso intervallo del periodo 2016-2019 (+450mila).  Secondo Eurostat, in Italia il tasso di mortalità è aumentato di quasi il 50% in primavera e a novembre 2020, con i livelli massimi in marzo (più 49,4%), aprile (41%) e novembre (49,5%).

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