Demografia Società

Istat: meno nati e più decessi ovunque meno che a Bolzano

Il Bilancio Demografico Nazionale 2019, pubblicato dall’Istat, conferma il trend negativo iniziato dal 2015,con un nuovo minimo storico di nascite e un lieve aumento dei decessi, con l’eccezione della Provincia autonoma di Bolzano. La recessione demografica è dovuta ai cittadini italiani, mentre quella residente straniera continua ad aumentare, anche se con tassi di incremento che si stanno affievolendo.

L’Istat ha pubblicato oggi (13 luglio 2020) il Bilancio Demografico Nazionale 2019 che evidenzia come il declino avviatosi nel 2015 si confermi, con una riduzione di quasi 189 mila unità  rispetto all’inizio dell’anno.

Al 31 dicembre 2019 la popolazione residente risulta pari a 60.244.639 unità (-0,3% sul 2018), a causa di un nuovo minimo storico di nascite dall’Unità d’Italia (-4,5%), un lieve aumento dei decessi e più cancellazioni anagrafiche per l’estero.

Anche il numero di cittadini stranieri che arrivano nel nostro Paese è in calo (-8,6%), mentre aumenta l’emigrazione degli italiani (+8,1%). Va considerato che, tra gli italiani che trasferiscono all’estero la loro residenza, una quota è da imputare ai cittadini in precedenza stranieri che, una volta acquisita la cittadinanza italiana, decidono di emigrare in Paesi terzi o di fare ritorno nel luogo di origine. Una tendenza che negli ultimi anni sta acquistando sempre più consistenza: nel 2018, le emigrazioni di questi “nuovi” italiani ammontavano a circa 35 mila (30% degli espatri, +6% rispetto al 2017.

Il calo delle nascite è dovuto alla progressiva riduzione della popolazione italiana in età feconda, costituita da generazioni sempre meno numerose alla nascita – a causa della denatalità osservata a partire dalla seconda metà degli anni Settanta – non più incrementate dall’ingresso di consistenti contingenti di giovani immigrati.

Il tasso di natalità del complesso della popolazione residente è pari al 7,0 per mille. Il primato è detenuto dalla provincia autonoma di Bolzano (9,9 per mille) mentre i valori più bassi si rilevano in Liguria (5,7 per mille) e in Sardegna (5,4 per mille).

Negli ultimi anni – spiega sempre l’Istat – si assiste anche a una progressiva diminuzione del numero di stranieri nati in Italia, così che il contributo all’incremento delle nascite fornito dalle donne straniere, registrato a partire dagli anni duemila, sta di anno in anno riducendosi. Nel 2019 il numero di stranieri nati in Italia è pari a 62.944 (il 15% del totale dei nati), con un calo di 2.500 unità rispetto al 2018 (-3,8%). Il peso percentuale delle nascite di bambini stranieri sul totale dei nati è maggiore nelle regioni dove la presenza straniera è più diffusa e radicata: nel Nord-ovest (21,1%) e nel Nord-est (21,2%). Un quarto dei nati in Emilia-Romagna è straniero (25,0%), in Sardegna solo il 4,3%.

Nel 2019 i decessi sono stati 634 mila, con un aumento, rispetto al 2018, più contenuto (appena 1.300 in più). L’aumento del numero di decessi si registra in quasi tutte le ripartizioni, con un incremento più consistente nelle Isole (+1,7%). Solo il Nord-ovest registra una lieve diminuzione (-0,7%). Il maggior numero di decessi coinvolge le donne (52,1%), con un rapporto di 108,9 ogni 100 uomini, e solo l’1,2% riguarda cittadini stranieri.

Il tasso di crescita naturale, che si attesta a -3,6 per mille a livello nazionale, varia dal +1,5 per mille di Bolzano al -8,1 per mille della Liguria. Anche Friuli-Venezia Giulia, Piemonte e Molise presentano livelli del saldo naturale particolarmente accentuati, superiori al -5,5 per mille. Il tasso di mortalità pari a 10,5 per mille, varia da un minimo di 8,4 per mille nella provincia autonoma di Bolzano a un massimo di 13,8 in Liguria ed è legato alla struttura per età della popolazione.

Al 31 dicembre 2019 si contano in Italia 194 differenti cittadinanze, quasi 50 con almeno 10 mila residenti. La graduatoria delle prime cinque cittadinanze resta stabile nel tempo, con le cittadinanze romena (1 milione 208 mila), albanese (441 mila), marocchina (432 mila), cinese (305 mila) e ucraina (240 mila) a rappresentare da sole quasi il 50% del totale degli stranieri residenti. La distribuzione per sesso delle prime 10 cittadinanze registra differenze tra uomini e donne. Mentre le prime tre cittadinanze più numerose si confermano nei primi posti per entrambi i sessi (romena, albanese e marocchina), a partire dal quarto posto si rilevano differenze nella composizione con l’emergere dei cinesi per il genere maschile (6,0%) e delle ucraine per quello femminile (6,8%

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