Economia e finanza Società

IPSF: una piattaforma globale per la finanza sostenibile

Lanciata dalla Commissione UE, la IPSF si concentrerà su iniziative sostenibili dal punto di vista ambientale, in particolare nei settori delle tassonomie, delle informazioni, degli standard e delle etichette, che sono fondamentali per gli investitori per identificare e cogliere le opportunità di investimento verde in tutto il mondo.

Affrontare la sfida climatica presuppone la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio per la quale saranno necessari ingenti investimenti pubblici e quelli provenienti dal settore privato. Entro il 2030 migliaia di miliardi di dollari dovranno essere in infrastrutture sostenibili se si vuole rispettare l’impegno dell’Accordo di Parigi di limitare l’aumento del riscaldamento globale.

Molte autorità nazionali si sono già mosse per assistere i rispettivi Paesi nel necessario percorso di transizione, ma le azioni a livello locale non sono saranno in grado di dare una risposta adeguata senza una maggiore cooperazione internazionale che coordini gli sforzi per potenziare la finanza sostenibile e promuovere l’integrazione dei mercati dei prodotti finanziari verdi su scala globale.

A tal fine, l’UE ha lanciato il 18 ottobre 2019 a New York presso la sede del Fondo Monetario Internazionale (FMI) alla presenza della neo-Presidente Kristalina Georgieva la Piattaforma internazionale sulla finanza sostenibile (IPSF) che “fungerà da forum per facilitare gli scambi e, ove pertinente, coordinare gli sforzi su iniziative e approcci alla finanza ecologicamente sostenibile, nel rispetto dei contesti nazionali e regionali – ha dichiarato Valdis Dombrovskis,Commissario UE per la stabilità finanziaria, i servizi finanziari e il mercato unico dei capitali, che in novembre nella nuova Commissione van der Leyen assumerà la doppia carica di Vicepresidente coordinatore delle attività per un’economia al servizio delle persone e Commissario per i Servizi finanziari – Si concentrerà su iniziative sostenibili dal punto di vista ambientale, in particolare nei settori delle tassonomie, delle informazioni, degli standard e delle etichette, che sono fondamentali per gli investitori per identificare e cogliere le opportunità di investimento verde in tutto il mondo”.

Attualmente, i membri dell’IPSF sono, oltre l’Unione europea, le autorità pubbliche incaricate di sviluppare politiche e iniziative di finanziamento sostenibile di Argentina, Canada, Cile, Cina, India, Kenya e Marocco. Come osservatori ne fanno parte: “Coalizione dei Ministri delle finanze per l’azione per il clima”, costituitasi nel 2018 per iniziativa dei Paesi del nord Europa per promuovere azioni di pertinenza nazionali sul clima, a cui l’Italia ha aderito solo di recente dopo l’insediamento del nuovo Governo; Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS); Banca europea per gli investimenti (BEI); Organizzazione internazionale delle commissioni sui valori mobiliari (IOSCO); Rete per rendere più ecologico il sistema finanziario (NGFS); Organizzazione per la cooperazione economica (ECO);  Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente e la Finanza (UNEP FI) per un’attività bancaria responsabile, a cui ha aderito lo scorso settembre, in occasione del Vertice sul Clima di New York, l’ABI (Associazione Bancaria Italia).

Come evidenziato nella Dichiarazione finale, a livello operativo l’IPSF perseguirà 3 obiettivi:
– scambiare e diffondere informazioni per promuovere le migliori pratiche in materia di finanziamento ecologicamente sostenibile;
– confrontare le diverse iniziative e identificare le barriere e le opportunità per contribuire a rafforzare la finanza ecologicamente sostenibile a livello internazionale;
– nel rispetto dei contesti nazionali e regionali, rafforzare il coordinamento internazionale ove appropriato su questioni finanziarie sostenibili dal punto di vista ambientale

Secondo quanto apparso su EurActiv, Agenzia solitamente ben informata su quanto non trapela ufficialmente da Bruxelles, ci sarebbe stato uno scontro all’interno della BEI nella sua ultima riunione in merito alla proposta attuativa del Piano d’azione per il finanziamento alla crescita sostenibile, adottato dalla Commissione UE l’anno scorso.  

La BEI vorrebbe una tolleranza zero nei confronti degli investimenti per i combustibili fossili, sostenuta da Paesi come Francia, Spagna e Regno Unito,mentre Germania, Paesi dell’est-Europa e la stessa Commissione UE uscente osteggerebbero questa posizione intransigente, con Italia che si sarebbe egualmente mostrata piuttosto scettica sulla proposta della BEI, pensando evidentemente che i co-finanziamenti dell’UE per i gasdotti siano a rischio.

Tant’è che la decisione in merito è stata rinviata a novembre, ma a quel punto la nuova Commissione  della Presidente Ursula van der Leyen che nel suo programma di orientamenti politici, presentato al Parlamento europeo in occasione della sua candidatura, dove ha indicato nel Green New Deal la priorità del nuovo esecutivo, con l’obiettivo di rendere l’Europa il primo continente neutrale dal punto di vista climatico, di garantire una giusta transizione e di andare verso un inquinamento zero, non dovrebbe opporsi agli orientamenti della BEI che sono in linea con le politiche annunciate.

Staremo a vedere. Come abbiamo già ricordato e continueremo a riproporre ogni volta che ci pare di cogliere delle contraddizioni tra gli annunci politici e le azioni attuative: “It’s not easy been green”, cantava la rana Kermit nel Mappets Show.

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