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Commissione UE: la Presidente ha presentato la squadra

Se si esclude l’olandese Timmermans (Green New Deal e Azione per il Clima), tutti gli altri Commissari dell’Agenda ambientale sono dell’est-Europa, di Paesi che negli ultimi anni hanno dimostrato di essere poco entusiasti delle politiche climatiche della Commissione.

La Presidente Ursula von der Leyen ha presentato il 10 settembre 2019 la squadra dei 26 Commissari europei (13 uomini e altrettante donne) che dovranno affiancarla per i prossimi 5 anni e che rispecchieranno, come recita il comunicato, “le priorità e le ambizioni delineate negli orientamenti politici che sono valsi alla Presidente eletta la fiducia del Parlamento europeo”.

Il nuovo collegio avrà 8 Vicepresidenti, tra i quali l’Alto rappresentante dell’Unione per la Politica estera e la politica di sicurezza, ruolo che è stato ricoperto nella Commissione Juncker da Federica Mogherini. Di questi, 3 Vicepresidenti esecutivi avranno una doppia funzione: saranno nel contempo Commissari e Vicepresidenti responsabili di uno dei tre temi centrali dell’agenda della Presidente eletta:
Frans Timmermans (Paesi Bassi) coordinerà le attività per il Green Deal europeo e gestirà, inoltre, la politica di Azione per il clima.
“Voglio che il Green Deal europeo diventi l’elemento distintivo dell’Europa – ha dichiarato la von der Leyen – Il suo fulcro è il nostro impegno a diventare il primo continente al mondo a impatto climatico zero. Si tratta anche di un imperativo economico a lungo termine: chi saprà agire per primo e più rapidamente sarà in grado di cogliere le opportunità offerte dalla transizione ecologica. Voglio che l’Europa sia all’avanguardia. Voglio un’Europa esportatrice di conoscenze, tecnologie e buone pratiche”.

Margrethe Vestager (Danimarca) coordinerà l’intera agenda per un’Europa pronta per l’era digitale e sarà Commissaria per la Concorrenza.
La digitalizzazione ha un enorme impatto sul nostro modo di vivere, lavorare e comunicare – ha sottolineato la neo-Presidente della Commissione UE – In alcuni settori l’Europa deve recuperare – ad esempio nei rapporti commerciali tra imprese e consumatori – mentre in altri siamo all’avanguardia, ad esempio nel business-to-business. Dobbiamo far sì che il nostro mercato unico sia preparato per l’era digitale, sfruttando al meglio l’intelligenza artificiale e i big data e migliorando la cibersicurezza e dobbiamo impegnarci a fondo per la nostra sovranità tecnologica”. 

Valdis Dombrovskis (Lettonia) coordinerà le attività per un’economia al servizio delle persone e sarà Commissario per i Servizi finanziari.

“Abbiamo un’economia sociale di mercato unica, che è all’origine della nostra prosperità e della nostra equità sociale – ha ribadito la von der Leyen – La sua importanza è ancora maggiore ora che ci troviamo di fronte a una duplice transizione: climatica e digitale. Valdis Dombrovskis guiderà le attività volte a far convergere l’aspetto sociale e il mercato nella nostra economia“.

All’Italia è andato un portafoglio di “peso”, quello dell’Economia, per il quale è stato designato l’ex-Primo Ministro Paolo Gentiloni.

“Sarà una Commissione concreta: più fatti e meno parole – ha sottolineato Ursula von der Leyen-  Abbiamo una struttura incentrata sulle azioni e non sulle gerarchie. Dobbiamo essere capaci di raggiungere i risultati che contano rapidamente e con determinazione“.

Se si esclude il Commissario Timmermans, candidato alla Presidenza della Commissione UE e bocciato per l’opposizione, oltre che dell’Italia, dei Paesi dell’Est Europa, in particolare di Polonia e Ungheria nei confronti delle quali, in qualità di Commissario UE per la migliore legislazione, le relazioni interistituzionali, lo stato di diritto e la carta dei diritti fondamentali durante la Presidenza Juncker, non aveva esitato ad accusarle di aver indebolito lo stato di diritto e ad avviare nei loro confronti  la procedura che sanziona i Paesi membri ritenuti in contrasto con i valori fondanti dell’Unione, tutti gli altri Commissari per le politiche “ambientali” sono proprio dell’Est Europa, di quei Paesi che si sono dimostrati poco inclini alle politiche climatiche della Commissione UE.

Lo scorso giugno nell’ultimo Consiglio UE, non si è riusciti a sbloccare la Strategia a lungo termine “Un Pianeta pulito per tutti”, adottata nel novembre 2018 dalla Commissione UE alla vigilia della COP24, per la contrarietà di Polonia, Repubblica Ceca, Ungheria ed Estonia ad un obiettivo legale per la neutralità climatica al 2050.

Ebbene ecco gli altri Commissari UE “ambientali”:
Kadri Simson (Estonia) responsabile del portafoglio “Energia“;

Virginijus Sinkevičius (Lituania), responsabile di “Ambiente e oceani“;
Janusz Wojciechowski (Polonia) si occuperà del portafoglio “Agricoltura”;
Rovana Plumb (Romania) sarà incaricata del portafoglio “Trasporti“.

Ora le Commissioni parlamentari procederanno, per competenza, alle audizioni dei Commissari designati, come previsto dal regolamento interno del Parlamento europeo, che possono essere considerate degli esami. Nel 2004 ci fu il caso della bocciatura del Commissario proposto dalla Presidenza Rocco Buttiglione, e anche più recentemente nel 2014 è toccato alla slovena Alenka Bratusek, candidata all’energia, sostituita dopo essere stata giudicata inidonea dalla competente Commissione parlamentare, costringendo il Presidente della Commissione ad un rimpasto.

Sarà difficile che ora possano insorgere complicazioni, visto che il Parlamento europeo dovrà approvare l’intero collegio dei Commissari, compreso l’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza e Vicepresidente della Commissione europea, e che per la risicata elezione della Presidente von der Leyen sono intervenuti compromessi con i Paesi del gruppo di Visegrád, con le conseguenti cambiali messe ora all’incasso.

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