Un’analisi condotta dall’Associazione italiana medici per l’ambiente (ISDE Italia), in collaborazione con l’Osservatorio mobilità urbana sostenibile, rivela che nei primi 3 mesi del 2025 le situazioni di criticità per l’inquinamento atmosferico da polveri sottili (PM10 e PM2.5) sono sostanzialmente concentrate ancora nella Pianura Padana, mentre per il biossido di azoto (NO2) valori elevati sono stati rilevati anche in molte città del Sud.
Nell’ambito del Progetto Nazionale “Salute e Inquinamento atmosferico”, in collaborazione con l’Osservatorio Mobilità Urbana Sostenibile, promosso da promosso da Clean Cities Campaign e Kyoto Club, ISDE Italia (Associazione Italiana Medici per l’Ambiente) da gennaio 2025 hanno iniziato a rilevare mensilmente i dati diffusi dalle stazioni di monitoraggio della qualità dell’aria gestite dalle ARPA/APPA che fanno parte del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA), in molte città italiane, per quanto riguarda le medie giornaliere relative alle Polveri sottili (PM10 e PM2.5), al Biossido di azoto (NO2) e all’Ozono (O3), quest’ultimo solamente nel periodo estivo quando presenta tipicamente valori più elevati, inquinanti per i quali le Linee Guida OMS del 2021 e la nuova Direttiva UE sulla qualità dell’aria-ambiente individuano specifici limiti da non superare.
L’inquinamento atmosferico è il principale rischio ambientale per la salute pubblica in Europa e in Italia, in quanto responsabile dell’aumento di patologie respiratorie, cardiovascolari, metaboliche, neurologiche, oltre ad avere effetti negativi sulla salute riproduttiva e sullo sviluppo infantile.
Secondo l’OMS, ogni anno nel mondo oltre 7 milioni di persone muoiono prematuramente a causa dell’aria inquinata, mentre l’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA) stima che solo nel nostro Paese l’esposizione agli inquinanti atmosferici provochi decine di migliaia di decessi prematuri all’anno.
Le polveri sottili sono originate da varie fonti di inquinamento (impianti di riscaldamento, attività industriali, traffico, ecc), mentre il biossido di azoto è strettamente connesso alle emissioni del trasporto stradale alimentato dai combustibili fossili.
I dati relativi al primo trimestre 2025 mostrano molte situazioni assai preoccupanti:
– per le polveri sottili le criticità sono sostanzialmente concentrate nella Pianura Padana;
– per quanto riguarda il biossido di azoto valori elevati sono stati rilevati anche in molte città del Sud, dove evidentemente pesano i problemi relativi alla mobilità. Un contributo significativo nelle città portuali è dato anche dal trasporto navale.
Sono esaminati mensilmente i dati relativi a 26 città (Ancona, Bari, Bergamo, Bologna, Brescia, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Messina, Milano, Modena, Napoli, Padova, Palermo, Parma, Pescara, Prato, Reggio Calabria, Roma, Terni, Torino, Trento, Trieste, Venezia e Vicenza), forniti da una stazione di traffico ed una di fondo per ogni città (per Venezia sono 4 per coprire sia la terraferma di Mestre che la città lagunare). I dati sono quelli rilevati da ARPA/APPA e diffusi sulle loro pagine web; in alcuni casi non essendo presenti (in particolare alcune agenzie non pubblicano ancora i dati relativi alle medie giornaliere del biossido di azoto) sono acquisiti richiedendoli direttamente alle medesime.
Polveri sottili (PM2,5) – città che hanno già superato, a fine marzo 2025, il limite previsto dalla Direttiva Europea n.2024/2881
– Valore indicato da OMS da non superare per tutelare la salute umana: media giornaliera 15 μg/m3 non più di 3/4 volte l’anno.
– media annua <5 μg/m3.
– Valore limite dal 2030 stabilito dalla Direttiva Europea 2024/2881: media giornaliera 25 μg/m3 non più di 18 volte l’anno.
– media annua <10 μg/m3.
– Valore limite normativa attuale: media giornaliera limite non previsto.
– media annua <25 μg/m3

Tabella: Osservatorio Mobilità Urbana Sostenibile Clean Cities Campaign – Kyoto Club in collaborazione con ISDE Italia Fonte: SNPA: ARPA Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto, FVG, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Abruzzo, Campania, Puglia, Calabria, Sicilia, Sardegna; APPA Trento
Per queste polveri così insidiose per la nostra salute 11 città su 26 hanno già superato il limite previsto dalla Direttiva UE (Torino, Milano, Padova, Brescia, Modena, Vicenza, Parma, Terni, Bergamo, Trento, Bologna). Se invece guardiamo ai valori raccomandati dall’OMS per tutelare la salute umana vediamo che praticamente tutte le città hanno già superato quei limiti ad eccezione di Ancona e Pescara. Guardando invece la media annua progressiva in 8 città (Padova, Torino, Milano, Vicenza, Brescia, Bergamo, Modena e Parma) si registra un valore superiore ai 25 microgrammi per metro cubo d’aria previsto dall’attuale normativa. Tutte le città – ad eccezione di Cagliari – hanno valori superiori ai 10 microgrammi per metro cubo previsti dalla nuova Direttiva e ovviamente anche ai 5 microgrammi per metro cubo raccomandati dall’OMS.
Biossido di azoto (NO2) – città che hanno già superato, a fine marzo 2025, il limite previsto dalla Direttiva Europea n.2024/2881.
– Valore indicato da OMS da non superare per tutelare la salute umana: media giornaliera 25 μg/m3 non più di 3/4 volte l’anno.
– media annua <10 μg/m3.
– Valore limite dal 2030 stabilito dalla Direttiva Europea 2024/2881: media giornaliera 50 μg/m3 non più di 18 volte l’anno.
– media annua <20 μg/m3.
– Valore limite normativa attuale: media giornaliera limite non previsto.
– media annua 40 μg/m3.

Attualmente non sono previsti limiti giornalieri dalla normativa in vigore per questo inquinante che è strettamente correlato con il traffico stradale. Il valore indicato dall’OMS da non superare per tutelare la salute umana è di 25 microgrammi per metro cubo d’aria, non più di 3/4 volte l’anno, mentre il valore limite dal 2030 stabilito dalla Direttiva Europea 2024/2881 è di 50 microgrammi per metro cubo d’aria, da non superare più di 18 volte l’anno.
A Palermo, Napoli, Messina, Genova, Torino, Catania, Milano e Vicenza è già stato superato il limite previsto dalla Direttiva UE. Se invece confrontiamo la situazione con i valori raccomandati dall’OMS vediamo che nessuna città li rispetta, addirittura si hanno 90 superamenti (su 90 giorni) a Torino, e più di 80 giorni a Milano, Palermo, Messina Bergamo, Genova, Venezia, Trento, Brescia, Vicenza e Roma.
Riguardo alla media annua progressiva il valore limite attuale di 40 microgrammi per metro cubo è superato a Palermo, Torino, Genova, Napoli, Messina, Milano, Catania e Trento, quello previsto dalla nuova Direttiva UE è superato in tutte le città considerate.
“L’inquinamento atmosferico rappresenta una vera e propria emergenza sanitaria – hanno osservato Roberto Romizi, Presidente ISDE Italia, e Paolo Bortolotti, Responsabile progetto inquinamento dell’aria di ISDE – Gli effetti sulla salute sono documentati da un’enorme mole di evidenze scientifiche: aumentano le malattie respiratorie, cardiovascolari, neurodegenerative, i disturbi dello sviluppo nei bambini e i problemi riproduttivi negli adulti. Di fronte a questi dati, non possiamo più permetterci esitazioni. È necessario ridurre subito le emissioni inquinanti attraverso politiche più ambiziose e coerenti con le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Chiediamo alle istituzioni italiane (dal livello locale a quello nazionale) ed europee di agire con urgenza, recependo immediatamente i nuovi limiti sulla qualità dell’aria, investendo in mobilità sostenibile e transizione energetica. Proteggere la salute delle persone e migliorare la qualità della vita nelle nostre città non è solo un obiettivo, ma un dovere civile e scientifico”.
In copertina: Foto di Anita Fa su Unsplash