È stata presentata nell’ambito della Conferenza Nazionale delle Green City (Roma, 3 giugno 2024), organizzata dal Green City Network, promosso dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile, e dal Gruppo Editoriale GEDI, la Carta per le Nature-Positive Cities, a cui hanno aderito un gruppo di 32 città di tutta Italia.
Le città, grandi, medie e piccole, generano la maggior parte delle emissioni di gas serra e degli impatti sul capitale naturale e sono anche i luoghi sempre più esposti alle conseguenze della crisi climatica – ondate e isole di calore, allagamenti, alluvioni – al degrado ambientale e all’inquinamento dell’aria. Nelle città, tuttavia è anche presente la preoccupazione dei cittadini per la crisi climatica e per l’ambiente e la richiesta di misure ecologiche più incisive.
Su questi temi si è incentrata la Conferenza Nazionale delle Green City, organizzata dal Green City Network, promosso dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile (FoSS), e dal Gruppo Editoriale GEDI, dedicata quest’anno al tema “Verso le Nature-Positive Cities”, e svoltasi a Roma il 3 giugno 2024, nell’ambito del Festival Green & Blue (Milano, 3-5 giugno 2024), l’evento che si pone l’obiettivo di dare voce a storie ed esempi di chi quotidianamente, con serietà e sperimentazione, si impegna ad apportare cambiamenti ecosostenibili e a contribuire con nuove soluzioni per il futuro.
Nell’occasione è stata presentata la Carta per le Nature-Positive Cities con l’adesione di un primo gruppo di 32 città di tutta Italia (Bologna, Brescia, Carini, Casalecchio di Reno, Catanzaro, Cervia, Cesena, Città di Castello, Correggio, Crotone, Firenze, Genova, Imola, L’Aquila, Lecce, Legnano, Livorno, Milano, Napoli, Olbia, Parma, Pianezza, Pistoia, Prato, Ravenna, Rho, Roma, Torino, Treviso, Trezzano sul Naviglio, Vignola, Viterbo).
La crescita del benessere nelle città, per molto tempo, ha coinciso con un elevato consumo di natura e con una forte crescita di emissioni di gas serra che alimentano notevoli preoccupazioni per il presente e, ancor più, per il futuro. Le due crisi connesse, quella climatica e quella del capitale naturale, vanno affrontate congiuntamente con una transizione che sia, al contempo, a zero emissioni di gas serra e “nature-positive”. Per promuovere il protagonismo delle città in questa transizione è indispensabile avere sia una maggiore condivisione, sia conoscenze più diffuse e migliori informazioni sul valore del capitale naturale e dei servizi ecosistemici per la mitigazione e l’adattamento alla crisi climatica, il disinquinamento dell’aria il miglioramento della qualità e della vivibilità dell’ambiente urbano.
“Le città, dove si genera la maggior parte delle emissioni di gas serra e degli impatti sul capitale naturale, possono diventare protagoniste della transizione green– ha dichiarato Edo Ronchi, Presidente della FoSS, presentando la Carta – La crisi climatica non consente di rallentare l’impegno. Prima prenderemo coscienza della urgente necessità di costruire nelle città un rapporto positivo con la natura, prima riusciremo a mitigare la crisi climatica e a ridurre la nostra vulnerabilità”.
Ecco le 10 misure:
1. Promuovere condivisione, conoscenza e informazione sul valore del capitale naturale e dei servizi ecosistemici nelle città. Una strategia «nature positive» punta nelle città ad un benessere che non si basi su un consumo di natura, ma sulla sua tutela, il suo ripristino, il suo incremento.
2. Ripristinare il capitale naturale degradato, intervenendo con azioni consistenti, impegnative e pluriennali sulle acque di falda, spesso contaminate, sui corsi d’acqua cementati e in uno stato ecologico non buono, su aree e suoli inquinati e aree verdi e alberature, che richiedono maggiore cura e manutenzione.
3. Azzerare il consumo di suolo, recuperando e utilizzando in modo più efficiente gli edifici esistenti, con un maggiore utilizzo condiviso degli uffici, valorizzando il lavoro a distanza anche nei paesi e nei piccoli borghi delle aree interne.
4. Aumentare il capitale naturale, facendo crescere in modo massiccio le alberature, le aree verdi, la forestazione periurbana, i tetti verdi e il greening degli involucri edilizi.
5. Risparmiare il prelievo e il consumo di risorse naturali, sostenendo la transizione da un modello di produzione e di consumo lineare e dissipativo, ad alto consumo di risorse naturali, ad un modello circolare e rigenerativo.
6. Rafforzare le misure di adattamento alle ondate di calore, impiegando e potenziando le infrastrutture verdi, aumentando per raffrescamento l’utilizzo delle minori temperature delle falde e dei corpi idrici e con indirizzi bioclimatici vincolanti negli interventi edilizi.
7. Attuare la transizione energetica, riducendo i consumi di energia fossile nei trasporti e migliorando l’efficienza energetica degli edifici, facendo molto di più per la produzione e l’utilizzo delle fonti di energia rinnovabile, utilizzando meglio anche le nuove opportunità offerte dallo sviluppo dalle comunità energetiche rinnovabili.
8. Tutelare l’acqua come risorsa naturale scarsa, eliminando rapidamente le perdite delle reti idriche e promuovendo il risparmio di acqua , reimpiegando le acque grigie, depurate e controllate, riutilizzando le acque piovane, diffondendo i sistemi duali per le acque ad uso potabile e per quelle per altri usi.
9. Ridurre la vulnerabilità agli allagamenti e alle alluvioni, aumentando la capacità di assorbimento delle acque nei suoli e nelle aree verdi, riducendo l’impermeabilizzazione delle pavimentazioni, aumentando la capacità di laminazione con il ripristino e l’ampliamento degli alvei e delle zone golenali dei fiumi e con aree umide e verdi allagabili.
10. Attuare un Piano d’azione per la transizione Nature-Positive, non solo di breve termine al 2030, ma pluriennale al 2050, per attuare, in modo integrato e coordinato le misure proposte, stabilendo le risorse – finanziarie e umane – necessarie per attuarle, preparandolo coinvolgendo i cittadini e gli stakeholder interessati.