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Gestione dei rifiuti ai tempi di Covid: le Linee guida dell’UE

La Commissione UE ha pubblicato le Linee guida per la gestione dei rifiuti durante l’emergenza sanitaria indotta dalla pandemia di Covid-19 per armonizzare il comportamento degli Stati membri e orientare le pratiche al rispetto della normativa europea. 

La Commissione UE ha pubblicato il 14 aprile 2020 le Linee Guida che forniscono indicazioni agli Stati membri sulle modalità di gestione dei rifiuti a seguito dell’emergenza sanitaria del nuovo coronavirus.

In questa crisi senza precedenti, stiamo collaborando con gli Stati membri e gli operatori del settore rifiuti in tutta l’UE per affrontare la sfida di garantire un elevato livello di protezione della salute umana e dell’ambiente – ha dichiarato il Commissario UE per l’Ambiente, gli Oceani e la Pesca, Virginijus Sinkevičius  La corretta gestione dei rifiuti fa parte dei servizi essenziali alla base del benessere dei nostri cittadini, forniti da numerose aziende che si occupano dei rifiuti e mantengono in funzione l’economia circolare”.

L’Italia, grazie indicazioni fornite da ISS e SNPA aveva già anticipato in marzo molti degli indirizzi che sono ora forniti dalla Commissione a tutti gli Stati membri, e che sono il risultato di una consultazione di esperti degli Stati Membri in materia di rifiuti, delle principali parti interessate nel settore della gestione dei rifiuti e della consulenza del Centro Europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie ( ECDC), sono articolate in 5 punti e sono rivolte a tutti: cittadini, enti locali, operatori ecologici.

Gestione dei rifiuti urbani (Direttiva 2008/98/EC, art. 13). Le misure adottate devono essere adeguate e proporzionate alla protezione della salute umana, limitandole alle aree e ai periodi strettamente necessari. Andrebbero comunque garantiti, ove possibile, i servizi di raccolta differenziata e di riciclaggio in linea con la gerarchia dei rifiuti. I rifiuti degli individui posti in isolamento domiciliare sospettati di aver contratto il COVID-19 andrebbero raccolti in sacchi separati e conferiti nell’indifferenziato, secondo quanto indicato dall’ECDC.
I cittadini dovrebbero essere informati di eventuali modifiche temporanee alle pratiche di raccolta dei rifiuti che incidono sul modo in cui consegnano i rifiuti per la raccolta e l’ulteriore trattamento. Gli Stati membri, dovrebbero garantire un’adeguata pianificazione delle capacità di stoccaggio temporaneo dei rifiuti raccolti per il recupero in previsione di eventuali interruzioni nella selezione e in altri processi di trattamento.

Gestione dei rifiuti delle strutture sanitarie (Direttiva 2008/98/EC, artt. 17, 23-25). Secondo le indicazioni fornite dall’ECDC, i rifiuti provenienti da strutture sanitarie in cui sono presenti casi sospetti o confermati di COVID-19, devono essere trattati come rifiuti sanitari a rischio infettivo di categoria B (UN3291). Gli Stati membri dovrebbero garantire un’adeguata pianificazione delle capacità di trattamento e, se necessario, l’immagazzinamento di rifiuti medici. In caso di interruzioni del trattamento dovute alla mancanza di una capacità di smaltimento o di incenerimento dedicata per i rifiuti sanitari, è fondamentale che i rifiuti siano conservati temporaneamente in modo sicuro fino a quando il problema della capacità non sarà risolto.
Lo stoccaggio dovrebbe considerare l’uso di contenitori sigillati in aree sicure dove l’accesso è limitato solo a personale autorizzato. Le superfici interne ed esterne dei contenitori devono essere trattate con un adeguato disinfettante e i contenitori devono essere conservati localmente.
Se gli Stati membri decidono di autorizzare in via eccezionale processi di trattamento alternativo dei rifiuti sanitari in linea con il diritto dell’UE e con le norme nazionali applicabili, anche in condizioni di emergenza, dovrebbero garantire che, laddove tali processi abbiano un risultato ambientale complessivo meno vantaggioso del normale, il loro uso sia limitato nel tempo e strettamente necessario.

Salute e sicurezza degli operatori di gestione dei rifiuti: si fa riferimento alle indicazioni fornite dall’Agenzia d’informazione dell’Unione europea nel campo della sicurezza e della salute sul lavoro (EU-OSHA). Si dovrebbe: adattare l’organizzazione del personale per evitare di trasmettere l’infezione tra le équipe, cioè rispettare l’allontanamento tra individui, riducendo al minimo il numero di lavoratori presenti nella stessa area; assicurare la disponibilità e l’uso appropriato di adeguati dispositivi di protezione individuale (DPI) e di prodotti disinfettanti adatti; assicurare il rispetto rigoroso di standard igienici migliorati, compresi il cambio frequente e la pulizia di DPI e abbigliamento professionale; la sostituzione dei guanti professionali in caso di rottura o di incidente di potenziale contaminazione; igienizzare regolarmente le strutture, le cabine dei veicoli e i vestiti; assicurare che dove le maschere sono solitamente indossate, i protocolli siano rigorosi su come mettere e togliere i DPI, evitando così il contatto accidentale e la contaminazione; infine, se del caso, incoraggiare condizioni di lavoro specifiche per le persone vulnerabili, come gli anziani lavoratori e persone con problemi di salute cronici specifici.

Sostegno da fondi UE e aiuti di Stato. Le risorse finanziare per la gestione dei rifiuti possono provenire da 1,52 miliardi di euro di fondi inutilizzati per la politica di coesione 2014-2020, dalla liquidità fornita dal Coronavirus Response Investment Initiative e dalla linea di credito da 800 milioni di euro dell’EU Solidarity Fund; inoltre, gli Stati Membri possono concedere alle imprese che operano nel settore della gestione dei rifiuti un sostegno sotto forma di sovvenzioni dirette o agevolazioni fiscali.

Scambio di informazioni e sensibilizzazione. Gli operatori del settore rifiuti sono invitati a segnalare le misure adottate alla Commissione europea tramite l’e-mail dedicata ENV-WASTE-COVID-19@ec.europa.eu. La Commissione indica che un’utile panoramica delle pratiche attuali in tutta l’UE viene pubblicata e aggiornato dall’Associazione delle Città e delle Regioni per la gestione sostenibile delle risorse e sollecita le parti interessate a contribuire anche al suo completamento e aggiornamento.

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