Legambiente sollecita i Sindaci a ripensare la mobilità urbana post-Covid-19 per evitare che per proteggersi dal coronavirus i cittadini facciano ricorso in modo massiccio a auto, moto e scooter, e propone 5 misure per muoversi da subito in maggiore sicurezza e libertà, contribuendo a ridurre le emissioni di gas serra.
“Per superare l’emergenza coronavirus e per far ripartire le città italiane servono risposte e soluzioni eccezionali. Per questo, cari Sindaci, non vi limitate all’ordinario, non restituiteci le vecchie città. Il vostro mestiere richiede visione di futuro, soluzioni inedite, capacità di guidare la comunità verso frontiere nuove. E oggi che tutti abbiamo sperimentato una condizione eccezionale, non c’è momento migliore per osare lo straordinario. Insieme ce la possiamo fare”.
È quanto si legge nella Lettera che Legambiente ha scritto ai Sindaci delle città italiane e al Presidente ANCI (Associazione nazionale comuni italiani) per invitarli a ripensare alla mobilità urbana post-Covid-19, evitando che durante la ripresa delle attività i cittadini, per proteggersi dal nuovo coronavirus, facciano ricorso in modo massiccio a auto, moto e scooter.
Il Pacchetto proposto dall’Associazione del Cigno verde prevede al primo punto mezzi pubblici più sicuri attraverso monitoraggi, controlli e tornelli per contingentare gli ingressi e garantire le distanze di sicurezza.
La seconda misura prevede più bici e nuove ciclabili nelle aree urbane, replicando il modello della Bicipolitana di Pesaro e le esperienze che arrivano da diverse città del mondo.
Al terzo posto c’è il rafforzamento della sharing mobility (auto soprattutto elettriche, bici, e-bike, scooter elettrici e monopattini).
Come quarta misura c’è invito ai cittadini di rottamare l’auto e scegliere la mobilità sostenibile e i bonus green.
L’ultima misura è di incentivare lo smart working, avviando un dialogo con il Governo per prevedere dei vantaggi fiscali per le aziende e i lavoratori che decidono di puntare su
Secondo Legambiente, tali misure sarebbero attuabili in pochi mesi con risorse relativamente contenute e alcune già disponibili, perché si tratta di attuare provvedimenti già contenuti in Leggi dello Stato.
Ad esempio per quanto riguarda la realizzazione di nuove ciclabili, Legambiente ricorda che nella Legge di Bilancio 2020 sono stati stanziati 150 milioni di euro per il co-finanziamento di percorsi ciclabili urbani. L’importante, dunque, sarà avere idee chiare per affrontare con progetti semplici e praticabili la fase in cui le città si rimetteranno in moto, perché il dopo non sia più come il prima.
Lo scorso marzo, la Corte dei Conti europea (ECA) nella Relazione speciale sulla Mobilità urbana sostenibile nell’UE ha constatato che a distanza di 6 anni dalla precedente, nonostante il sostanzioso sostegno finanziario dell’UE, non ci sono stati cambiamenti nell’approccio delle città europee per rendere il traffico stradale meno congestionato, in particolare, non vi è una significativa riduzione dell’uso dell’auto privata, e l’inquinamento atmosferico in molte città resta al di sopra dei livelli di sicurezza.
“Le nostre città possono essere un fantastico banco di prova per dimostrare che si può cambiare il mondo in meglio, sperimentando le vie green verso nuovi modelli di sviluppo – ha dichiarato Stefano Ciafani, Presidente nazionale di Legambiente – Occorre intervenire subito su quelle misure che hanno una valenza sanitaria e ambientale e che possono dare delle risposte alle regole imposte da Covid-19. Con le 5 misure che proponiamo ai sindaci, milioni di lavoratori, studenti e famiglie potranno muoversi da subito in maggiore sicurezza e libertà contribuendo a ridurre le emissioni di gas serra. Per far ciò è indispensabile un impegno da parte di tutti, cittadini, sindaci, società di trasporto e governo, consapevoli che il Paese oltre ad un decreto Cura Italia, ha bisogno anche di provvedimenti che mettano al centro le città e i comuni perché è da qui che bisogna prima di tutto ripartire”.
Ecco le 5 misure di mobilità green indicate da Legambiente per la Fase 2
1. Sicuri sui
mezzi pubblici
Molte persone avranno paura a
prendere bus e treni, tram e metro per timore del contagio. Per questo man mano
che le città ricominceranno a muoversi, si dovranno programmare con attenzione
le corse, garantire le distanze di sicurezza, bisognerà ripensare anche gli
orari della città per evitare congestione e traffico nelle ore di punta. Sarà
fondamentale un continuo e attento monitoraggio, sia dei mezzi che delle
stazioni, dove si dovranno introdurre controlli e tornelli per contingentare
gli ingressi oltre a garantire una quotidiana sanificazione. In Spagna il Governo
ha stabilito l’obbligo di mascherine sui mezzi pubblici, garantendone la
distribuzione di oltre 10 milioni nelle stazioni principali. Per fare tutto
questo ci vogliono risorse. In parte il Governo ha risposto, ma è evidente che
non basta perché le aziende pubbliche hanno bisogno di investimenti e già
soffrono per la riduzione di introiti da biglietti dovuta a questi mesi di
stop.
2. Più persone in bici e percorsi ciclabili nuovi
La bici è il mezzo che permette
il migliore distanziamento: per cui è ora il momento di realizzare percorsi
ciclabili temporanei (con segnaletica orizzontale e verticale) lungo gli assi
prioritari e le tratte più frequentate, riservando lo spazio per poi dotarli di
protezioni e passaggi esclusivi mirando a trasformarli nei mesi successivi in
vere ciclabili. È la soluzione che stanno praticando già diverse città del
mondo: da Montpellier con una striscia di vernice e cordoli di protezione con
conetti provvisori, a Berlino che allarga le piste ciclabili con nuove strisce
laterali. Stesse misure decise a Bogotà, a Vancouver, New York, Boston e
Parigi. In Nuova Zelanda il Governo ha deciso di finanziare queste misure da
parte dei Comuni. Questi interventi sono a costo quasi zero e le risorse per
realizzare vere ciclabili ci sono: nella Legge di Bilancio 2020 sono stati stanziati
150 milioni di Euro per il co-finanziamento di percorsi ciclabili urbani. Cosa
aspetta il Ministero delle Infrastrutture a emanare il Decreto che fissa i
criteri per l’erogazione dei fondi? Intanto però i Comuni si possono preparare,
in modo da avere progetti seri da candidare e un piano da cui “si evinca la volontà di procedere allo
sviluppo strategico della rete ciclabile urbana”, come sottolinea la Legge,
in modo che nel 2021 possano partire i cantieri. E che si tratti di reti
ciclabili fatte bene, magari copiando il format della Bicipolitana di Pesaro e
replicandolo ovunque.
3. Rafforzare la sharing mobility
Le più efficienti alternative
all’auto privata in città, per chi non vorrà prendere i mezzi pubblici,
dovranno diventare tutti i mezzi in sharing: auto (meglio elettriche), bici,
e-bike, scooter elettrici e monopattini. I Comuni dovranno stringere accordi
con le imprese per avere più mezzi e in più quartieri, a costi molto più
contenuti. Serviranno risorse, ma il servizio potrà avere grande successo e in
parte ripagarsi. In ogni caso saranno soldi ben spesi quelli per potenziare il
servizio (con controllo, sanificazione e ridistribuzione dei mezzi nelle
diverse ore e luoghi della città) perché avremo offerto mobilità sostenibile a
buon mercato a milioni di cittadini.
4. Aiutare i cittadini a rottamare l’auto e scegliere la mobilità sostenibile
Qui i Sindaci devono farsi sentire, perché le risorse ci sono! Cosa aspetta il Ministero dell’Ambiente a mettere a disposizione i fondi per “Programma Buoni di mobilità” previsti dalla Legge di conversione del Decreto Clima, approvata a dicembre scorso? Sono previsti 75 milioni per il 2020 e 180 milioni di euro per le annualità successive. Si tratta di 1.500 euro alle famiglie che rottamano una vecchia auto che non può più circolare (Euro3 o più inquinante) oppure 500 euro per un vecchio ciclomotore, per acquistare abbonamenti, e-bike e sharing mobility. Si potrebbe così subito dimezzare la spesa media per i trasporti per 250 mila famiglie italiane (3.500 euro all’anno secondo l’Istat).
5. Più smart working
Ai Sindaci Legambiente chiede di
spingere sul lavoro agile per riorganizzare il lavoro dell’Amministrazione
pubblica e aiutare tutte le attività che scelgono di andare in questa
direzione. Serviranno risorse, ma soprattutto idee nuove e andrà coinvolto il
Governo, ma esistono tutte le possibilità per premiare con vantaggi fiscali sia
le aziende che i lavoratori che decideranno di puntare su soluzioni innovative
di smart working e mobility management di comunità. Ad esempio i vantaggi
fiscali di cui oggi beneficiano le auto aziendali possono essere estesi anche a
mezzi e investimenti organizzativi per il lavoro a distanza, ai mezzi pubblici,
alla condivisione e alla mobilità elettrica o muscolare in tutte le sue forme.