6 Giugno 2023
Biodiversità e conservazione Flora Inquinamenti e bonifiche

Funghi micorrizici che nutrono gli alberi, danneggiati dall’inquinamento

Funghi micorrizici

I funghi che stanno alle radici degli alberi, assorbendo carbonio in cambio di cessione di sostanze nutrienti in un rapporto simbiotico, stanno cambiando sotto l’impatto dell’inquinamento atmosferico e del suolo, con ripercussioni sullo stato di salute dei boschi e delle foreste d’Europa.

Gli appassionati cercatori di funghi (intesi come corpi fruttiferi) sanno bene quali tipi possono essere trovati in un bosco, sulla base delle essenze ospitate. I funghi ovvero i miceli che formano la fitta rete di cellule sotto terra non sono in grado di compiere la fotosintesi, per cui traggono il carbonio necessario per vivere dalle radici della pianta a cui si associano. In cambio, gli alberi ricevono dai funghi le sostanze (azoto, fosforo, potassio) di cui si nutrono per crescere e prosperare. Questo scambio di favori prende il nome di rapporto simbiotico, così stretto che ogni tipo di fungo micorrizico tende a privilegiare una specie arborea. Va da sé che il buono stato di salute dei funghi determina anche la possibilità delle piante di crescere rigogliose e verdeggianti.

Recenti studi hanno constatato che molte specie arboree europee stanno manifestando sintomi di stress, con scolorimento dell’apparato fogliare e rinsecchimento della chioma, senza chiarire peraltro i motivi di questo deperimento.

Ora, una Ricerca paneuropea, condotta da ricercatori dell’Imperial College di Londra e del Royal Botanic Gardens di Kew (nei pressi di Londra) e durata 10 anni, ha rivelato che le caratteristiche degli alberi e la qualità locale dell’aria e del suolo hanno un grande impatto sulle micorrize.

Lo Studio  Environment and host as large-scale controls of ectomycorrhizal fungi”, pubblicato su Nature, ha esaminato 40.000 radici provenienti da 13.000 campioni di terreno prelevati in 137 siti forestali di 20 Paesi europei, permettendo ai ricercatori di scoprire tendenze su larga scala nelle comunità micorriziche, compresa la loro tolleranza all’inquinamento.

C’è una preoccupante tendenza alla malnutrizione degli alberi in tutta Europa, che rende le foreste vulnerabili ai parassiti, alle malattie e ai cambiamenti climatici – ha affermato il ricercatore capo del Dipartimento di scienze della vita presso l’Imperial College, Martin Bidartondo – Per scoprire cosa potrebbe esserci dietro questa tendenza, abbiamo aperto la “scatola nera” del suolo. I processi che avvengono nel suolo e nelle radici sono spesso ignorati, o non prese i considerazione ovvero modellati, perché studiarli direttamente è difficile, anche se è fondamentale per valutare il funzionamento degli alberi”.

Uno dei risultati principali dello studio è che i limiti di inquinamento europei potrebbero essere stati fissati troppo in alto, mentre in Nord America i limiti sono molto più bassi – ha proseguito il ricercatore – Ora abbiamo buone prove che dovrebbero essere simili in Europa. I nostri alberi in Europa non sono più tolleranti di quelli del Nord America, ma i loro funghi stanno soffrendo di più“.

Il team di ricercatori ha scoperto che le caratteristiche dell’albero (specie e stato nutritivo) e le condizioni ambientali locali (inquinamento atmosferico e variabili del suolo) costituiscono i predittori più importanti di quali specie di funghi micorrizici siano presenti e della loro abbondanza.

Minerali come azoto e fosforo sono essenziali per la vita, ma in concentrazioni abbastanza elevate possono essere dannosi, agendo come sostanze inquinanti piuttosto che come sostanze nutritive. Il nuovo studio ha scoperto le “soglie” di questi elementi ossia le concentrazioni al di sopra delle quali la comunità delle micorrize subisce dei cambiamenti.

Ad alcuni funghi micorrizici subentrano altre specie più tolleranti all’inquinamento, come quelle che possono trarre vantaggio dall’eccesso di azoto dovuto all’inquinamento atmosferico. Questi cambiamenti dell’ecosistema, secondo i ricercatori, possono influire negativamente sullo stato di salute dell’albero. Ad esempio, il team ritiene che alcune modifiche intervenute all’interno della comunità fungina possano introdurre micorrize più “parassite” che prelevano grandi quantitativi di carbonio, ma in cambio non offrono adeguate sostanze nutritive agli alberi.

Per i ricercatori questi primi risultati su larga scala dovrebbero essere usati per progettare nuovi studi approfonditi sul legame tra inquinamento, suolo, micorrize, crescita degli alberi e salute degli alberi.

“Lo studio lancia molte nuove domande sulla salute degli alberi e sulla diversità micorrizica, ad esempio, mentre le micorrize sono più specializzate del previsto la maggior parte delle specie si associa solo a determinati tipi di alberi – ha aggiunto Sietse van der Linde del Kew Gardens, principale autore dello Studio – i funghi specialistici sono anche meno adattabili alle mutevoli condizioni”.

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