Società

Eurobarometro: pubblicato il Rapporto Italia 2023

La pubblicazione del Rapporto di Eurobarometro sull’opinione pubblica conferma che gli italiani condividono la risposta dell’UE all’invasione dell’Ucraina, sono fortemente favorevoli a massicci investimenti nelle fonti rinnovabili, vedono nell’inflazione la maggiore minaccia e continuano a valutare positivamente (in aumento) l’unione economica e monetaria.

In un anno segnato dalla guerra in Ucraina e dalle sue pesanti ripercussioni in materia economica, di sicurezza energetica e militare, gli italiani confermano il loro supporto per le istituzioni europee sia in relazione alla crisi ucraina che alla gestione della pandemia di COVID-19.

Sono alcune delle considerazioni che emergono Rapporto sull’opinione pubblica italiana che la Commissione UE ha pubblicato il 27 marzo 2023, dopo che nel mese di febbraio era stato pubblicato il Rapporto Standard 98 (Inverno 2022-2023) sull’intera Unione, sulla base del sondaggio condotto da Eurobarometro su scala europea tra il 12 gennaio e il 6 febbraio 2023, che ha visto coinvolti 37.803 cittadini di tutti i 27 Stati membri, e di altri 12 Paesi e territori europei, tra cui Gran Bretagna, Svizzera, Norvegia, Serbia e Turchia.  

I dati concernenti il campione italiano sono stati raccolti da Testpoint Italia nel periodo tra il 12 e il 26 gennaio 2023 su un campione di 1.026 cittadini italiani. I risultati del sondaggio sono in alcuni casi confrontati con la rilevazione immediatamente precedente, condotta nell’estate del 2022.

Risposta all’invasione dell’Ucraina
Gli italiani approvano le misure adottate dall’UE e dall’Italia in risposta all’invasione russa dell’Ucraina
. Il 57% degli intervistati si dice soddisfatto dell’operato dell’Unione europea (-1% rispetto alla precedente rilevazione), mentre il 55% giudica positivamente la risposta del Governo, in linea con la media europea.

Ripercussioni sulla politica comune
Secondo quattro italiani su cinque, l’invasione russa dell’Ucraina rappresenta un rischio sia per la sicurezza dell’UE che per quella dell’Italia. Di fronte a questa nuova minaccia, il 79% degli italiani si dice favorevole a rafforzare la cooperazione in materia di difesa a livello UE. Parallelamente, il sostegno a una politica europea comune per la sicurezza e la difesa sale al 77%. Aumentano anche dal 71% al 73% i favorevoli a una politica comune sugli affari esteri. Diverso è invece l’approccio alla Nato, di cui dicono di fidarsi solo il 41% degli intervistati italiani, mentre una maggioranza del 50% dice di non fidarsene.

Ripercussioni sulla politica energetica
Tra le dirette conseguenze dell’invasione russa dell’Ucraina c’è la crescente percezione del rischio collegato all’acquisto massiccio di gas e petrolio da Mosca. L’86% del campione italiano e l’84% di quello dell’intera Unione, ritiene che l’UE debba ridurre il prima possibile la sua dipendenza energetica dalla Russia.

L’88% degli italiani considera inoltre opportuno che gli Stati dell’UE acquistino insieme energia da Paesi terzi in modo da poter ottenere prezzi più vantaggiosi. Questa opinione è largamente condivisa anche dal campione UE, anche se la percentuale di favorevoli si ferma all’82%. Tra i Paesi più popolosi, sono favorevoli a acquisti comuni il 79% dei tedeschi, il 77% dei francesi, l’87% degli spagnoli e il 90% dei polacchi.

In questo contesto, il sostegno degli italiani a una politica comune europea sull’energia resta alto, con il 75% degli intervistati a favore, in crescita dal 74% del sondaggio precedente.

L’auspicio di una minore dipendenza dall’import di idrocarburi russi si traduce in un accresciuto supporto alle energie rinnovabili. L’89% degli italiani si dichiara favorevole a un massiccio investimento dell’Unione europea nelle fonti energetiche rinnovabili, come l’energia solare e quella eolica, contro l’84% a livello UE, riducendo nel lungo termine anche il costo dell’energia in Europa.

L’efficientamento energetico nell’edilizia e nei trasporti contribuirebbe – per l’87% del campione – alla diminuzione della dipendenza energetica da Paesi extra UE.

Il nuovo contesto ha inoltre già spinto gli italiani a cambiare alcune abitudini o a considerare di farlo. L’84% del campione dice di aver recentemente preso misure per ridurre il proprio consumo energetico o di prevedere di farlo nel futuro immediato.

L’88% degli italiani ritiene che investimenti nelle fonti di energia rinnovabili possano ridurre nel lungo termine anche il costo dell’energia in Europa. L’efficientamento energetico nell’edilizia e nei trasporti contribuirebbe – per l’87% del campione – alla diminuzione della dipendenza energetica da Paesi extra UE.

Il nuovo contesto ha inoltre già spinto gli italiani a cambiare alcune abitudini o a considerare di farlo. L’84% del campione dice di aver recentemente preso misure per ridurre il proprio consumo energetico o di prevedere di farlo nel futuro immediato.

Impatto finanziario
L’89% degli italiani ritiene che la guerra in Ucraina abbia avuto delle gravi conseguenze sull’economia nazionale. Il 68% degli intervistati afferma che il conflitto abbia avuto un impatto negativo anche sulla situazione finanziaria personale.

In questo contesto, la valutazione sull’economia nazionale è prevalentemente pessimistica, con il 78% del campione che considera l’attuale stato delle cose come negativo. Circa il 30% pensa inoltre che la situazione economica del Paese sia destinata a peggiorare quest’anno. Solo il 29% del campione prevede miglioramenti nell’arco dell’anno in corso, mentre il 40% non si aspetta cambiamenti significativi.

Quanto alla situazione economica personale, nonostante l’impatto negativo della guerra in Ucraina segnalato da molti, una cospicua maggioranza del campione italiano (69%) dichiara che le condizioni finanziarie della propria famiglia siano positive, in leggero aumento rispetto al 67% registrato in estate. Gli ottimisti (21%) prevalgono sui pessimisti (17%) riguardo ai cambiamenti attesi nei dodici mesi successivi all’intervista, mentre la netta maggioranza (61%) non prevede notevoli variazioni alla situazione attuale.

Inflazione e situazione economica
L’inflazione è di gran lunga il principale problema segnalato dagli italiani. L’aumento dei prezzi è considerato la sfida prioritaria sia per l’Italia che per l’Europa in questo momento. È anche il primo problema a cui gli intervistati dicono di dover far fronte personalmente. Rispondendo a una domanda sui due principali problemi per il Paese nell’attuale contesto, il 50% degli intervistati segnala l’inflazione, il 27% indica la situazione economica e il 21% le forniture energetiche. Nell’ultimo rilevamento nell’estate del 2022 l’inflazione era annoverata tra i principali problemi dal 46% degli intervistati.

Euro e politica commerciale
Il 75% degli italiani si dichiara favorevole a un’unione economica e monetaria
con l’euro come unica valuta, in crescita rispetto al 71% dell’ultimo sondaggio. Il 21% è contrario. Tra i principali paesi dell’eurozona, il sostegno all’euro è al 82% in Germania e al 73% in Francia.

Tra gli italiani, i più entusiasti della moneta unica sono i giovani adulti tra i 25 e i 34 anni (80%), mentre solo il 58% degli over 75 si dice a favore dell’euro. Il sostegno all’euro aumenta con gli anni di studio e con il livello di benessere economico. In Piemonte e Valle d’Aosta si registra il picco di supporto (93%) tra le regioni italiane, mentre il Friuli Venezia Giulia è l’unica regione dove prevalgono gli euroscettici (53% contro il 43% a favore dell’euro).

Fiducia
La fiducia degli italiani nelle istituzioni europee aumenta leggermente, anche se quella verso l’UE è in calo. Il Parlamento europeo si conferma l’istituzione più apprezzata e vede aumentare il livello di considerazione dal 53% al 54% degli intervistati. La fiducia per la Commissione europea sale lievemente dal 49% al 50%, quella per la Banca Centrale Europea cresce dal 47% al 48% (i critici calano al 40%), mentre i consensi per il Consiglio europeo restano stabili al 49%, con i critici in calo dal 39% al 35%.

Futuro
Il 66% degli italiani si dichiara ottimista sul futuro dell’UE, anche se la percentuale è in leggero calo dal precedente 67%. Tra gli intervistati UE, il 62% si dice ottimista e il 35% pessimista. I più ottimisti sono gli irlandesi (84%). In Francia e in Grecia, invece, prevalgono i pessimisti. A dispetto del crescente consenso per molte politiche comuni europee, calano dal 69% al 66% gli italiani che ritengono che più decisioni debbano essere prese a livello UE.

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