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Eurobarometro: cambiamenti climatici sfida principale per l’UE

Secondo l’indagine speciale di Eurobarometro sul Futuro dell’Europa, pubblicato congiuntamente da Parlamento europeo e Commissione UE, che fornisce indicazioni sulle principali sfide che l’UE dovrà affrontare, i cambiamenti climatici sono il problema più sentito dagli europei.

Il Parlamento europeo e la Commissione hanno congiuntamente pubblicato il 25 gennaio 2022 un’indagine speciale di Eurobarometro sul Futuro dell’Europa,  che fornisce informazioni sulle opinioni e sugli atteggiamenti dell’Europa nei confronti della Conferenza sul futuro dell’Europa e sulle principali sfide cui l’Unione è chiamata a rispondere.

All’inizio del 2022, proclamato Anno europeo della gioventù, il sondaggio che ha coinvolto 26.530 cittadini di ogni età ed che è stato condotto tra il 16 Settembre e il 17 ottobre 2021 nei 27 Paesi membri, mette in evidenza le opinioni dei giovani europei sulle sfide che l’Unione europea si trova ad affrontare, insieme al ruolo chiave che i giovani stanno svolgendo nella Conferenza sul Futuro dell’Europa.

Ne emerge che, il 91% delle persone di età compresa tra i 15 e i 24 anni ritiene che la lotta ai cambiamenti climatici possa contribuire a migliorare la propria salute e il proprio benessere, mentre tra le persone di età pari o superiore a 55 anni la percentuale è dell’84%.

Quasi un europeo su due (49%) considera i cambiamenti climatici la principale sfida globale per il futuro dell’UE, con un sostegno schiacciante agli obiettivi ambientali del Green Deal europeo: l’88% degli europei ritiene importante aumentare la quota di energie rinnovabili nella nostra economia e avere una maggiore efficienza energetica, mentre l’80% concorda sull’importanza di fare dell’Europa il primo continente al mondo a impatto climatico zero entro il 2050 e di promuovere la crescita del mercato dei veicoli a basse e a zero emissioni.

Tra le altre sfide globali future evidenziate dagli intervistati figurano la salute (34%) e la migrazione e gli sfollamenti forzati (menzionati da circa il 30%). Avere un tenore di vita comparabile (31%) e una politica sanitaria comune (22%) sono considerati i due aspetti più utili per il futuro dell’Europa.
Gli europei considerano inoltre prioritarie una maggiore solidarietà tra gli Stati membri (21%) e l’indipendenza energetica (20%).

Le 4 sfide più citate per l’UE sono le disuguaglianze sociali (36%), la disoccupazione (32%), seguite dalle questioni migratorie (31%). Come per le sfide globali, anche le questioni ambientali e i cambiamenti climatici figurano in cima all’elenco delle sfide cui l’UE è chiamata a rispondere, e sono citati dal 32% degli intervistati.

Gli europei ritengono che il rispetto della democrazia, dei diritti umani e dello Stato di diritto da parte dell’UE (27%) sia la principale punto di forza dell’UE, seguito dalla sua potenza economica, industriale e commerciale (25%).

La pace (49%), la libertà di opinione (47%), l’uguaglianza sociale e la solidarietà (45%), nonché la tolleranza e l’apertura agli altri (44%) sono, secondo gli intervistati, i valori meglio incarnati dall’UE rispetto ad altri paesi.

La grande maggioranza degli europei si dice felice di vivere nell’UE (81%) e nel proprio paese (89%) e di essere soddisfatta della propria vita familiare (89%).

il 43% degli europei afferma che il principale vantaggio del coinvolgimento delle giovani generazioni nella Conferenza è quello di concentrarsi su questioni di loro interesse. Ulteriori vantaggi del loro ruolo chiave nella Conferenza sono l’energia e la motivazione che apportano per le riforme e i cambiamenti (citati dal 35%) e la loro attenzione a rendere il futuro dell’Europa più pertinente alle sfide della società odierna (33%).

I cittadini europei continuano a essere interessati a contribuire e a partecipare alla Conferenza sul futuro dell’Europa. Mentre rispondere a un sondaggio è il mezzo preferito per farlo, come indicato da oltre la metà degli europei (59%), quasi un europeo su due (46%) potrebbe immaginare di partecipare a riunioni nel proprio territorio. La partecipazione a consultazioni online (40%), la presentazione di idee e proposte ai politici europei e nazionali (39%) e la partecipazione agli eventi culturali e sportivi europei collegati alla Conferenza (39%) sono le altre forme più interessanti di coinvolgimento dei cittadini.

Nel complesso, gli europei considerano i cambiamenti climatici e l’ambiente (44%), la salute (40%), nonché un’economia più forte, la giustizia sociale e l’occupazione (40%) come questioni fondamentali per la Conferenza.

Vi è una chiara aspettativa che la Conferenza conduca a risultati tangibili. In effetti, gli intervistati sarebbero maggiormente incoraggiati a partecipare alle attività della Conferenza se fossero convinti che la loro partecipazione avrà un impatto reale (53%).

Dalle schede dei singoli Paesi è possibile confrontare le opinioni dei propri concittadini rispetto alla media europea. Per gli Italiani, ad esempio:
-i cambiamenti climatici sono il problema più sentito per il 43% dei nostri connazionali,  mentre la media UE è del 49%;
fare dell’Europa il primo continente a emissioni zero entro il 2050 è un obiettivo da perseguire per l’87% degli italiani, un dato più alto della media UE (80%), ma il 52% dei connazionali teme che affrontare i cambiamenti climatici possa danneggiare l’economia, contro il 45% UE;
– il 42% (una percentuale cresciuta dell’8% rispetto a un anno fa) ritiene un bene l’appartenenza del proprio Paese all’Unione contro il 62% della media nell’UE;
– un italiano su due boccia la politica nazionale, e per misure di competenza degli Stati guarda a Bruxelles.

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