Il Comitato scientifico consultivo europeo sui cambiamenti climatici(ESABCC) il cui compito è di fornire consulenza scientifica indipendente e presentare relazioni in merito alle misure dell’UE in materia di clima, anche in vista della definizione di un obiettivo climatico intermedio per il 2040 che la Commissione UE dovrebbe definire entro luglio, mettono in guardia sulle pressioni politiche per ammorbidire il target.
Ridurre del 90-95% le emissioni nette di gas serra dei Paesi membri entro il 2040 per sostenere gli interessi a lungo termine dell’UE e raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.
L’esortazione arriva dal Comitato scientifico consultivo europeo sui cambiamenti climatici(ESABCC) che ha pubblicato il 2 giugno 2025 il Rapporto “Scientific advice for amending the European Climate Law Setting climate goals to strengthen EU strategic priorities” (Consulenza scientifica per la modifica della Legge Europea sul clima. Definizione di obiettivi climatici per rafforzare le priorità strategiche dell’UE).
Il Regolamento del 2021 che ha istituito il quadro per il conseguimento della neutralità climatica entro il 2050, ha previsto l’ESABCC con il compito di fornire consulenza scientifica indipendente e presentare relazioni in merito alle misure dell’UE in materia di clima, anche in vista della definizione di un obiettivo climatico intermedio per il 2040.
Nel rapporto l ESABCC osserva che le crescenti emissioni di gas serra hanno già fatto aumentare le temperature globali di 1,3-1,4 °C, alimentando eventi climatici estremi e mettendo i sistemi terrestri sull’orlo di danni irreversibili. Mentre l’UE si prepara a definire per legge il suo obiettivo climatico per il 2040, il Comitato consultivo scientifico europeo sui cambiamenti climatici esorta i responsabili politici ad agire sulla base delle evidenze scientifiche e a mantenere lo slancio. In un contesto di crescenti pressioni geopolitiche ed economiche, un’azione climatica sostenibile è essenziale per sostenere le trasformazioni strutturali necessarie per la prosperità, la sicurezza e la resilienza a lungo termine dell’Europa.
Rivisitando la sua raccomandazione del 2023 alla luce dell’attuale contesto in evoluzione, comprese le crisi sovrapposte e le priorità strategiche del ciclo politico europeo 2024-2029, l’ESABCC ribadisce che una riduzione netta delle emissioni di gas serra a livello nazionale, entro il 2040, compresa tra il 90 e il 95% rispetto ai livelli del 1990, rimane scientificamente solida e in linea con gli obiettivi strategici più ampi dell’UE, offrendo un percorso credibile verso l’obiettivo giuridicamente vincolante della neutralità climatica entro il 2050.
Il Rapporto evidenzia che una riduzione delle emissioni del 90-95% entro il 2040, da raggiungere attraverso misure nazionali, è fattibile e in linea con gli interessi strategici dell’Europa, accrescendo, inoltre, l’equità del contributo dell’UE alla mitigazione globale. I recenti progressi nella riduzione delle emissioni di gas serra, anche attraverso la rapida diffusione dell’energia eolica e solare, dimostrano che l’UE è sostanzialmente allineata con gli scenari che supportano l’intervallo di riferimento raccomandato. Tuttavia, i progressi disomogenei tra settori e Stati membri richiedono un rinnovato impegno politico.
Un obiettivo nazionale di riduzione delle emissioni nette del 90-95% entro il 2040, integrato da sforzi di mitigazione internazionali, è fattibile ed equo nel percorso verso la neutralità climatica.
Un obiettivo chiaro e credibile per il 2040 garantirebbe certezza politica oltre il 2030, sostenendo l’implementazione di tecnologie pulite, come l’elettrificazione, rafforzando al contempo la sicurezza energetica riducendo le importazioni di combustibili fossili e accelerando l’innovazione e gli investimenti in tutta l’economia dell’UE. Il Comitato consultivo sconsiglia l’utilizzo di crediti di carbonio internazionali per raggiungere l’obiettivo del 2040, poiché rischiano di distogliere risorse dagli investimenti nazionali e potrebbero compromettere l’integrità ambientale.
Oltre alla mitigazione, l’ESABCC chiede un quadro più solido per l’adattamento climatico nell’UE, per proteggere i cittadini dai crescenti rischi climatici e salvaguardare infrastrutture, economie e mezzi di sussistenza.

L’Europa, essendo il continente con il riscaldamento più rapido, sta già affrontando gravi impatti climatici. L’aumento delle temperature minaccia la salute pubblica e causa perdite di vite umane e danni economici evitabili in tutto il continente. Tuttavia, l’attuale politica di adattamento dell’UE manca di obiettivi misurabili e di una solida base giuridica. Per questo nel rapporto si esorta l’UE ad allineare la propria legislazione agli sforzi di adattamento globali e a riflettere sulle tappe fondamentali attese alla COP30 (Belém, 10 – 21 novembre 2025)..