L’ultimo Global Methane Tracker dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA) che monitora, secondo il mandato ricevuto, gli impegni assunti dai Paesi con l’iniziativa lanciata alla COP26 di Glasgow di tagliare le emissioni globali di metano di almeno il 30% rispetto ai livelli del 2020 entro il 2030, rileva che le fuoriuscite del gas nel settore energetico dei combustibili fossili non si arrestano, quantunque le misure per affrontarle offrano il doppio vantaggio di alleviare la pressione sui mercati e ridurre al contempo le emissioni climalteranti.
Nonostante le misure per affrontare le emissioni di metano siano spesso molto convenienti e potrebbero immettere sul mercato 100 miliardi di metri cubi di gas in più nel 2024, l’industria dei combustibili fossili non riesce a frenarle, rimanendo “ostinatamente elevate”.
Lo rileva l’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA) che ha pubblicato il 7 maggio 2025 il Global Methane Tracker 2025 in cui sono riportate le ultime stime sulle emissioni di metano a livello di settore, basate sui dati più recenti provenienti da satelliti e campagne di misurazione, esaminando anche le diverse opzioni di abbattimento, insieme ai relativi costi.
Il metano è responsabile di circa il 30% dell’aumento delle temperature globali dalla Rivoluzione Industriale, e una rapida e costante riduzione delle emissioni di metano è fondamentale per limitare il riscaldamento globale a breve termine e migliorare la qualità dell’aria. Il settore energetico, che comprende petrolio, gas naturale, carbone e bioenergia, è responsabile di oltre il 35% delle emissioni di metano derivanti dall’attività umana, pur avendo alcune delle migliori opportunità per ridurle.

Il Global Methane Tracker monitora l’attuazione del Global Methane Pledge, l’iniziativa lanciata alla COP26 di Glasgow da UE e Stati Uniti a cui hanno aderito 159 Paesi, per tagliare le emissioni globali di metano di almeno il 30% rispetto ai livelli del 2020 entro il 2030, e costituisce uno strumento essenziale per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle emissioni di metano nel settore energetico e sulle opportunità per ridurle, in un momento in cui le temperature globali hanno raggiunto livelli record per il secondo anno consecutivo.
“Affrontare le perdite di metano e il flaring offre un doppio vantaggio: allevia la pressione sui mercati del gas in difficoltà in molte parti del mondo, migliorando la sicurezza energetica, e riduce al contempo le emissioni – ha affermato il Direttore esecutivo dell’IEA, Fatih Birol – Eppure i dati più recenti indicano che l’attuazione delle misure sul metano continua a essere al di sotto delle ambizioni. L’IEA sta lavorando per garantire che governi e industria dispongano degli strumenti e delle conoscenze necessari per rispettare gli impegni presi e raggiungere gli obiettivi prefissati“.
L’aggiornamento 2025 del Global Methane Tracker aggiunge diversi nuovi elementi, tra cui dati storici sulle emissioni a livello nazionale; uno strumento interattivo per esplorare le iniziative internazionali sul metano; e stime delle emissioni provenienti da impianti di combustibili fossili abbandonati. Il Rapporto presenta anche un modello completamente open access per esplorare i percorsi di abbattimento del metano nel settore petrolifero e del gas.

Secondo il rapporto, la produzione globale record di petrolio, gas e carbone, unitamente ai limitati sforzi di mitigazione finora compiuti, ha mantenuto le emissioni di metano del settore energetico mondiale al di sopra dei 120 milioni di tonnellate all’anno.
La stima dell’IEA è considerevolmente superiore ai livelli indicati nei resoconti ufficiali, ma la trasparenza dei dati sta migliorando. Sono ora disponibili oltre 25 satelliti in orbita in grado di fornire informazioni essenziali. Le perdite di grandi dimensioni dagli impianti di petrolio e gas rilevate dai satelliti hanno raggiunto un livello record nel 2024.

Una nuova analisi pubblicata sul Tracker di quest’anno ha inoltre rilevato che i pozzi di petrolio e gas abbandonati e le miniere di carbone hanno contribuito complessivamente a circa 8 milioni di tonnellate di emissioni globali di metano lo scorso anno. Nel complesso, queste fonti rappresenterebbero la quarta fonte di emissione di metano da combustibili fossili al mondo.
Secondo il Rapporto, circa il 70% delle emissioni annuali di metano del settore energetico potrebbe essere evitato con le tecnologie esistenti. Nel frattempo, una quota significativa delle misure di abbattimento potrebbe essere ripagata entro un anno, poiché il gas catturato può essere rivenduto.
L’analisi rileva un’ampia gamma di intensità delle emissioni di metano nei diversi Paesi e nelle diverse aziende, con le migliori che superano le peggiori di un fattore 100. Aumentare la consapevolezza e diffondere le migliori pratiche facilmente reperibili sono essenziali per colmare questo divario, sottolinea l’IEA.

Secondo una nuova analisi pubblicata nell’aggiornamento del Tracker, gli attuali impegni di aziende e Paesi in materia di metano coprono l’80% della produzione globale di petrolio e gas. Al momento, tuttavia, solo circa il 5% della produzione globale di petrolio e gas soddisfa in modo dimostrabile uno standard di emissioni di metano prossime allo zero.
Il Tracker rileva che affrontare il problema delle emissioni di metano e del flaring migliorerebbe la sicurezza energetica creando un ulteriore approvvigionamento di gas naturale. L’abbattimento del metano avrebbe potuto rendere disponibili ai mercati circa 100 miliardi di metri cubi di gas naturale nel 2024, una quantità pari alle esportazioni totali di gas della Norvegia. Ogni anno a livello globale vengono bruciati altri 150 miliardi di metri cubi di gas naturale, la maggior parte dei quali rientra nelle pratiche di routine e può essere evitata.
Sulla base delle attuali politiche, l’implementazione di soluzioni mirate per la mitigazione del metano nel settore dei combustibili fossili impedirebbe un aumento di circa 0,1 °C delle temperature globali entro il 2050. Ciò è paragonabile all’eliminazione di tutte le emissioni di anidride carbonica dell’industria pesante a livello mondiale.