Circular economy Sostenibilità

Economia circolare in UE: rivisto il quadro di monitoraggio

La Commissione UE ha adottato con una Comunicazione il quadro di monitoraggio per monitorare i progressi compiuti nella transizione verso un’economia circolare nell’UE, includendovi nuovi indicatori per l’efficienza dei materiali, l’impronta dei consumi, le emissioni di gas a effetto serra derivanti dalle attività di produzione, la dipendenza dalle importazioni di materiali e l’autosufficienza dell’UE per le materie prime essenziali.

Sono necessari progressi più rapidi per raggiungere gli obiettivi di efficienza delle risorse dell’UE, garantire un uso sostenibile dei materiali e migliorare l’autonomia strategica.

È quanto sottolinea la Commissione UE che con una Comunicazione adottata il 15 maggio 2023 rivede il quadro di monitoraggio dell’economia circolare, come prevede il Piano d’azione del 2020, affinché possa rispondere alle ultime priorità, tenendo maggiormente conto della neutralità climatica e di altre priorità del Green Deal europeo. 

L’aumento esponenziale dell’estrazione di risorse è la causa principale della triplice crisi planetaria: cambiamento climatico, perdita di biodiversità e inquinamento – ha dichiarato il Commissario UE per l’Ambiente, gli oceani e la pesca, Virginijus SinkevičiusLa maggior parte dei materiali, insieme all’energia incorporata e ad altre risorse utilizzate nella loro produzione, vengono immessi troppo rapidamente in atmosfera, acqua e terra. Il quadro di monitoraggio rivisto evidenzia la necessità di accelerare la transizione verso un’economia circolare, che si sta espandendo in termini di investimenti, valore aggiunto, posti di lavoro e innovazione nell’UE. La circolarità rende il nostro modello di crescita più sostenibile, competitivo e resiliente alle sfide attuali e future in materia di energia e sicurezza dell’approvvigionamento”.

Monitorare i progressi verso un’economia circolare è essenziale per valutare l’efficacia delle politiche e delle misure dell’UE e per identificare le migliori pratiche per la circolarità. Nel 2018 la Commissione ha adottato un quadro di monitoraggio dell’UE per l’economia circolare per misurare i progressi nell’UE e nei suoi Stati membri, sulla base dei dati disponibili provenienti da fonti ufficiali europee. Comprendeva 10 indicatori riguardanti gli aspetti chiave dell’economia circolare e le priorità del precedente Piano d’azione per l’economia circolare (2015), riguardanti la produzione e il consumo, la gestione dei rifiuti, i materiali secondari e la competitività e l’innovazione.

Il quadro di monitoraggio rivisto per l’economia circolare include nuovi indicatori, come l’impronta dei materiali e la produttività delle risorse., che monitorano l’efficienza dei materiali del sistema di produzione e consumo dell’UE, includendo anche nuovi indicatori per misurare i progressi verso gli obiettivi di prevenzione dei rifiuti: elementi chiave di un’economia circolare e a zero inquinamento. Inoltre, il quadro monitora il contributo di un’economia circolare alla sostenibilità, alla neutralità climatica e alla resilienza, tenendo conto dell’impronta dei consumi, delle emissioni di gas a effetto serra derivanti dalle attività di produzione, della dipendenza dalle importazioni di materiali e dell‘autosufficienza dell’UE per le materie prime essenziali.

Fonte: Documento di accompagnamento alla Comunicazione del Gruppo di Lavoro della Commissione UE

La Commissione UE evidenzia come i dati mostrino che mentre la produzione dell’UE è diventata più efficiente sotto il profilo delle risorse, il consumo di materiali nell’UE rimane molto elevato, mentre dovrebbe diminuire. Nel 2020, ogni europeo era responsabile di 35 kg di rifiuti di imballaggi in plastica, con un aumento del 25% rispetto al 2010. Seppure la gestione dei rifiuti sia più sostenibile, permangono grandi differenze tra gli Stati membri e sono necessari grandi sforzi per migliorare la gestione di alcuni flussi di rifiuti, in particolare materie plastiche.

Nonostante alcuni miglioramenti nella circolarità, l’economia dell’UE è ancora per lo più lineare, con i materiali secondari che rappresentano meno del 12% di tutti i materiali utilizzati nell’economia dell’UE, anche se il commercio di materie prime secondarie è in aumento sia all’interno dell’UE che con i paesi terzi. Per molti metalli speciali ed elementi delle terre rare (come litio, gallio e neodimio), il tasso di riciclaggio a fine vita è di circa l’1%, mentre i tassi di riciclaggio a fine vita raggiungono il 16% per il nichel e il 22% per cobalto, entrambe materie prime utilizzate nelle batterie.

Negli ultimi anni, i settori dell’economia circolare sono diventati più innovativi e sono cresciuti in termini di investimenti (nel 2021 ammontavano a 121,6 miliardi di euro, pari allo 0,8% del PIL dell’UE), valore aggiunto (in aumento del 27% raggiungendo circa 299 miliardi di euro) e posti di lavoro (4,3 milioni di persone, con un aumento dell’11% rispetto al 2015).

Le emissioni di gas a effetto serra dell’UE derivanti dalle attività produttive sono diminuite di circa il 25% nel periodo 2008-2021, dimostrando che la transizione verso un’economia circolare svolge un ruolo importante nel raggiungimento della neutralità climatica. Tuttavia, l’impronta dei consumi dell’UE è aumentata del 4% tra il 2010 e il 2021 e ha portato a impatti che stanno oltrepassando determinati confini planetari.  

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