Il nuovo Rapporto del Centro di Economia Digitale mostra la fotografia di un Paese che, in un quadro in cui nessuna azienda europea si inserisce tra le prime 20 aziende internet per capitalizzazione, si colloca al 25° posto in base al DESI ovvero l’indicatore che misura il livello di attuazione dell’Agenda digitale dell’UE, nonostante i suoi abitanti trascorrano più di 6 ore al giorno su Internet.
È stato presentato il 13 novembre 2018 il Rapporto sul Digitale, realizzato dal Centro Economia Digitale (CED), nato dall’impegno congiunto di 3 Università romane (La Sapienza, Tor Vergata e Roma Tre) con l’obiettivo di promuovere il tema dell’Economia Digitale nel dibattito sociale, economico, istituzionale e accademico, e basato su numerose e autorevoli fonti nazionali ed internazionali.
Ne emerge che le prime 20 aziende internet per capitalizzazione sono americane o cinesi, con l’Europa che è attualmente la grande assente.
Apple da quando ha lanciato il primo iPhone ha accumulato ricavi per oltre 850 miliardi di dollari, l’iPhone rimane la più grande fonte di reddito di Apple con il 62%, ma le categorie di servizio sono in crescita.
Google con i ricavi pubblicitari pari a oltre 79 miliardi di dollari si assicura la pole position, ma altri marchi tecnologici stanno crescendo più rapidamente.
Microsoft con 660 miliardi di dollari è la società di software più valorizzata. Il 91% di tutti i PC desktop funzionano con Microsoft Windows.
Amazon domina la vendita al dettaglio online, con oltre 180 milioni di visitatori al mese. La quota del Nord America nelle entrate complessive di Amazon è salita al 68%.
Facebook ha oltre 2 miliardi di iscritti e la comunità è ancora in crescita, nonostante la sua enorme base di utenti attivi, ed è detentrice di quasi tutto il mercato pubblicitario sui social media. Il Mobile rappresenta l’89% del fatturato pubblicitario di Facebook.
La Commissione UE per favorire l’innovazione, progresso e crescita economica, facendo leva sul potenziale delle tecnologie digitali, ha definito l’Agenda Digitale. Per comprendere appieno l’effettiva attuazione del Piano strategico da parte degli Stati membri è stato creato il DESI (Digital Economy and Society Index), un indice elaborato dalla DG CNECT della Commissione UE che misura i progressi dei Paesi europei in termini di digitalizzazione dell’economia e della società, aggregando una serie di indicatori strutturati attorno a 5 dimensioni principali:
– Connettività che misura la diffusione delle infrastrutture a banda larga e la loro qualità;
– Capitale umano che misura le competenze necessarie per sfruttare le possibilità offerte da una società digitale;
– Uso di internet che prende in esame la varietà delle attività svolte dai cittadini gia online, dal consumo dei contenuti (video, musica, giochi ecc.) alle attività di comunicazione o di acquisti online e banking;
– Integrazione della tecnologia digitale che misura la digitalizzazione delle imprese e lo sfruttamento del canale di vendita online;
– Servizi pubblici digitali che misura la modernizzazione e digitalizzazione della pubblica amministrazione per fornire migliori servizi alle imprese e ai cittadini.
In base all’ultimo Rapporto DESI , l’Italia si piazza al 25° posto, dietro il nostro Paese c’è solo Bulgaria, Grecia e Romania, agli ultimi posti in tutti i parametri.
“Il problema è la governance di questo processo – ha spiegato il Presidente del Centro Economia Digitale, Rosario Cerra – Il digitale non è un tema tecnologico, di business o di comunicazione, e non è un punto in un’agenda politica, ma un’agenda politica a se stante. È un errore parlare del digitale mettendolo al pari di altre sfide, come la complessità burocratica dello Stato, la lentezza del sistema giudiziario e la diseguaglianza economica. Perché risolvendo la sfida del digitale riusciremmo a semplificare tutte le altre sfide. Secondo noi non ha senso dare vita oggi a un Ministero del Digitale, perché il tema deve essere promosso direttamente dalla Presidenza del Consiglio. Siamo favorevoli invece a un impegno diretto e visibile dei grandi player nazionali (Leonardo, Eni, Enel, Intesa San Paolo…), che stanno già investendo moltissimo nel digitale, e soprattutto auspichiamo l’apertura di una nuova e vera fase della politica industriale per l’Italia attraverso un tavolo aperto fuori dai ritualismi. Il tempo per pensare al digitale è finito: il futuro appartiene a chi decide oggi”
Su una popolazione di 59,33 milioni di abitanti, in Italia gli utenti di Internet sono 43,31 milioni sono online (73%) e più della metà utilizza regolarmente i social media. Facebook conferma la propria leadership e il trend crescente con un +11% su base annua e con al 2° posto Instagram che pure registra una crescita del +22%. Si trascorrono 6 ore e 8 minuti on line più di Gran Bretagna, Francia, Germania e Spagna.
Si passa il doppio del tempo su Internet che guardando la TV. Dei 34 milioni di utenti di Facebook, l’88% vi accede da mobile. In Italia Instagram ha circa la metà degli utenti di Facebook. Per penetrazione dell’e-commerce l’Italia è di 25 punti percentuali sotto Gran Bretagna e 21 sotto la Germania, con il car-sharing servizio maggiormente utilizzato e per ultimo lo home sharing.
Il quadro è decisamente contraddittorio: l’Italia amante di internet e social, non conosce l’economia digitale.