Il Rapporto congiunto JRC-EEA sullo stato del suolo in Europa evidenzia come il degrado del suolo in UE e nei Paesi SEE sia allarmante e in netto peggioramento negli ultimi anni, sottolineando la necessità di un’azione immediata per invertire questa tendenza.
Il degrado del suolo minaccia la nostra competitività, la sicurezza alimentare, la produttività agricola, la biodiversità e la resilienza agli eventi meteorologici estremi e ai cambiamenti climatici. Gli sforzi congiunti a livello UE, nazionale e locale si concentrano sul ripristino della salute del suolo.
I suoli in Europa sono in uno stato critico: ogni anno, 1 miliardo di tonnellate di suolo sono colpite dall’erosione, con l’erosione idrica che è il tipo più diffuso; gli squilibri dei nutrienti sono in aumento, colpendo il 74% dei terreni agricoli; Il carbonio organico, essenziale per mantenere sano il suolo, sta diminuendo rapidamente.
Sono questi i risultati dell’ultimo Rapporto “The state of soils in Europe”, realizzato congiuntamente dal Centro Comune di Ricerca (JRC) e dall’Agenzia europea per l’ambiente (EEA) e presentato in occasione della IV edizione dell’EUSO-Soil Observatory Stakeholder Forum (21-23 ottobre 2024), piattaforma aperta e inclusiva che riunisce scienziati del suolo, decisori politici, rappresentanti regionali e nazionali, gestori del territorio e cittadini interessati, che si pone l’obiettivo di supportare l’impegno dei cittadini e la spinta verso un cambiamento sociale nella percezione dei suoli.
Il Rapporto, che valuta lo stato di degrado del suolo nell’UE e in altri paesi SEE (Spazio economico europeo), tra cui Regno Unito, Ucraina, Turchia e Balcani occidentali, evidenzia uno stato e delle tendenze allarmanti, in netto peggioramento negli ultimi anni, sottolineando la necessità di un’azione immediata per invertire questa tendenza.
Ad esempio, si stima che l’erosione complessiva del suolo ammonti a 1 miliardo di tonnellate all’anno in tutta l’UE. Attualmente, circa un quarto (24%) dei suoli dell’UE è interessato dall’erosione idrica non sostenibile che colpisce circa un terzo (32%) dei terreni agricoli, con proiezioni che fanno riferimento a un possibile aumento del 13-25% entro il 2050. Anche la lavorazione meccanica dei terreni agricoli, una pratica comune in agricoltura, può provocare il fenomeno, chiamato erosione da lavorazione del terreno, che può avere un impatto significativo sui campi coltivati. Altre forme di erosione includono l’erosione eolica e la raccolta delle colture, tra le altre.
Sono in aumento gli squilibri nutrizionali sono in aumento: si stima che ora interessino il 74% dei terreni agricoli. I cambiamenti nella composizione del suolo possono avere conseguenze negative. Ad esempio, il surplus di azoto sta aumentando e può essere dannoso per la salute umana, le colture, gli ecosistemi e il clima. Nel frattempo, il carbonio organico del suolo, essenziale per mantenere il suolo sano, sta diminuendo nelle aree agricole. Si stima che 70 milioni di tonnellate di questo carbonio organico siano andate perse dai terreni minerali delle coltivazioni in tutta l’UE e nel Regno Unito tra il 2009 e il 2018.
Anche il degrado delle torbiere è preoccupante. Queste zone umide sono pozzi di carbonio essenziali: assorbono i gas serra dall’atmosfera e li immagazzinano, contribuendo a mitigare il cambiamento climatico. Quando si deteriorano, le torbiere possono rilasciare quei gas nell’atmosfera. Nell’UE, il drenaggio delle torbiere è responsabile di circa il 5% delle emissioni totali di gas serra. Si stima che il 50% delle torbiere nell’UE sia ora degradato, molte delle quali sono state irrimediabilmente danneggiate.
Fuori dall’UE, la situazione è altrettanto disastrosa, in particolare in Ucraina, dove le attività militari hanno causato una grave distruzione del suolo. Si stima che oltre 10 milioni dei 60 milioni di ettari di terra ucraina siano degradati a causa dell’invasione russa. Il recupero da questo danno potrebbe richiedere decenni o addirittura secoli. In Turchia, circa 1,5 milioni di ettari di terra hanno problemi di salinità, che possono avere un impatto sia sulla produttività agricola che sulla salute dell’ecosistema. I Balcani occidentali hanno segnalato oltre 100 siti contaminati o potenzialmente contaminati identificati a causa di attività minerarie e industriali, sebbene la vera portata dell’inquinamento del suolo in queste aree rimanga sconosciuta.
L’importanza del monitoraggio del degrado del suolo e le politiche agricole
Il monitoraggio del suolo garantisce che il degrado del suolo sia valutato in modo più accurato, promuovendo una gestione sostenibile del suolo e identificando siti potenzialmente contaminati. La raccolta standardizzata dei dati tra gli stati membri dell’UE, assicura che le informazioni raccolte da EUSO e da iniziative come LUCAS-Soil, l’indagine estesa e regolare del suolo superficiale effettuata in tutta l’UE per ricavare statistiche rilevanti per le politiche sugli effetti della gestione del territorio sulle caratteristiche del suolo, siano implementate in modo efficace,.
Come parte della PAC (Politica Agricola Comune), l’uso sostenibile dei suoli agricoli è già supportato attraverso i piani strategici in tutti gli Stati membri da un mix di misure obbligatorie e volontarie per gli agricoltori. Per il periodo 2023-2027, il 47% dei terreni agricoli europei (rispetto al 15% in passato) riceverà sostegno per azioni volte a migliorare i suoli o a evitarne il degrado, anche a causa dell’erosione idrica.