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Costi dell’elettricità da rinnovabili: continuano a scendere

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Il Rapporto dell’Agenzia Internazionale delle Energie Rinnovabili conferma che i costi dell’elettricità generata dalle fonti rinnovabili, in particolare di fotovoltaico ed eolico, hanno continuato a scendere e di questo passo entro il 2020 saranno inferiori a quelli da fonti fossili. L’Italia ha registrato tra il 2010 e il 2017 la maggiore percentuale di riduzione (-79%) dei costi attualizzati (LCOE) per la generazione da fotovoltaico.

Come è ormai consuetudine, l’Agenzia Internazionale delle Energie Rinnovabili (IRENA), ha presentato nel corso dell’Assemblea annuale (Abu Dhabi, 13-14 gennaio 2018) il Rapporto “Renewable Power Generation Costs in 2017” che dimostra come i costi dell’elettricità da fonti rinnovabili siano diminuiti significativamente nel 2017.

Il Rapporto segnala che il costo dell’energia eolica è diminuito dal 2010 del 23% ed è attualmente disponibile a 4 centesimi di dollaro a KWh, mentre quello del fotovoltaico è sceso dallo stesso anno del 73% e si è portato ad un LCOE (costo attualizzato dell’elettricità generata da una certa fonte) di 10 centesimi di dollaro a kWh, con prospettive di un dimezzamento entro il 2020. I migliori progetti di energia eolica e fotovoltaica entro 2 anni sarebbero in grado di fornire l’elettricità a 3 centesimi di dollaro a kWh.

Attualmente il costo dell’elettricità prodotta da fonti fossili a livello globale varia da un minimo di 5 centesimi di dollaro per ogni kWh ad un massimo di 17 centesimi.

Questa nuova dinamica segna un significativo cambiamento nel paradigma energetico – ha dichiarato Adnan Z.Amin, Direttore generale di IRENA – Queste riduzioni Questi cali dei costi nelle tecnologie non hanno precedenti e rappresentano il livello in cui l’energia rinnovabile sta sconvolgendo il sistema energetico globale”.

Il Rapporto evidenzia che anche le altre forme di produzione di energia rinnovabile, come i progetti di bioenergia, geotermia ed energia idroelettrica negli ultimi 12 mesi hanno gareggiato alla pari con i costi di produzione da combustibili fossili e che l’andamento è sempre più verso una maggiore economicità.

“Passare alle energie rinnovabili nella nuova produzione elettrica non è più, semplicemente, una decisione rispettosa dell’ambiente, ma anche, in modo schiacciante, una mossa economica intelligente – ha osservato Amin – Ci aspettiamo che la transizione acquisti ulteriore slancio, sostenendo posti di lavoro, crescita, miglioramento della salute, resilienza nazionale e mitigazione del clima in tutto il mondo nel 2018 e oltre”.

Tra gli altri risultati forniti dal Rapporto, si segnala che ad ogni raddoppio della capacità installata cumulativa per l’energia eolica onshore consegue una riduzione dei costi d’investimento del 9%, mentre l’elettricità prodotta diventa più economica del 15%.

Anche le pratiche competitive di acquisto e l’emergere di un’ampia base di sviluppatori di progetti medio-grandi con esperienza nel settore, sono indicati come nuovi fattori di riduzione dei costi, assieme ai continui progressi tecnologi.

L’analisi di IRENA è azzeccata, il punto di non ritorno per le rinnovabili è già stato raggiunto in molti mercati per l’energia solare e l’eolico on-shore – ha dichiarato Tim Buckley, Direttore degli Studi di finanza energetica presso l’Istituto statunitense per l’economia e l’analisi finanziaria (IEEFA) – Basti osservare i risultati delle aste nel 2017 in Brasile, Cile, Messico, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e India, con effetti tariffari in calo del 50% negli ultimi due anni per rendersi conto che le rinnovabili sono la fonte a basso costo per nuove forniture”. 

Il 2017 ha visto anche un cambiamento nel costo dell’energia solare a concentrazione in Australia e dell’eolico offshore in Germania e nel Regno Unito – ha proseguito Buckley –la trasformazione del mercato dell’elettricità globale guidata dalla tecnologia e dalla finanza è inarrestabile“.

Nel Rapporto c’è un’annotazione interessante a pagina 70 che riguarda l’Italia dove il mercato del fotovoltaico “ha registrato la maggiore percentuale di riduzione di LCOE tra il 2010 e il 2017 (-79%), guidata dalle riduzioni dei prezzi dei moduli, ma anche da significative tagli su tutta la linea nei costi del BoS [ndr: l’acronimo BoS indica “balance of system”, comprendendo le voci di spesa diverse dalla batteria come l’acquisizione del cliente, l’inverter, l’installazione e la connessione dei sistemi di accumulo]”.

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