Cambiamenti climatici Clima

CAT: con questi Piani la temperatura a fine secolo salirà di 3 °C

CAT (Carbon Action Initiative) ha presentato a Bonn dove è in corso la sessione degli organi sussidiari dell’UNFCC, l’analisi di metà anno sula coerenza dei Piani presentati dai Paesi con l’obiettivo dell’Accordo di Parigi.

A Bonn, dove è in corso (17-27 giugno) la 50ma Sessione di SBSTA, l’ “organo sussidiario” di consulenza scientifica e tecnica, e di SBI, l’organo sussidiario per l’attuazione, della Convezione quadro dell’ONU sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC), il CAT (Carbon Action Tracker), Gruppo di prestigiosi Istituti e Organismi di Ricerca che monitora obiettivi, impegni e azioni in atto dei singoli Paesi in materia di riduzione delle emissioni di gas serra, ha presentato il briefing di aggiornamento di metà anno che prende in esame i Piani (NDC) di 24 dei 32 Paesi che tiene costantemente sotto osservazione, tra cui l’UE che viene considerata come un unico Stato.

Ne emerge che se tutti gli Stati riuscissero a centrare gli obiettivi dichiarati, la temperatura media globale aumenterebbe di 3°C entro fine secolo, il doppio rispetto al limite più ambizioso fissato nell’Accordo di Parigi (2015).

Già lo scorso marzo, il “Global Energy & CO2 Status Report 2018” (GECO) dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA) aveva segnalato che la concentrazione annuale media globale di CO2 nell’atmosfera è stata di 407,4 ppm nel 2018, in aumento di 2,4 ppm rispetto al 2017, raggiungendo il nuovo massimo storico, per il massiccio uso che si è fatto del carbone per produrre energia elettrica.

Al contempo, segnala il Rapporto del CAT, sono aumentate le emissioni generate dal consumo di gas naturale, a seguito dell’intensa attività (shale gas) degli USA e dalle fuoriuscite di metano per il fracking, mentre le nuove installazioni di energie rinnovabili sono rimaste per la prima volta stabili dopo un decennio di continua crescita.

Gli analisti concentrano le proprie preoccupazioni su quegli Stati che avevano già presentato Piani del tutto inadeguati per l’obiettivo concordato, ovvero quelli di Russia, Arabia Saudita, Turchia, Ucraina e Stati Uniti, con i quali la temperatura salirebbe di oltre 4 °C.

Gravemente insufficienti anche i Piani di 9 Paesi (Argentina, Cile, Cina, Indonesia, Giappone, Singapore, Sud Africa, Corea del Sud ed Emirati Arabi Uniti) che, se attuati, non sarebbero lontani dal +4 °C

Le strategie predisposte da altre 10 nazioni (Australia, Brasile, Canada, Unione europea, Kazakistan, Messico, Nuova Zelanda, Norvegia, Perù e Svizzera) farebbero innalzare sopra i 3 °C il global warming e i Piani di 5 Stati (Bhutan, Costa Rica, Etiopia, India e Filippine) lo manterrebbero sotto i 2°C.

Solo quelli di Marocco e Gambia sono risultati in linea con il contenimento dell’innalzamento delle temperature globali entro 1,5 °C per fine secolo.

Nello stesso tempo, segnala il CAT, ci sono Paesi che potrebbero allineare i propri NDC all’obiettivo dell’Accordo di Parigi, qualora esprimessero un’ambizione maggiore di cui sono potenzialmente capaci: tra cui, India, Cina e UE.

È pur vero che l’analisi non tiene conto delle ultime prese di posizione di alcuni Governi e Stati che hanno annunciato di voler raggiungere net zero emission al 2050 e che altri se ne aggiungeranno prima del Vertice sul Clima di settembre 2019 indetto dal Segretario generale dell’ONU.

Stiamo assistendo a un numero crescente di Governi che iniziano a parlare di emissioni nette zero entro il 2050, ma sappiamo anche che dobbiamo dimezzare le emissioni globali entro il 2030 per mantenere vivo l’obiettivo del +1.5 °C, ma la maggior parte dei Governi non è affatto vicina l’azione che devono intraprendere –  ha affermato Niklas Höhne del NewClimate Institute, una delle Organizzazioni scientifiche che fanno parte del CAT – Le preoccupazioni dei cittadini stanno aumentando rapidamente, con movimenti globali come Friday for Future e Extinction Rebellion che stanno spingendo i Governi ad agire, mentre le persone scendono in piazza. Stiamo passando dai cambiamenti climatici alla crisi climatica, e con la crescita di consapevolezza dell’opinione pubblica ci aspettiamo che i Governi sappiano intraprendere azioni coraggiose“.

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