Il Rapporto di UNIRIMA conferma l’eccellenza in Europa di un settore industriale dell’economia circolare, che alla politica chiede di essere supportato adeguatamente a partire dalla tempestiva emanazione dei Decreti End of Waste.
Nel corso del Convegno “La filiera della carta cuore dell’Economia Circolare” (Roma, 16 luglio 2019) è stato presentato il Rapporto 2019 “La produzione di materia prima secondaria dalla raccolta di carta e cartone” di UNIRIMA (Unione Nazionale Imprese Recupero e Riciclo Maceri), l’Associazione autonoma nata dalla fusione di Unionmaceri e Federmacero, le due principali federazioni operanti nel settore della carta da macero, realizzato dalla Società di consulenza Althesys.
Il Rapporto evidenzia la crescita del settore con circa 6,6 milioni di tonnellate di carta riciclata nel 2018 dalle aziende capillarmente diffuse sul territorio italiano, e una percentuale di riciclo degli imballaggi cellulosi dell’81,1%. Ma se da un lato c’è un incremento delle raccolte differenziate e del riciclo, il mercato frena ed i prezzi della carta da macero crollano.
“Mentre per decenni le nostre imprese hanno creato valore dal recupero dei materiali e questo valore è stato distribuito nella filiera, fino al produttore del rifiuto, che si è visto riconoscere un corrispettivo economico per la cessione del materiale piuttosto che essere costretto a pagare come avveniva per tutti gli altri rifiuti, il notevole deprezzamento che sta interessando da diversi mesi uno dei materiali cardine dell’Economia Circolare, cioè la carta, impone un cambiamento di paradigma da parte di tutti i soggetti coinvolti nella filiera ad iniziare dal produttore dei rifiuti – ha affermato Giuliano Tarallo Presidente di UNIRIMA – La crescente competizione globale, la necessità di standard qualitativi elevati e la peculiare struttura industriale italiana richiede un’accelerazione nell’industrializzazione del settore dei maceri e nell’irrobustimento delle imprese”.
In Italia la produzione cartaria nel 2018 si è attestata intorno ai 9 milioni di tonnellate. Il 57% di tale produzione ha come materia prima il macero (carta riciclata) proveniente da raccolta differenziata. Se al quantitativo proveniente dalla raccolta differenziata sommiamo le quantità importate, sul mercato italiano nel 2018 sono finite 10,7 milioni di tonnellate di carta.
Nel 2018 sono state circa 3,4 milioni le tonnellate di carta e cartone provenienti dalla raccolta differenziata dei rifiuti urbani e assimilati, mentre l’altra metà della carta raccolta, conferita agli impianti di produzione MPS, proviene dalle attività commerciali ed industriali (rifiuti speciali). Le performance più soddisfacenti in termini di raccolta comunale rimangono quelle delle regioni del Nord (52,6%), a seguire quelle del Centro (23,4%). Ancora basse le percentuali di raccolta registrate al Sud che tuttavia, sempre nel 2018, è stata l’area del Paese con il miglior tasso di crescita.
Circa 5,1 milioni di tonnellate di carta da macero prodotte sono andate alle cartiere italiane e 1,9 milioni all’export pari a circa il 29% del totale. L’Italia è da circa 10 anni, un esportatore netto di quei quantitativi di carta da macero che nel sistema economico nazionale rappresentano un “surplus”. Le esportazioni, destinate in gran parte a cartiere del Sud Est asiatico (di cui circa 1 milione alla Cina), rappresentano quindi un elemento fondamentale del comparto delle imprese del macero e dell’intera filiera.
Tuttavia, proprio quando il comparto ha raggiunto la migliore performance rispetto agli standard europei, il valore di mercato della carta da macero ha subito un crollo. I cambiamenti dello scenario internazionale, derivanti in primo luogo dalla guerra commerciale fra Cina e USA, ma anche dalle nuove politiche di altri Paesi del sud-est asiatico, hanno portato ad un surplus di carta da macero su tutti gli altri mercati, con il materiale americano deviato dal mercato cinese e dirottato su altri Paesi.
Le ripercussioni sul settore hanno determinato un affossamento delle quotazioni della carta da macero il cui valore è tornato ai minimi storici come nel 2008: da gennaio 2019 a giugno 2019 il prezzo del cartone è crollato di oltre il 32%.
Il Rapporto fotografa, inoltre, la sempre più cronica indisponibilità di impianti per lo smaltimento finale degli scarti derivanti dal trattamento dei rifiuti recuperabili, che ha determinato un incremento notevole dei costi di smaltimento di questa parte residuale del ciclo ed il conseguente impatto economico sulla filiera. La causa di questa cronica carenza di impianti finali è da ricercare nel diffuso atteggiamento ostativo da parte delle comunità locali a qualsivoglia tipo di impianti di destinazione finale dei rifiuti.
“Un comparto storico quelle delle imprese del macero, che in questa fase sta attraversando un periodo di crisi dovuto al crollo dei prezzi – ha sottolineato Francesco Sicilia, Direttore Generale di UNIRIMA – Ma per supportare adeguatamente questo strategico settore industriale della cosiddetta “economia circolare” occorre passare dalle parole ai fatti: armonizzare e semplificare la normativa, limitare l’assimilazione dei rifiuti speciali ai rifiuti urbani, favorire i mercati di sbocco delle materie prime secondarie, sviluppare indicatori di performance ambientali, gestionali ed economici, emanare al più presto il decreto End of Waste carta”.
Una posizione condivisa da Assocarta che in occasione della presentazione in anteprima lo scorso giugno del Rapporto ambientale dell’Associazione di Confindustriache raggruppa le imprese produttrici di cellulosa, carta e cartone in Italia, aveva dichiarato per bocca del suo Presidente Girolamo Marchi che “Se non recuperiamo gli scarti del riciclo sarà difficile fare il riciclo e l’Economia Circolare!”.
In Allegato al Rapporto UNIRIMA è inserito il Position paper di EuRIC (la Confederazione europea delle Industrie del Riciclo cui aderisce UNIRIMA) sul Metodo di calcolo ai sensi della Direttiva quadro sui rifiuti modificata (DQA) per il riciclaggio della Carta.
“Convegno di UNIRIMA arriva in un difficile momento di transizione, che vedrà nei prossimi mesi il passaggio dell’Italia alla Circular Economy – ha dichiara Cinzia Vezzosi, Presidente di EuRIC – I reali contorni di questo percorso non sono stati, tuttavia, ancora chiaramente delineati a livello normativo, poiché i criteri direttivi contenuti nella Legge di Delegazione europea 2018 non risultano ancora approvati dal Parlamento. Sarà, pertanto, un utile momento di approfondimento, per fare emergere e analizzare i problemi che assillano il Settore del Recupero/Riciclaggio nel nostro Paese. In questo quadro crediamo che EURIC rappresenti sicuramente un utile “ponte” tra la complessa e variegata realtà italiana e la Commissione UE”.