In vista del Summit della Conferenza delle Parti (COP15) della Convenzione sulla Biodiversità (CBD) di Kunming (25 aprile – 8 maggio 2022) che dovrà adottare il Piano post-2020, un gruppo di 50 scienziati di 23 Paesi hanno consegnato ai governi un’analisi scientifica per orientare le decisioni, in cui si sottolinea che l’obiettivo proposto di proteggere il 30% della terra e dei mari entro il 2030 è importante, ma senza cambiamenti rapidi, profondi e radicali trasformativo l’umanità rimarrà molto al di sotto di quel che sarebbe necessario per piegare la curva della perdita di biodiversità.
Arrestare, quindi invertire, la pericolosa e continua perdita della diversità vegetale e animale della Terra richiede molto più di un sistema globale ampliato di aree protette di terra e mari. È necessaria un’azione coordinata e di successo attraverso una serie diversificata e interconnessa di cambiamenti “trasformativi”, tra cui massicce riduzioni dei sussidi dannosi all’agricoltura e alla pesca, profonde riduzioni del consumo eccessivo e il mantenimento del riscaldamento globale entro 1,5 °C.
È la sintesi della corposa analisi di 50 scienziati di 23 paesi che il 19 gennaio 2022 hanno consegnato ai governi una sintesi della scienza che informa e sostiene i 21 obiettivi proposti nella bozza del Quadro Globale per la Biodiversità (GBF) post-2020, in fase di negoziazione nell’ambito della Convenzione delle Nazioni Unite sulla diversità biologica (CBD), la cui Conferenza delle Parti (COP15), prevista inizialmente nell’ottobre 2020 a Kunming (Cina), a seguito della pandemia posticipata a maggio 2021, e poi ancora rinviata ad ottobre 2021, quando si è svolta online una prima parte che ha adottato una Dichiarazione che impegna le Parti a sostenere il Piano di attuazione post-2020 che sarà formalmente adottato, durante lo svolgimento della seconda parte in presenza che si svolgerà sempre a Kunming (25 aprile – 8 maggio 2022), Covid-19 permettendo.
L’analisi è stata coordinata da due rinomati enti scientifici internazionali: bioDISCOVERY un programma di ricerca internazionale che promuove attività collaborative interdisciplinari al fine di migliorare la nostra comprensione di come la biodiversità e gli ecosistemi rispondono ai cambiamenti ambientali e per superare le barriere che impediscono l’uso delle osservazioni e della modellazione nella gestione e il processo decisionale, e il Group on Earth Observations Biodiversity Observation Network (GEO BON), la cui missione è migliorare l’acquisizione, il coordinamento e la fornitura di osservazioni sulla biodiversità e servizi correlati agli utenti, inclusi i decisori e la comunità scientifica
“L’obiettivo di proteggere il 30% di tutte le terre e mari è importante e attira molta attenzione – ha osservato Paul Leadley, ex presidente di bioDISCOVERY e professore all’Università Paris-Saclay – L’espansione delle aree protette è un buon inizio se fatto bene, ma molto al di sotto di ciò che è necessario per arrestare e invertire la perdita di biodiversità, ovvero ‘ piegare la curva della biodiversità’, come viene chiamata. Ci sono evidenti prove che non riusciremo ancora a raggiungere gli ambiziosi obiettivi internazionali in materia di biodiversità se ci si concentra troppo sulle aree protette a scapito di altre azioni urgenti che affrontano le minacce alla biodiversità. I governi sono chiaramente in difficoltà ad intraprendere con ampiezza profondità i ‘cambiamenti trasformativi’ necessari per piegare la curva della biodiversità, e talvolta sembrano riluttanti ad affrontarli. Ma sono necessari cambiamenti profondi e a lungo termine per apportare grandi benefici alle persone“.
Le principali conclusioni e raccomandazioni del gruppo di scienziati sono evidenziati
in 8 messaggi chiave della Parte I del documento.
Il successo richiede un cambiamento trasformativo
Messaggio chiave 1: Gli elevati livelli di ambizione per arrestare e invertire la perdita di biodiversità (obiettivo A) non possono essere raggiunti senza un cambiamento trasformativo che è una “riorganizzazione fondamentale a livello di sistema attraverso fattori tecnologici, economici e sociali, inclusi paradigmi, obiettivi e valori, necessaria per la conservazione e l’uso sostenibile della biodiversità, il benessere umano a lungo termine e lo sviluppo sostenibile”.
È necessario un portafoglio di azioni per affrontare i driver interagenti
Messaggio chiave 2: Il raggiungimento di obiettivi ambiziosi per gli ecosistemi, le specie e la diversità genetica (obiettivo A) dipende da un portafoglio completo di azioni volte a ridurre tutti i fattori diretti alla perdita di biodiversità dovuti al cambiamento dell’uso del suolo e del mare, allo sfruttamento diretto degli organismi, ai cambiamenti climatici, all’inquinamento, alle specie aliene invasive e alle loro interazioni.
L’azione deve essere coordinata e i progressi valutati frequentemente
Messaggio chiave 3: Gli obiettivi globali del GBF forniscono un modello importante per l’azione, ma è il modo in cui questi obiettivi vengono attuati e il modo in cui le azioni sono coordinate a livello locale, nazionale e internazionale che determineranno il successo nel raggiungimento degli obiettivi per la biodiversità. Valutazioni regolari dell’attuazione degli obiettivi e dei loro contributi al progresso verso obiettivi e pietre miliari chiaramente definiti per la biodiversità sono quindi elementi vitali del GBF.
È essenziale affrontare le minacce negli ecosistemi naturali e gestiti
Messaggio chiave 4: invertire la perdita di biodiversità richiederà di affrontare le minacce alla biodiversità negli ecosistemi naturali e gestiti, nonché le interconnessioni tra di essi. Gli ecosistemi “naturali” e “gestiti” differiscono per specie e composizione genetica, funzioni ecosistemiche e fornitura di benefici alle persone, quindi gli obiettivi di azione, gli stati di riferimento, i requisiti di monitoraggio e gli indicatori pertinenti differiscono tra loro.
Tutte le dimensioni della biodiversità sono interconnesse e questo dovrebbe guidare l’azione
Messaggio chiave 5: tutte le dimensioni della biodiversità – genetica, popolazione, specie, comunità ed ecosistema – mostrano risposte interconnesse ai driver umani. Gli sforzi per mitigare gli effetti sui fattori trainanti sulla dimensione (ad esempio l’abbondanza di popolazione) dipenderanno dall’azione su altre dimensioni (ad esempio la diversità genetica). La conoscenza delle relazioni interconnesse tra le dimensioni può essere utilizzata per guidare la definizione delle priorità per la conservazione.
Agire ora e continuare a farlo per garantire il recupero
Messaggio chiave 6: un’azione ambiziosa è necessaria quanto prima e deve essere sostenuta nel tempo se vogliamo mettere la biodiversità in una tendenza al recupero entro la metà del secolo. Ci sono buone prove che mentre alcune dimensioni della biodiversità si riprendono rapidamente dopo l’azione di conservazione, molte mostrano cambiamenti di lunga durata o ritardati in risposta alle azioni per mitigare gli effetti dei fattori trainanti.
Coordinare le azioni tra le località
Messaggio chiave 7: l’entità di cambiamento della biodiversità e l’importanza relativa dei fattori trainanti variano notevolmente da una scala all’altra e da un luogo all’altro, e i fattori trainanti in un luogo possono influenzare la biodiversità lontano in altri luoghi.
Investire nel monitoraggio per guidare un’azione efficace
Messaggio chiave 8: La corretta attuazione del GBF richiede un investimento sostanziale nella capacità di monitoraggio per rilevare i cambiamenti e attribuire fattori determinanti. Garantire la fornitura e l’accesso ai dati che sono alla base dell’uso efficace degli indicatori per monitorare i progressi e guidare le azioni necessarie per attuare il GBF a livello locale, nazionale e internazionale. La serie di indicatori per monitorare i progressi verso l’obiettivo A del GBF dovrebbe essere ampliata per coprire in modo completo i risultati, i driver e le azioni, e le interdipendenze tra di loro.
“Il punto essenziale è che non esiste un collegamento ‘uno a uno’ tra un obiettivo di azione e un traguardo o un obiettivo specifico, tra di loro esistono relazioni ‘molti-a-molti’ – ha affermato Lynne Shannon, co-presidente di bioDISCOVERY, ecologa marina e ricercatrice senior presso il Marine Research Institute dell’Università di Città del Capo – Dobbiamo riconoscere, quindi, le complesse relazioni tra target, traguardi e obiettivi e intraprendere la nostra pianificazione e le nostre azioni in modo integrato“.
Per presentare la sintesi e i messaggi chiave della relazione, il 25 gennaio 2022 GEO BON e bioDISCOVERY ospiteranno, con il supporto del Segretariato CBD, un webinar informale, suddiviso in due sessioni in base ai fusi orari, a cui è possibile partecipare iscrivendosi, che sarà registrato e reso disponibile sul sito web della Convenzione.
In copertina: Ibis scarlatto (Eudocimus ruber)
Fabio Bastianelli