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BCE: i cambiamenti climatici e l’allegoria del “Consiglio dei topi”

La Presidente della BCE ha annunciato che l’istituzione di Francoforte costituirà un Centro sui cambiamenti climatici per studiare come affrontare la questione, integrandola con le attività di politica monetaria e supervisione bancaria di cui si occupa, riconoscendo che non si può più continuare ad aspettare che qualcun altro agisca per affrontare la sfida più grande che attende l’umanità, con il rischio di fare la fine dei topi di cui alla celebre favola.

La Banca Centrale Europea (BCE) costituirà un Centro sui cambiamenti climatici con l’obiettivo di riunire le attività e le competenze sulle questioni climatiche, diffuse ora tra le varie sezioni della BCE, che sarà operativo nei primi mesi del 2021.

L’annuncio è stato dato dalla Presidente della BCE Christine Lagarde nel corso di un discorso tenuto il 25 gennaio 2021 in occasione della Conferenza online “Green Central Banking: What are the right concepts?”, promossa dall’Institute for Law and Finance (ILF) dell’Università di Francoforte sul Meno.

Il suo intervento è iniziato e si è concluso con due citazioni letterarie che hanno per protagonisti i topi. Nella favola “Il consiglio dei topi” di La Fontaine (Libro II, favola 2), un Gruppo di topi si era riunito per discutere come comportarsi con un gatto che li stava mangiando. Venne approvato un piano che prevedeva di mettergli un campanello sulla coda in modo che potessero sentirlo arrivare e scappare prima di essere catturati. Tuttavia, quando si trattò di individuare chi lo dovesse fare, ogni topo trovò un motivo per cui non era adatto per tale operazione, individuando di volta in volta qualcun altro che più opportunamente avrebbe potuto assolvere al compito. Così al gatto non fu addossato alcun campanello e per i topi la vicenda finì male.

In molti modi, quella favola descrive la reazione dell’umanità alle minacce poste dai cambiamenti climatici – ha affermato la Presidente della BCE – Già nel 1986, la copertina di Der Spiegel mostrava la cattedrale di Colonia semisommersa dall’acqua e il titolo annunciava ‘Catastrofe climatica’. Questo è solo uno degli esempi, tra i tanti, che dimostra come le persone fossero consapevoli dei rischi rappresentati dai cambiamenti climatici una generazione fa. Tuttavia, quantunque molte persone fossero consapevoli della gravità della questione e sul fatto che qualcosa dovesse essere fatto, l’azione concreta è stata molto meno diffusa”.

Proprio come con i topi della favola, l’inazione ha conseguenze negative e le implicazioni di non affrontare i cambiamenti climatici sono già visibili.
La Lagarde ha rammentato che a livello globale, gli ultimi sei anni sono stati anche i più caldi mai registrati e il 2020 è stato il più caldo di sempre in Europa. Anche i disastri causati dai pericoli naturali sono in aumento, con conseguenti danni per 210 miliardi di dollari nel 2020. Un’analisi di oltre 300 studi peer-reviewed sui disastri ha rilevato che quasi il 70% degli eventi analizzati sono conseguenza dei cambiamenti climatici correlati alle attività umane.

In un recente Studio-appello di 17 scienziati di riconosciuta fama è stato lanciato l’allarme su un “orribile futuro” che attende l’umanità continuando nell’inazione e in misure inefficaci su cambiamenti climatici e perdita di biodiversità.

Le banche centrali non sono responsabili della politica climatica e gli strumenti più importanti necessari non rientrano nel nostro mandato – ha sottolineato la Lagarde – Ma il fatto che non siamo al posto di guida non significa che possiamo semplicemente ignorare i cambiamenti climatici o che non abbiamo un ruolo per combatterli”.

La decisione di istituire il centro sui cambiamenti climatici, ha proseguito la Presidente della BCE, riflette la crescente importanza del riscaldamento globale per l’economia e la politica dell’organismo di regolamentazione di Francoforte, nonché la necessità di un approccio più strutturato alla pianificazione strategica e al coordinamento.

I cambiamenti climatici coinvolgono tutte le nostre aree politiche e il Centro fornisce la struttura di cui abbiamo bisogno per affrontare la questione con l’urgenza e la determinazione che merita una delle maggiori sfide che devono essere affrontate dall’umanità in questo secolo, su cui finalmente ora c’è un ampio consenso ad agire. Ma quell’accordo deve essere tradotto urgentemente in misure concrete – ha continuato la Lagarde, riferendosi ovviamente all’Accordo di Parigi, per rientrare nel quale il neo-Presidente degli USA Joe Biden ha firmato il 21 gennaio 2021 l’ordine esecutivo – La BCE contribuirà a questo sforzo nell’ambito del suo mandato, agendo in tandem con i responsabili della politica climatica”.

A differenza dei topi della favola, non solo dobbiamo riconoscere che non possiamo continuare ad aspettare che qualcun altro agisca, ma dobbiamo anche riconoscere che il peso non può ricadere su una sola parte – ha concluso – Non esiste un’unica panacea per i cambiamenti climatici e combatterli richiede rapidi progressi su diverse dimensioni. Affidarsi a una sola soluzione, o a un solo partito, non sarà sufficiente per evitare una catastrofe climatica. E qui possiamo effettivamente imparare qualcosa dai topi. Come scrisse il commediografo romano Plauto: ‘Pensa a quanto è saggio il topolino che non affida mai la sua vita ad un solo buco’ (Truculentus , Atto IV, scena IV, 15)”.

I discorsi della Presidente della BCE, riflettendo la posizione ufficiale dell’organismo, vengono attentamente esaminati dagli operatori di mercato e dagli analisti per cogliere gli sviluppi delle politiche finanziarie dell’UE, e l’annuncio separato nello stesso giorno, ma in modo correlato, che la BCE avrebbe investito parte dei propri fondi in un nuovo Fondo di obbligazioni verdi lanciato dalla Banca dei regolamenti internazionali (BRI) è un ulteriore segnale, assieme al recente via libera della Banca Europea degli investimenti (BEI) alla sua trasformazione  in “Banca del Clima”, che la tabella di marcia del Green Deal europeo prosegue senza ritardi e che la transizione verso la decarbonizzazione è il percorso ineludibile per una ripresa sostenibile e resiliente.

Non casualmente, il World Economic Forum di quest’anno, appena apertosi online con i “Dialoghi di Davos“,in attesa che possa svolgersi a maggio l’evento in presenza, ha per tema “The Great Reset” .

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