Economia e finanza Società

Oxfam: il Covid-19 fa aumentare le disuguaglianze

Alla vigilia del World Economic Forum, Oxfam International ha presentato il tradizionale Rapporto sulle disuguaglianze che quest’anno, per la prima volta, evidenzia come per effetto della pandemia il divario economico tra ricchi e poveri crescerà in tutti i Paesi.

Le 1.000 persone più ricche del mondo hanno recuperato in appena nove mesi tutte le perdite che avevano accumulato per l’emergenza Covid-19mentre i più poveri per riprendersi dalle catastrofiche conseguenze economiche della pandemia potrebbero impiegare più di 10 anni.

È quanto emerge da nuovo Rapporto “The Inequality Virus” che Oxfam International, la Confederazione di organizzazioni no-profit che si dedicano alla riduzione della povertà globale attraverso aiuti umanitari e progetti di sviluppo, presenta ogni anno alla vigilia del World Economic Forum che quest’anno si svolge online con i “Dialoghi di Davos“, (26-29 gennaio 2021), in attesa dello svolgimento in presenza previsto tra il 13 e 16 maggio a Singapore, considerata la località più appropriata per garantire la sicurezza dei partecipanti sul tema “The Great Reset” per ricostruire l’economia globale su basi sostenibili, eque e resilienti dopo la pandemia di Covid-19.

Il virus della disuguaglianza” (qui il Summary in italiano) mostra come la pandemia abbia acuito le disuguaglianze economiche e sociali, razziali e di genere preesistenti: grazie a un sistema economico iniquo un’élite di miliardari ha continuato a accumulare ricchezza nel corso della più grave crisi dai tempi della Grande Depressione, mentre miliardi di persone sono state spinte sull’orlo della povertà. 

La recessione è finita per i super-ricchi. Nel mondo i 10 uomini più ricchi hanno visto la loro ricchezza aumentare di 540 miliardi di dollari dall’inizio della pandemia: si tratta di una somma che sarebbe più che sufficiente a pagare il vaccino per tutti gli abitanti del Pianeta e ad assicurare che nessuno cada in povertà a causa del virus. Basti pensare che tra marzo e dicembre 2020, mentre la pandemia innescava la più grave crisi occupazionale degli ultimi 90 anni, lasciando centinaia di milioni di persone disoccupate o sotto-occupate, il valore netto del patrimonio di Jeff Bezos è aumentato di 78,2 miliardi di dollari.

Le donne, ancora una volta, le più colpite. A livello globale, le donne sono maggiormente impiegate proprio nei settori professionali più duramente colpiti dalla pandemia. Se il livello di occupazione tra uomini e donne fosse uguale in questi settori, 112 milioni di donne non correrebbero più il rischio di perdere il proprio lavoro e quindi il proprio reddito. Ciò è evidente in Medioriente e Africa del nord, dove le donne rappresentano solo il 20% della forza lavoro, ma le perdite di posti di lavoro dovute al Covid-19, secondo le stime, incideranno sull’occupazione femminile per il 40%. In generale, le donne rappresentano oltre il 70% della forza lavoro impiegata in professioni sanitarie o lavori sociali e di cura. Questo le espone a maggiori rischi in tempo di pandemia – sanitari ma anche collegati alla tutela del reddito.

La pandemia uccide in modo disuguale. I brasiliani di ascendenza africana hanno il 40% di probabilità in più di morire di COVID-19 rispetto alla popolazione bianca; negli Stati Uniti, 22.000 cittadini afroamericani e latino-americani sarebbero ancora vivi se il loro tasso di mortalità fosse stato uguale a quello dei bianchi.

109 miliardi di extra-profitti rispetto alla media dei quattro esercizi finanziari precedenti: è la previsione per il 2020, basata su dati societari del primo semestre, del risultato economico complessivo di 32 tra le più grandi multinazionali al mondo. Si stima che l’88% degli profitti in eccesso sia stato destinato alla remunerazione degli azionisti.

“Potremmo assistere ad un aumento esponenziale delle disuguaglianze, come mai prima d’ora – ha dichiarato Gabriela Bucher, Direttrice di Oxfam International – Una distanza tanto profonda tra ricchi e poveri da rivelarsi più letale del virus stesso. Mentre un’élite di pochi miliardari ha tratto enormi profitti dalla pandemia, le piccole e medie attività stentano a resistere, e sempre più persone perdono il lavoro, finendo in povertà. Tra tutti sono le donne e le minoranze etniche a subire il peso maggiore della crisi. In molti paesi sono i primi a rischiare di soffrire la fame e ritrovarsi tagliati fuori dall’assistenza sanitaria”.

Con la ripresa dei mercati azionari le fortune dei miliardari hanno raggiunto i massimi storici: a dicembre la loro ricchezza totale aveva raggiunto gli 11.950 miliardi di dollari, l’equivalente delle risorse stanziate da tutti i Paesi del G20 per rispondere agli effetti della pandemia. La ripresa per chi era in difficoltà già prima del Covid sarà dura e lunga: prima che il virus colpisse, la metà dei lavoratori nei Paesi più vulnerabili versava in condizione di povertà e i tre quarti della forza lavoro non godeva di alcuna forma di protezione sociale, come l’indennità di malattia e i sussidi di disoccupazione.

Per la prima volta in un secolo, si potrebbe registrare un aumento della disuguaglianza economica in quasi tutti i Paesi contemporaneamente. Un sondaggio globale svolto da Oxfam tra 295 economisti in 79 Paesi – tra cui Jeffrey Sachs, Jayati Ghosh e Gabriel Zucman – rafforza tali previsioni: l’87% degli intervistati si aspetta “un aumento” o “un significativo aumento” della disuguaglianza di reddito nel proprio Paese, a causa della pandemia.
In assenza di un’azione adeguata e coerente da parte dei Governi, la Banca Mondiale prevede inoltre che entro il 2030 oltre mezzo miliardo di persone in più vivranno in povertà, con un reddito inferiore a 5,50 dollari al giorno.

L’aumento delle disuguaglianze non è un fenomeno inevitabile, ma dipende dalle scelte politiche dei governi – ha aggiunto la Direttrice di Oxfam International – La crisi generata dal Covid-19 offre ai Governi di tutto il mondo l’occasione di adottare politiche in grado di promuovere sistemi economici più equi e inclusivi. Affrontare le cause strutturali della disuguaglianza per Oxfam vuol dire in primo luogo investire nella copertura sanitaria universale e gratuita, nell’istruzione e in altri servizi pubblici che possono ridurre le disparità; promuovere il lavoro dignitoso, libero dallo sfruttamento anche incentivando modelli di impresa che distribuiscono il valore in modo più equo tra tutti gli stakeholder e non incentrati sulla mera massimizzazione degli utili per gli azionisti; attuare politiche orientate alla giustizia fiscale; riorientare i nostri modelli di produzione e consumo in modo da porre un freno alla grave crisi climatica. Oggi più che mai abbiamo bisogno di fronteggiare l’emergenza ma contemporaneamente iniziare ad adottare politiche strutturali in grado di promuovere un nuovo sistema economico che non sia più a vantaggio solo di pochi, ma di tutti”.

In copertina: Nuvis ha 64 anni e vende caffè e sigarette nel porto di Maracaibo (Venezuela). Dopo la pandemia, non è stato in grado di guadagnare abbastanza soldi per sfamare la sua famiglia (Foto di Ivan Ocando)

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