Gli amici a quattro zampe riempiono le case di oltre 3 italiani su 10, ma nel nostro Paese i costi per il mantenimento degli animali domestici è troppo elevato. Per scongiurare che anche cani e gatti possano diventare beni di lusso, la LAV ha promosso una petizione per le agevolazioni fiscali, dal settore veterinario a quello alimentare. E le compagnie assicurative non stanno a guardare.
di Nicoletta Canapa
Sono a tutti gli effetti dei membri della famiglia: guai se in casa manca il cibo per loro. È scientificamente provato che la presenza di animali domestici in casa migliora nettamente il benessere quotidiano, influendo positivamente sul nostro stato di salute.
Secondo l’ultimo “Rapporto Italia 2018” di Eurispes, a vivere con un animale domestico in casa sarebbe il 32,4% degli italiani.
La popolazione dei pets nel nostro Paese ha superato quota 14 milioni: per la precisione, sono 7 milioni i cani e 7,5 milioni i gatti. Ma in Italia, gli animali domestici sarebbero i più tassati. Secondo l’ultimo Rapporto curato dall’Associazione che raccoglie le imprese del settore (Assalco) e da Zoomark International (la Fiera bolognese biennale per il settore dei prodotti per animali da compagnia), le spese per gli animali di affezione in Italia sarebbero aumentate del 2,2%. Ma non solo. Per il cibo degli animali domestici in un anno le famiglie italiane arrivano a spendere quasi 2 miliardi di euro, senza contare tutti gli acquisti connessi al pet care, cioè cucce, giochi ed accessori, che da soli fatturano 72 milioni di euro.
Se in Italia questo settore registra un timido +0,9%, gli spagnoli sulle cure e le attenzioni per cani e gatti non hanno rivali: nel 2017 il trend di crescita è stato del 5,5%. Fra cibo, veterinario e toletta, anche le coccole di fido e micio hanno quindi il loro peso sul bilancio familiare.
Insomma, l’affetto per gli animali domestici rischierebbe di diventare un lusso. Per questo, la Lega Anti Vivisezione (LAV) ha promosso la petizione “Un fisco non più nemico dei quattro zampe”, con la quale si chiede l’abolizione dell’IVA sulle prestazioni veterinarie, e la riduzione di quella sul cibo per cani e gatti domestici.
“Il costo della vita per le famiglie rende sempre più difficile anche accudire un animale, è un dato di fatto – spiega la responsabile LAV Area Animali Familiari Ilaria Innocenti – per questo chiediamo al nuovo Governo e Parlamento alcune misure indispensabili per rendere più facile la vita con gli animali familiari, come i cani e i gatti: riduzione dell’IVA su cibo e cure; più detrazioni su spese veterinarie e farmaci meno costosi per gli animali familiari”.
Oggi l’aliquota IVA applicata è infatti pari al 22%, cioè la stessa di alcuni beni di lusso. La LAV si impegna anche per l’abbattimento dei prezzi su specifici farmaci veterinari, che sarebbero del tutto sproporzionati, stante che il loro costo è pari al quintuplo rispetto al farmaco con il medesimo principio attivo usato dagli umani. Arrivare al riconoscimento del farmaco generico anche in veterinaria, in altre parole, consisterebbe in un abbattimento non indifferente dei costi per la voce del bilancio familiare, più cara, in tutti i sensi.
Oltre a crocchette e vaccini, molti proprietari di animali domestici cercano di mettersi al riparo da eventuali danni che micio e fido potrebbero causare a terzi: lo dimostra l’offerta sempre più ampia delle compagnie assicuratrici che offrono polizze di responsabilità civile appositamente studiate per le famiglie.
Pertanto, oltre ad assicurare casa ed auto, quindi, da qualche anno c’è la tendenza a provvedere alla copertura assicurativa anche per cani e gatti. Alcune polizze prevedono il rimborso delle spese veterinarie sostenute a seguito di infortunio o malattia, mettendo a disposizione pacchetti di assistenza personalizzata in caso di urgenze o visite specialistiche, mentre altre offrono assistenza veterinaria, anche all’estero, sette giorni su sette, 24 ore su 24.
Tutto ciò oltre alla garanzia contro danni, che è la prima copertura accessoria richiesta da chi possiede un animale, anche se la maggior parte delle compagnie assicurative, però, prevede la stipula della polizza solo per i pets di età non superiore agli otto anni.
Questa estensione di polizze assicurative pro-pets, costituisce un’ulteriore prova che in Italia non si vuole rinunciare ad un “bene” familiare “caro”, ma che non sia “costoso”.