Il nuovo Rapporto Sigma di Swiss Re Institute rivela che nel mondo nel 2021 si sono verificati più di 50 gravi alluvioni che hanno provocato perdite economiche per oltre 82 miliardi di dollari, ma i danni assicurati erano “solo” di 20 miliardi, a riprova dell’ampio gap di protezione, e in Italia, nonostante il rischio negli ultimi 10 anni si sia quadruplicato, il divario di protezione è tra il più alto in Europa e tra i più alti del mondo.
I rischi derivanti da disastri naturali sono in aumento e rappresenteranno una sfida ancora maggiore per le comunità in futuro. Con cambiamenti climatici, devastazione ambientale e concentrazione sempre maggiore di persone in aree ad alto rischio, gli impatti delle catastrofi naturali continueranno a crescere. Analogamente, aumenta il divario di protezione, ovvero la differenza tra i danni economici totali e i danni assicurati derivanti da catastrofi. Per aumentare la rete di sicurezza per coloro che sono più vulnerabili, c’è bisogno di nuove strategie per affrontare queste crescenti minacce.
Secondo il sigma report “Natural catastrophes in 2021: the foodgates are open”, pubblicato il 30 marzo 2022 da Swiss Re Institute, nel 2021 si sono verificati più di 50 gravi eventi alluvionali in tutto il mondo, che hanno provocato perdite economiche combinate di oltre 82 miliardi di dollari, mentre i danni assicurati sono stati “solo” di 20 miliardi di dollari, a ulteriore prova di quello che per molti anni è stato un ampio divario di protezione globale.
“Le crescenti perdite dovute alle inondazioni stanno diventando sempre più evidenti – ha affermato Jérôme Jean Haegeli, capo economista del gruppo Swiss Re – Insieme, il settore pubblico e i riassicuratori possono guidare lo sviluppo lontano dalle aree ad alto rischio e investire in misure di protezione come le infrastrutture verdi. Ciò contribuirà a mantenere i beni assicurabili”.
Oltre agli eventi alluvionali, nel 2021 le catastrofi naturali hanno provocato complessivamente perdite economiche per 270 miliardi di dollari e danni assicurati per 111 miliardi di dollari.
L’aumento dei sinistri assicurati ha mantenuto un trend di lungo periodo (basato su medie mobili a 10 anni) di una crescita annua del 5-7%. Ancora una volta, i rischi secondari, comprese le inondazioni, sono stati in primo piano, rappresentando oltre il 70% di tutti i danni assicurati.
È stato il primo anno in assoluto in cui 2 distinti eventi di pericolo secondari (la tempesta invernale Uri negli USA e l’alluvione nell’Europa centro-occidentale a luglio) hanno causato ciascuno perdite superiori a 10 miliardi di dollari.
Negli ultimi 20 anni si è registrato un aumento dei danni assicurati contro le inondazioni, per un totale di quasi 140 miliardi di dollari dal 2001. L’evento più costoso fino ad oggi rimane l’alluvione del 2011 in Thailandia, che ha portato a danni assicurati per 18 miliardi di dollari. Il principale motore dell’aumento delle perdite dovute alle inondazioni è stato determinato dalla maggiore esposizione dovuta alla crescita economica e all’urbanizzazione nelle aree a rischio.
Tuttavia, molti altri fattori hanno un impatto sui risultati delle perdite, come l’invecchiamento o la mancanza di infrastrutture per il controllo delle inondazioni, l’impermeabilizzazione del suolo nelle aree urbane, l’aumento delle precipitazioni dovute ai cicloni tropicali e gli effetti dei cambiamenti climatici.
“Le inondazioni colpiscono quasi un terzo della popolazione mondiale, più di ogni altro pericolo – ha commentato Martin Bertog, responsabile di Catastrophe Perils, Cyber & Geo presso Swiss Re – Data l’entità della devastazione, il rischio di alluvioni merita la stessa attenzione e il rigore nella valutazione del rischio dei pericoli primari come gli uragani“.
Eventi come l’alluvione in Thailandia nel 2011 e l’alluvione estiva dell’anno scorso in Europa, dimostrano che il potenziale di sinistro assicurato derivante da eventi alluvionali singoli oggi può eguagliare e persino superare i danni causati da eventi di pericolo primario, come i terremoti. Data la frequenza delle gravi inondazioni e l’entità crescente delle ingenti perdite associate, spetta al settore assicurativo aumentare la resilienza finanziaria di famiglie, imprese e comunità.
Nel profilo dedicato all’Italia di “Mitigare il rischio climatico”, Swiss Re osserva che il nostro Paese, nonostante la sua elevata suscettibilità alle catastrofi naturali, tra cui inondazioni, tempeste, incendi e terremoti, insieme a eruzioni vulcaniche e tsunami, ha il più grande divario di protezione di tutti i Paesi europei a cui è stato dedicato il profilo: l’89%, ovvero 51,8 miliardi di dollari, dal 2011 al 2021. Il suo divario di protezione per il rischio sismico è uno dei più grandi al mondo.
I terremoti rappresentano il principale pericolo per l’Italia in termini di potenziale perdita finanziaria e umana, a causa dell’elevata densità di popolazione e di valori immobiliari, inclusi molti monumenti ed edifici storicamente significativi. Sebbene l’attività sismica vari considerevolmente da regione a regione, fino al 70% di tutti i comuni sono potenzialmente esposti a terremoti.
Ma i cambiamenti climatici stanno ora colpendo anche l’Italia, con ondate di calore e alluvioni tra i rischi principali. Secondo l’European Severe Weather Database, nell’ultimo decennio, gli eventi meteorologici estremi in Italia, tra cui forti piogge, grandine e tornado, sono più che quadruplicati da 348 nel 2011 a 1 602 nel 2021. Anche l’osservazione di tali eventi è migliorata.
Alluvioni e frane si verificano in Italia più frequentemente di qualsiasi altro pericolo naturale. I principali fattori di rischio di alluvioni sono le inondazioni improvvise, le piene dei fiumi e le colate di fango Negli ultimi anni si sono verificate inondazioni e smottamenti su piccola scala, ma la loro frequenza crescente in rapida successione ha portato a notevoli danni cumulativi alla proprietà e alla perdita di vite umane.
Le regioni italiane più soggette a inondazioni sono la Liguria nord-occidentale, Piemonte, Toscana, Emilia Romagna e Veneto. Ma il rischio alluvione riguarda praticamente tutte le regioni, Sicilia e Sardegna comprese.