Le alluvioni che hanno colpito soprattutto la regione centro-occidentale della Germania, secondo i media tedeschi avranno ripercussioni sulla campagna elettorale in corso, ma darà anche una spinta al Pacchetto “Fit for 55”, proposto dalla Commissione UE mercoledì scorso per fare dell’Europa il primo continente a neutralità climatica entro il 2050, nonostante le prese di posizione assunte da settori economici e forze politiche e le relative dichiarazioni di volerne ridurre la portata.
“È una situazione surreale e spettrale, per la quale la lingua tedesca fa fatica a trovare le parole per descrivere la devastazione – ha dichiarato la Cancelliera Angela Merkel dopo aver visitato Schuld, una delle località della Renania Palatinato più colpite dalle alluvioni della scorsa settimana che nel Land ha provocato la morte di 110 persone, mentre non si conosce ancora la sorte di 1.300 dispersi – La Germania è un Paese solido e resisteremo a questa forza della natura nel breve termine, ma anche nel medio e lungo termine, attraverso una politica che tenga maggiormente conto della natura e del clima rispetto a quanto fatto negli ultimi anni. Anche questo sarà necessario”.
Secondo i media tedeschi, quanto accaduto influenzerà le decisioni politiche da assumere, dal momento che siamo in piena campagna elettorale, così come il Pacchetto “Fit for 55” con le misure legislative proposte il 14 luglio dalla Commissione UE per fare dell’Europa il continente climaticamente neutro al 2050, troverà nella Germania, la più grande potenza economica e industriale dell’Unione, il Paese più forte sostenitore.
Uno Studio condotto dal Progetto di ricerca TITAN (Territorial Impacts of Natural Disasters), realizzato dal Programma europeo ESPON (European Spatial Planning Observatory Network) , volto a fornire evidenze paneuropee a livello territoriale sulle perdite economiche dirette e indirette dovute a pericoli naturali e analizzare le migliori pratiche di gestione del rischio di catastrofi e di adattamento ai cambiamenti climatici a livello territoriale, proprio le regioni dell’Europa centrale, orientale e sud-orientale sono quelle che tra il 1981 e il 2010 hanno subito il 76% dei danni economici causati dalle tempeste di vento e alluvioni.
Nel periodo 1995-2017 i danni economici diretti correlati a fenomeni naturali (tempeste, alluvioni, frane, siccità e terremoti) sono stati pari a 43,8 miliardi di euro e quelli indiretti a 32,6 miliardi, tendenza questi ultimi ad essere grandi quasi quanto gli impatti diretti (rapporto del 60% e del 90% in tutti gli anni valutati).
Gli impatti valutati hanno considerato quelli legati alle perdite di produzione e delle catene di approvvigionamento, e non hanno tenuto conto di potenziali interruzioni di infrastrutture critiche, per cui le reali potenziali perdite indirette potrebbero essere anche maggiori.
Inondazioni e tempeste hanno avuto il maggiore impatto negativo sulla produzione economica in quasi tutti gli anni analizzati, ad eccezione di quelli in cui si sono registrati forti fenomeni di terremoti.
Alcune regioni europee tendono ad essere più vulnerabili ad alcuni tipi di pericoli naturali, mentre altre regioni ne sono maggiormente colpite. Alcuni dei pericoli (ad es.: tempeste di vento) non seguono questo modello, ma sono piuttosto legati a situazioni geografiche, come le aree costiere e a ridosso di catene montuose.