Salute

Adolescenti esposti agli interferenti endocrini dei cosmetici

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Le donne statunitensi utilizzano mediamente 12 prodotti al giorno per la cura della persona, mentre i loro connazionali maschi circa 6, tra i quali cosmetici, profumi, prodotti per capelli, saponi e creme solari, che possono contenere interferenti endocrini (IE) quali ftalati, parabeni, triclosan, oxybenzone, associati ai potenziali rischi di cancro, sterilità e sviluppo del feto e del bambino.

Il 7 marzo 2016 sulla Rivista Environmental Health Perspectives sono stati pubblicati il risultati dello Studio HERMOSA, acronimo geniale e pertinente (in lingua spagnola la parola vuol dire “bella”) di Health and Environmental Research on Make-up Of Salinas Adolescents, che ha coinvolto appunto 100 adolescenti della comunità latino-americana di Salinas, capoluogo della contea di Monterrey (California), attraverso il coinvolgimento del Consiglio della Comunità Giovanile CHAMACOS, studio di coorte di tipo longitudinale che analizza i fattori di rischio chimico e ambientale in un gruppo di giovanissimi della comunità locale.

La ricerca “Reducing Phthalate, Paraben, and Phenol Exposure from Personal Care Products in Adolescent Girls: Findings from the HERMOSA Intervention Study” è stato condotto da ricercatori dell’Università di Berkeley, in collaborazione con la Clinica de Salud della Valle di Salinas, aveva per obiettivi di:
– condurre uno studio di intervento per stabilire se l’offerta di prodotti a basso contenuto di sostanze chimiche potrebbe ridurre l’esposizione a perturbatori endocrini ((EDC);
– ridurre l’esposizione agli EDC negli anni dell’adolescenza attraverso una strategia su più fronti.

Dal momento che donne sono i consumatori principali di molti prodotti per la cura personale, potrebbero essere le più esposte a queste sostanze chimiche – ha affermato la principale autrice dello Studio Kim Harley, Direttore associato del Centro per la ricerca ambientale e la salute dei bambini della UC Berkeley – Le adolescenti possono risultare particolarmente a rischio in quanto si tratta di un periodo di rapido sviluppo riproduttivo, e la ricerca ha evidenziato che usano i prodotti per la cura della persona più volte al giorno rispetto alla media degli adulti”.

Le analisi dei campioni di urina del giorno prima e dei tre giorni successivi a quello in cui i partecipanti avevano utilizzato prodotti a basso contenuto chimico, hanno rilevato significative diminuzioni dei livelli di queste sostanze chimiche nel corpo:
– riduzione del 27% dei metaboliti di dietilftalato, comunemente utilizzati nei profumi;
– del 44% dei metil-parabeni, usati come conservanti nei cosmetici;
– del 45% dei propil-parabeni, anche questi utilizzati come conservanti nei cosmetici;
– del 36% di triclosan, rinvenuto in saponi antibatterici e in alcune marche di dentifricio;
– del 36% di diminuzione anche per il benzofenone-3 (BP-3), che si trova in alcune creme solari sotto il nome oxybenzone.
Sorprendentemente, c’era un piccolo aumento di concentrazione in due parabeni meno comuni, che potrebbero essere giustificati da una contaminazione accidentale o un inserimento non indicato in etichetta.

I risultati dello studio sono particolarmente interessanti a livello scientifico – ha osservato Kimberly Parra della Clinica de Salud della Valle di Salinas e co-Direttrice dello Studio – ma soprattutto che gli studenti delle scuole superiori che hanno partecipato allo studio hanno stabilito un nuovo percorso per coinvolgere i giovani nelle conoscenze scientifiche come queste possono essere utilizzate per migliorare la salute delle loro comunità. Dopo aver appreso dei risultati, la gioventù del posto si è fatta carico di istruire amici e membri della comunità e ha rappresentato le risultanze agli organismi legislativi a Sacramento”.

Il Consiglio dei Giovani CHAMACOS comprendeva 12 studenti delle scuole superiori locali che hanno contribuito a progettare e realizzare lo studio.
Uno degli obiettivi del nostro studio è stato quello di far acquisire ai partecipanti la consapevolezza sulle sostanze chimiche contenute in quello che stanno quotidiamente usando – ha sottolineato Maritza Cárdenas, una che ha partecipato alla ricerca e alla sua redazione e che ora è una laureanda all’Università di Berkeley in Biologia molecolare e cellulare – L’osservazione della discesa dei livelli chimici dopo soli tre giorni, dimostra che intraprendere semplici azioni, come la scelta di prodotti con un minor numero di sostanze chimiche, possono fare la differenza”.

I ricercatori hanno osservato che i prodotti cosmetici e quelli per la cura personale non sono ben regolati nel Paese, e che ottenere i dati degli effetti sulla salute dall’esposizione, in particolare quelli a lungo termine, è difficile, nonostante ci sia una crescente evidenza che collega gli interferenti endocrini delle sostanze chimiche ai problemi neurocomportamentali, all’obesità e alla crescita delle cellule cancerose.

Anche in Europa, la situazione non è migliore.
Il 4 marzo 2016 il Consiglio Ambiente dell’Unione europea, ha invitato la Commissione UE ad adottare le misure necessarie per conformarsi alla sentenza del 16 dicembre 2015 della Corte di giustizia europea, allertata dalla Svezia, che ha condannato per inazione la Commissione stessa per non aver regolamentato l’uso degli interferenti endocrini entro il dicembre 2013, così come era stato chiesto dal Parlamento europeo e dal Consiglio.

Sappiamo abbastanza per essere preoccupati per l’esposizione delle adolescenti a queste sostanze chimiche – ha aggiunto la Harley – A volte vale la pena adottare un approccio precauzionale, soprattutto se ci sono cambiamenti comportamentali che le persone possono assumere facilmente, acquistando determinati prodotti”.

Come fa, peraltro, la Cárdenas che ha testimoniato come i risultati della ricerca abbiano già influenzato la scelta dei prodotti che acquista per la sua persona.
Personalmente, dopo lo studio, ho cercato di utilizzare di più i prodotti biologici – ha concluso la giovane ricercatrice – Anche se è difficile, dal momento che uno studente di college non avendo molti soldi a disposizione, tende ad acquistare quel che costa di meno. Tuttavia, ho deciso di spendere di più su prodotti con un minor numero di sostanze chimiche, pensando agli effetti a lungo termine. a causa dell’effetto in futuro. E se non è possibile fare la scelta migliore quando si acquista per gli alti costi, si può limitare l’uso dei prodotti che si comprano”.

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