Biodiversità e conservazione Flora

WRI: si perdono foreste tropicali pari ad un campo di calcio ogni 6 secondi

La Piattaforma “Global Forest Watch” del World Resource Institute (WRI) ha diffuso i dati della deforestazione nel 2019, secondo cui le aree tropicali del Pianeta hanno perso 11,9 milioni di ettari di copertura arborea, un terzo dei quali all’interno delle foreste pluviali primarie.

Secondo i dati pubblicati sulla piattaforma “Global Forest Watch” (GFW) del World Resource Institute (WRI), del Sustainability Consortium e dell’Università del Maryland, che, utilizzando i dati satellitari di Google Earth, di altre fonti ufficiali e anche informazioni inserite dagli utenti (crowdsourcing), permette di avere in tempo quasi reale la situazione delle foreste in ogni angolo del globo, nel 2019 le aree tropicali del Pianeta hanno perso 11,9 milioni di ettari di copertura arborea, equivalenti alla perdita di una superficie forestale di un campo di calcio ogni 6 secondi.

Quasi un terzo di tale perdita (3,8 milioni di ettari) si è verificata all’interno delle foreste pluviali primarie, aree di forestali e mature che sono particolarmente importanti per la biodiversità e per la lotta ai cambiamenti climatici, dal momento che le foreste assorbono enormi quantità di anidride carbonica, e la perdita dello scorso anno si traduce in circa l’8% in più di emissioni di CO2 in atmosfera.

In occasione della Giornata Mondiale della Biodiversità (22 maggio 2020), FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura) e UNEP (Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente) hanno presentato il Rapporto sullo Stato delle Foreste del Mondo (SOFO 2020), lanciando l’allarme sugli attuali ritmi di deforestazione e degrado delle foreste, che contribuiscono in modo significativo alla perdita di biodiversità.

Il livello di perdita delle foreste che abbiamo rilevato nel 2019 è inaccettabile – ha affermato Frances Seymour, Ricercatrice senior del WRI, una delle maggiori autorità mondiali sullo sviluppo sostenibile – E uno dei motivi per cui è inaccettabile è che in realtà sappiamo già come risolverlo. Se i Governi mettono in atto buone politiche e applicano la legge, la perdita di foreste diminuisce. Ma se i Governi allentano le restrizioni sugli incendi o [lasciano intendere di aprire i territori degli indigeni per l’esplorazione commerciale, la perdita di foreste aumenta“.

La perdita di foresta primaria nel 2019 è stata del 2,8% superiore a quella dell’anno precedente, a dispetto degli impegni assunti al Vertice ONU del 2014  con la Dichiarazione di New York sulle Foreste (NYDF) con la quale i Paesi si sono impegnati a ridurre del 50% la deforestazione e di azzerarla al 2030, nonché di ripristinare 1,5 milioni di Km2 di foreste degradate entro il 2020 e 3,5 milioni di Km2 nel decennio seguente.

Secondo i dati del 2019 forniti dal WRI rivelano che diversi Paesi hanno subito perdite record e gli incendi hanno creato impatti sorprendenti nelle foreste primarie e oltre. Sebbene la situazione rimanga desolante a livello globale, alcuni Paesi hanno mostrato segni di miglioramento, offrendo insegnamenti per altre nazioni. 

Come negli anni passati, il Brasile ha avuto le perdite maggiori con quasi 14mila Km2 quadrati di foresta che non esistono più. Se si escludono il 2016 e 2017 quando gli incendi provocarono devastazioni senza precedenti, per le foreste primarie brasiliane, per lo più del bacino amazzonico, è stato l’anno peggiore degli ultimi 13 anni.

Diverse sono le cause di questa scomparsa, ma le principali sono: la deforestazione per l’agricoltura, rapidamente aumentata nell’Amazzonia brasiliana nell’ultimo anno, il disboscamento per il legname, l’estrazione mineraria e gli incendi di numero insolitamente elevato nell’agosto 2019, ma molti di questi sono avvenuti in aree già deforestate mentre gli agricoltori preparavano terreni per l’agricoltura e pascoli di bestiame. 

Le immagini satellitari mostrano anche nuovi preoccupanti punti caldi di perdita di foresta primaria all’interno dei territori indigeni nello stato di Pará. Nel territorio indigeno di Trincheira/Bacajá, la deforestazione causata dall’accaparramento illegale di terreni ha subito un’ulteriore accelerazione e l’estrazione mineraria minaccia le foreste in altri territori degli indios brasiliani, come Munduruku e Kayapó. Contemporaneamente, a febbraio, il Governo brasiliano ha proposto una nuova legge per consentire l’estrazione di petrolio e gas nei territori indigeni.

Tra i Paesi che hanno avuto perdite considerevoli di copertura forestale, il WRI segnala la Bolivia dove nel 2019 si è raggiunto il picco dell’80% rispetto allo precedente, a causa di incendi causati da una combinazione di condizioni climatiche e attività umane. Molti degli incendi in Bolivia sono stati probabilmente appiccati da persone per ripulire i terreni agricoli per la semina, ma si sono diffusi senza controllo nelle foreste a causa di venti sostenuti e tempo secco. L’agricoltura su larga scala è uno dei principali driver della deforestazione in Bolivia, in particolare per la coltivazione di soia per gli allevamenti.

Sempre in Sudamerica, la Colombia ha registrato, viceversa, una significativa riduzione della perdita di foreste primarie nel 2019, facendo sperare che il Paese possa cambiare rotta dopo le pesanti perdite forestali dei due anni precedenti.

La perdita di foreste primarie in Colombia era rapidamente aumentata dopo l’accordo di pace del 2016 tra il Governo e le forze armate rivoluzionarie della Colombia (FARC), che ha posto fine alla guerra civile, ma che ha provocato anche un vuoto di potere nelle terre precedentemente occupate dell’Amazzonia.

Nonostante il declino, la lotta della Colombia per ridurre la deforestazione è tutt’altro che finita, anche perché la perdita di foreste primarie nel 2019 è stata ancora superiore a qualsiasi anno registrato prima dell’accordo di pace, con grandi perdite rilevate in aree protette e le continue bonifiche per l’accaparramento di terre e l’allevamento di bestiame.   

Per quanto riguarda il continente africano, il WRI segnala che sono i Paesi dell’Africa centrale (bacino del fiume Congo) che nel 2019 hanno registrato perdite consistenti di foreste primarie, mentre la situazione è migliorata nell’Africa occidentale.

Sebbene nella Repubblica Democratica del Congo (RDC) la perdita di foresta primaria sia leggermente diminuita rispetto al 2018, il 2019 ha registrato la terza perdita annuale totale più alta mai registrata.

La maggior parte della perdita di foresta primaria nella RDC sembra concentrarsi nelle aree agricole cicliche che in genere alimentano le popolazioni locali, ma ci sono prove di disboscamento, estrazione mineraria e piantagioni commerciali su larga scala. La perdita di foreste primarie nelle aree protette della RDC è leggermente aumentata, specialmente nelle riserve e nelle aree di caccia che hanno meno risorse finanziarie per far rispettare la protezione rispetto ai parchi nazionali, così come nella parte orientale del Paese dove la tutela diviene impossibile per la pressione demografica degli sfollati e delle incursioni dei gruppi armati contrapposti in una guerra che dura ormai dalla fine del 2017.   

L’Africa occidentale ha registrato promettenti tendenze al ribasso dopo il grande aumento della perdita di foreste primarie registrato lo scorso. Ghana e Costa d’Avorio hanno ridotto entrambi le perdite di foresta primaria di oltre il 50% nel 2019 rispetto all’anno precedente, a seguito di iniziative nell’ambito dei Programmi REDD+ e degli impegni assunti assieme alle principali società di cacao e cioccolato per porre fine alla deforestazione. Il calo di un anno è incoraggiante, ma secondo il WRI solo il tempo potrà indicare se questi sforzi avranno un impatto duraturo.

Anche dall’Asia giungono segnali positivi, con l’Indonesia che ha ridotto del 5% la perdita di foreste primarie, segnando per il terzo anno consecutivo cali del tasso di deforestazione, con livelli di perdita di foreste primarie così bassi dall’inizio del secolo.

Hanno contribuito a questo risultato diverse politiche del Governo indonesiano, tra cui l’aumento delle forze dell’ordine per prevenire gli incendi boschivi e il disboscamento e la moratoria per le piantagioni di palma da olio e il disboscamento nelle province di Papua e Papua Occidentale, che insieme ospitano oltre un terzo della foresta primaria rimasta in Indonesia, dopo che i Governatori le hanno dichiarate “province sostenibili“.

In copertina: La foto del 23 novembre 2019 mostra una zona della foresta pluviale amazzonica dopo un incendio a Prainha (Stato di Para) in Brasile. (Fonte: AP)

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