Come consuetudine, in vista della Conferenza delle Parti della Convenzione ONU sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC-COP) che quest’anno si svolge a Dubai (30 novembre – 12 dicembre 2023), Oxfam International ha pubblicato un nuovo Rapporto, realizzato in collaborazione con lo Stockholm Environment Institute, che evidenzia la necessità di uguaglianza climatica, da momento che l’1% della popolazione globale è responsabile di due terzi delle emissioni globali, ma a pagarne le conseguenze sono coloro che non sono in grado di far fronte alle conseguenze.
L’1% più ricco per reddito della popolazione mondiale è stato responsabile di una quota di emissioni di CO2, pari a quella prodotta da 5 miliardi di persone, ossia due terzi dell’umanità.
Da questa fotografia parte l’allarme che Oxfam International, la Confederazione di organizzazioni no-profit che si dedica alla riduzione della povertà globale attraverso aiuti umanitari e progetti di sviluppo, ha lanciato il 20 novembre 2023 con il nuovo Rapporto “Climate Equality: A Planet for the 99%”, realizzato in collaborazione con lo Stockholm Environment Institute (SEI), in vista della 28ma Conferenza delle Parti della Convenzione sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC-COP28, Dubai, 12 novembre – 12 dicembre 2023).
Quello che ci troviamo di fronte, secondo Oxfam, è infatti uno scenario desolante: le emissioni di cui è responsabile l’1% più ricco del pianeta rischiano di causare 1,3 milioni di vittime a causa degli effetti del riscaldamento globale, la maggior parte entro il 2030. Vittime che si potrebbero evitare con un radicale e immediato cambio di rotta. In primo luogo rispettando l’obiettivo cruciale di contenere l’aumento della temperatura media globale entro 1,5 °C, rispetto al periodo preindustriale, che rischia di rimanere ancora una volta un miraggio.
“Per anni abbiamo lottato per creare le condizioni di una transizione giusta che ponga fine all’era dei combustibili fossili, salvare milioni di vite e il pianeta – ha spiegato Francesco Petrelli, portavoce di Oxfam Italia – Ma raggiungere quest’obiettivo cruciale sarà impossibile se non porremo fine alla crescente concentrazione di reddito e ricchezza che si riflette in disuguaglianze economiche sempre più marcate e contribuisce all’accelerazione del cambiamento climatico”.
Sono sufficienti pochi dati per fotografare il contesto attuale di inquinamento dei super-ricchi rispetto al resto del Pianeta.
– Nel 2019, l’1% più ricco del Pianeta (77 milioni di persone) è stato responsabile del 16% delle emissioni globali di CO2 derivanti dai consumi, una quota superiore a quella prodotta da tutte le automobili in circolazione e degli altri mezzi di trasporto su strada; a sua volta il 10% più ricco della popolazione mondiale è responsabile della metà delle emissioni globali.
– In Italia, lo stesso anno, il top-10% emetteva il 36% in più rispetto al 50% più povero della popolazione.
– Chi fa parte dell’1% più ricco per reddito inquina in media in 1 anno quanto inquinerebbe in 1.500 anni una persona appartenente al restante 99% dell’umanità.
– Ogni anno, le emissioni di questi super-ricchi annullano di fatto la riduzione di emissioni di CO2 derivanti dall’impiego di quasi un milione di turbine eoliche.
– Nel 2030, le emissioni di carbonio dell’1% più ricco saranno 22 volte superiori al livello compatibile con l’obiettivo di contenere l’aumento delle temperature entro 1,5 °C, stabilito con l’Accordo di Parigi sul clima.
Il Rapporto non si limita però a quantificare l’iniqua distribuzione delle emissioni tra diversi gruppi di reddito, ma riflette anche sugli impatti differenziati del cambiamento climatico per le diverse fasce della popolazione del Pianeta e sulle correlate, divergenti, prospettive di sviluppo economico complessivo tra i Paesi, fotografando inoltre come le sfide del cambiamento climatico e delle crescenti disuguaglianze economiche siano profondamente interconnesse.
Di fronte alla necessità di dare una risposta sia alla crisi climatica, che all’acuirsi dei divari economici e sociali, Oxfam propone l’introduzione di un’imposta progressiva sui grandi patrimoni, a carico di chi è al vertice nelle nostre società – come lo 0,1% dei cittadini più ricchi – a cui sono associate emissioni più elevate. Su questa proposta è in corso la raccolta firme #LaGrandeRicchezza a cui è possibile aderire.
“Abbiamo bisogno di garantire che la transizione verso un’economia climaticamente neutra avvenga in modo equo, senza lasciare indietro nessuno e senza produrre ulteriori divari nelle società – ha osservato Mikhail Maslennikov, policy advisor su giustizia fiscale di Oxfam Italia – Senza pretesa di rappresentare una panacea, un’imposta progressiva sui grandi patrimoni può generare risorse considerevoli per la decarbonizzazione dell’economia e per affrontare al contempo i crescenti bisogni sociali – salute, istruzione, contrasto all’esclusione sociale – che stentano a trovare oggi una risposta adeguata. Un tributo in grado di garantire maggiore equità del prelievo fiscale e una prospettiva di futuro dignitoso per chi ne è oggi privato”.