Un Rapporto del britannico Institution of Mechanical Engineers, visto che difficilmente il settore dei trasporti marittimi potrà adeguarsi agli impegni di riduzione delle emissioni per cogliere l’obiettivo dell’Accordo di Parigi e in attesa che i nuovi carburanti possano essere utilizzati a livello di scala, propone nel frattempo la propulsione eolica abbinata alla riduzione della velocità.
Installare vele del XXI secolo sui mercantili e spostarsi più lentamente potrebbe ridurre le emissioni di gas a effetto serra del settore marittimo fino al 40% in breve termine e di più man a mano che le tecnologie impiegate miglioreranno.
Potrebbe sembrare una provocazione, ma è quanto emerge dal Rapporto “Accelerating decarbonisation in shipping: A no regrets approach using wind power” (Accelerare la decarbonizzazione nel trasporto marittimo: un approccio senza rimpianti utilizzando l’energia eolica), diffuso in occasione della Giornata Mondiale della Terra (22 aprile) dall’Institution of Mechanical Engineers (IMech), l’Associazione professionale indipendente e società di cultura britannica che rappresenta gli ingegneri meccanici, fondata nel 1847 da George Stephenson.
L’impronta delle emissioni del settore marittimo è aumentata vertiginosamente nell’ultimo decennio, poiché il commercio globale è cresciuto e l’esenzione del settore dai Piani nazionali sul clima ha determinato un forte ritardo nello sviluppo di tecnologie pulite, rispetto a molti altri settori. Ad oggi la navigazione internazionale produce circa 1 miliardo di tonnellate di emissioni di gas serra ogni anno, pari al 3% delle emissioni globali.
L’Accordo vincolante raggiunto lo scorso autunno dall’IMO (Organizzazione Marittima Internazionale) per ridurre del 40% entro il 2030 e di almeno il 50% al 2050 le emissioni rispetto ai livelli del 2008, ha fatto infuriare le Associazioni ambientaliste, tra cui Transport & Environment (T&E) che per limitare il riscaldamento globale a 1,5 °C secondo l’obiettivo dell’Accordo di Parigi, le emissioni navali dovrebbero ridursi del 70%.
“I Governi hanno calpestato l’Accordo di Parigi, concordando una misura che vedrà aumentare le emissioni delle navi per i decenni a venire – ha dichiarato Faig Abassov, Direttore del Programma Navi di T&E – L’IMO ha dimostrato ancora una volta di apportare solo riduzioni di facciata, dando il via libera di fatto a un decennio di aumento delle emissioni di gas serra delle navi. L’UE deve assumersi la responsabilità, attraverso il Green Deal di colmare il vuoto lasciato dall’IMO”.
La Commissione UE proporrà di estendere il sistema di scambio delle quote di emissione dell’UE (EU-ETS) al settore marittimo, come richiesto dal Parlamento europeo che proprio nei giorni scorsi ha approvato una Risoluzione in cui, tra l’altro, “sottolinea la necessità di contrastare efficacemente le emissioni prodotte dai combustibili impiegati dalle navi e di ridurre gradualmente l’utilizzo dell’olio combustibile pesante nel settore del trasporto marittimo, non solo come combustibile in sé, ma anche come sostanza di miscelazione per i combustibili marini; rileva che è necessario garantire la neutralità tecnologica purché essa sia coerente con gli obiettivi dell’UE in materia di ambiente; osserva che nel trasporto marittimo mancano criteri adeguati e armonizzati a livello dell’Ue sulla cessazione della qualifica di rifiuto; pone l’accento sulla necessità di evitare la rilocalizzazione delle emissioni di CO2 e di preservare la competitività del settore del trasporto marittimo europeo.
Anche il Governo britannico che ospiterà la COP26 dell’UNFCCC ha annunciato che per la prima volta il Piano climatico sul bilancio del carbonio in scadenza l’anno prossimo includerà anche il settore marittimo e aereo.
Ormai la pressione sulle compagnie di navigazione e sugli operatori per intensificare i propri sforzi sul clima e cercare nuovi modi per decarbonizzare sia a breve che a lungo termine il settore è destinata a intensificarsi.
È in questo contesto che IMec con il Documento citato in premessa ha esortato l’industria navale britannica a prendere in considerazione due semplici soluzioni per catalizzare i guadagni di decarbonizzazione a breve termine: sfruttare l’energia eolica e viaggiare a velocità inferiori. Si stima che queste due soluzioni, relativamente semplici, potrebbero ridurre le emissioni del settore fino al 40%, in attesa che le tecnologie a emissioni zero o ultra basse come l’idrogeno, l’ammoniaca, il metanolo, e i sistemi di propulsione a biometano siano migliorate e implementate.
“Dobbiamo utilizzare le tecnologie esistenti ed emergenti per ridurre urgentemente l’impatto della nostra catena di approvvigionamento globale sull’ambiente – ha dichiarato l’Ingegnere capo presso l’IMech, Jennifer Baxter –Continuare con l’approccio ‘business as usual’ potrebbe far sì che il trasporto marittimo sia responsabile fino a un quinto delle emissioni globali entro il 2050“
Il Rapporto sostiene che il settore dovrebbe sfruttare le riserve “abbondanti, esclusive e liberamente disponibili” di energia eolica in mare, avvertendo che un inadempimento equivarrebbe a un’enorme opportunità persa di ridurre le emissioni a breve termine rispetto ai più costosi combustibili fossili. Le vele eoliche adattate alle navi da carico che non hanno merci sul ponte consentirebbero di ridurre l’uso del bunker, il carburante fossile più sporco
Queste “vele del 21° secolo” dovrebbero essere integrate da sforzi per diminuire la velocità dei viaggi, una tecnica che ha dimostrato di ridurre il consumo di carburante ed è già utilizzato in alcune comparti del settore.
“Non possiamo aspettare il proiettile d’argento per la navigazione – si legge nel Rapporto – ma possiamo agire ora per aumentare la penetrazione delle energie rinnovabili nei nostri sistemi energetici“.
Il Rapporto si conclude con alcune raccomandazioni agli operatori del settore, ai governi e alle autorità di regolamentazione, tra cui, la richiesta al Governo del Regno Unito di sostenere lo sviluppo di una nave dimostrativa con vele adattate da presentare al prossimo COP26 di Glasgow, dal momento che un allestimento del genere aiuterebbe gli armatori e gli utenti a capire come l’energia eolica potrebbe essere sfruttata da una nave moderna.
“Il vento è gratuito, pulito, abbondantemente ed esclusivamente disponibile per navi attrezzate per sfruttarlo – ha scritto nell’incipit Diane Gilpin, Fondatrice e Amministratore delegato di Smart Green Shippin, Società di progettazione di sistemi che sviluppa soluzioni per contribuire a soluzioni tecnicamente e commercialmente valide che consentano la rapida riduzione delle emissioni dal settore marittimo. – Disaccoppia armatori e operatori dalla fornitura volatile di materie prime a terra, fondamentale in un futuro limitato dal punto di vista energetico e, cosa più importante, ha la capacità di eliminare immediatamente le emissioni dal settore marittimo“.
In Copertina: Immagine generata al computer di una nave dotata di vele adattate (Fonte: Smart Green Shipping) posta in coperina del report di IMac.