Inquinamenti e bonifiche Territorio e paesaggio

Bonifiche siti contaminati in Italia: completato solo il 52% degli interventi

Il Primo Rapporto ISPRA -SNPA sullo Stato delle bonifiche in ambito regionale fornisce un quadro delle informazioni oggi esistenti e l’analisi dei dati disponibili, proponendosi quale valido strumento di supporto alle decisioni nella gestione dei siti contaminati.

L’Art. 251 del D.Lgs. n. 152/2006 (il cosiddetto “Testo Unico Ambientale”), relativo a “Bonifica di siti inquinati”, prevede che “Le Regioni, sulla base dei criteri stabiliti dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) predispongono l’anagrafe dei siti oggetto di procedimento di bonifica”.

L’anagrafe dovrebbe contenere:
l’elenco dei siti sottoposti ad intervento di bonifica e ripristino ambientale, nonché degli interventi realizzati nei siti medesimi;
– l’individuazione dei soggetti cui compete la bonifica;
– gli enti pubblici di cui la regione intende avvalersi in caso d’inadempienza dei soggetti obbligati, ai fini dell’esecuzione d’ufficio.

Una ricognizione effettuata nel 2015 dal Ministero dell’Ambiente aveva evidenziato che lo stato di attuazione ed aggiornamento delle anagrafi è estremamente disomogeneo sul territorio nazionale così come la struttura ed i contenuti di ciascuna anagrafe.

Nel 2016 è stata attivata all’interno del SNPA (Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente) una Rete dei Referenti con l’obiettivo di addivenire ad una struttura condivisa dei dati che consenta di costruire un quadro completo a livello nazionale sui siti contaminati a prescindere da struttura e contenuti delle singole anagrafi e/o banche dati regionali. Una volta definita una struttura condivisa, la realizzazione della banca dati avverrà nell’’ambito di SNPA.

Nei giorni scorsi è stato presentato il primo Rapporto su “Lo stato delle bonifiche dei siti in Italia: i dati regionali”, in cui, per la prima volta, viene illustrato il risultato della sistematizzazione e analisi dei dati del 2020 riferiti all’intero territorio nazionale, relativi al numero e alle superfici interessate da procedimenti di bonifica regionali al 31.12.2019, con l’esclusione dei procedimenti relativi ai Siti di Interesse Nazionale (SIN) di competenza del Ministero dell’Ambiente (MATTM), ora Ministero della Transizione Ecologica (MiTE) per effetto del D.L. 1° marzo 2021.

La raccolta dei dati, riferiti all’intero territorio nazionale, è stata effettuata con cadenza annuale dal 2017 al 2020 con livello di dettaglio crescente: da regionale (2017) a comunale (2019 e 2020).

I dati raccolti, riferiti all’intero territorio nazionale, con livello di dettaglio crescente: da regionale (2017) a comunale (2019 e 2020), descrivono i siti con procedimento in corso e quelli con procedimento concluso con riferimento all’iter del procedimento e allo stato della contaminazione.

Numero totale di procedimenti di bonifica. I dati sui siti contaminati sono relativi esclusivamente a procedimenti regionali. Non sono ricompresi i dati che riguardano i Siti di Interesse Nazionale (SIN)

Dal Rapporto si evince che a livello nazionale:
– ad oggi risultano 34.479 procedimenti di cui 17.862 (52%) conclusi e 16.265 (47%) in corso. In media si conta un procedimento di bonifica regionale ogni 9 kmq. La distribuzione è eterogenea in dipendenza di: a) aree urbane e aree industriali con maggiore impatto, aree montane a minor impatto; b) regioni “storicamente” più attive nel censimento;

più della metà dei procedimenti in corso (9.151, 56%) si trova nella fase di attivazione del procedimento mentre le fasi di “modello concettuale” e “bonifica” sono equamente distribuite (rispettivamente 3.404 procedimenti pari al 21% e 3.185 procedimenti, pari al 20%); il restante 3% (532 siti) è costituito da procedimenti per i quali l’informazione non è disponibile;

– risultano 2.506 interventi di bonifica approvati (15% dei procedimenti in corso), 679 interventi conclusi in attesa di certificazione (4% dei procedimenti in corso). Tra i procedimenti conclusi, più della metà (52%) si è conclusa a seguito delle sole indagini preliminari, nel 68% dei casi non è stato necessario alcun intervento di bonifica. Tra i procedimenti conclusi, solo tre su dieci risultavano contaminati evidenziando un’effettiva necessità di bonifica;

– attualmente i siti contaminati in Italia sono 4.690 (29% procedimenti in corso). La superficie interessata dai procedimenti di bonifica, nota solo per una parte di essi (67%), è pari a 277 ettari (753 kmq) e rappresenta lo 0,24 % della superficie del territorio italiano (la superficie complessiva SIN a terra è pari a 1.721 kmq e rappresenta lo 0,57% della superficie del territorio italiano); di questi 46.532 ettari sono relativi a procedimenti in corso e 28.745 ettari sono relativi a procedimenti conclusi;

– il dato nazionale mostra un sostanziale equilibrio tra i siti in attesa di accertamenti (35%), quelli potenzialmente contaminati (33%) e quelli contaminati (29%). Sul 33% dei siti riconosciuti come contaminati non sono stati ancora avviati interventi di alcun tipo;

– alla data di riferimento dei dati raccolti (31.12.2019) il territorio nazionale conta 7.904 comuni:
742 comuni hanno sul proprio territorio almeno un procedimento di bonifica in corso;
607 comuni hanno sul proprio territorio almeno un procedimento di bonifica concluso;
171 comuni sono interessati da almeno un procedimento in corso o concluso;
733 comuni non sono mai stati interessati da procedimenti di bonifica.

Stato della contaminazione per i siti oggetto di procedimento di bonifica in corso. Distribuzioni regionali

Nella seconda parte del Rapporto sono disponibili per ciascuna Regione/Provincia Autonoma, una serie di elaborazioni dei dati in forma tabellare e grafica, che convalidano il ruolo del Rapporto quale strumento di informazione e di supporto alle decisioni nella gestione dei siti contaminati.

Informare i cittadini sulle procedure di bonifica che insistono sui loro territori, non solo è parte della nostra missione ma ha un importante risvolto sociale ed economico – ha dichiarato Stefano Laporta, Presidente di ISPRA e SNPA – Una maggiore e diffusa consapevolezza su questi temi, infatti, favorisce comportamenti virtuosi e decisioni informate, sia in fase emergenziale che in situazioni ordinarie, nelle scelte relative alla programmazione e pianificazione di qualunque attività sociale ed economica sul territorio”.

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