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Sostanze cancerogene: Commissione UE adotta nuove restrizioni

sostanze cancerogene commissione UE adotta nuove restrizioni

Il cancro è la seconda causa di morte nella maggior parte dei Paesi sviluppati secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS) e la prima causa di mortalità professionale nell’Unione europea. Ogni anno il 53% delle morti legate a un’attività professionale è dovuto al cancro, contro il 28% per le malattie del sistema circolatorio e il 6% per le malattie respiratorie.

Per quanto i tumori costituiscano una categoria complessa e alcuni fattori eziologici siano difficili da individuare, è evidente che le patologie oncologiche causate dall’esposizione a sostanze chimiche sul luogo di lavoro possono essere prevenute riducendo o eliminando l’esposizione.

La Direttiva 2004/37/CE sulla protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti da un’esposizione ad agenti cancerogeni o mutageni durante il lavoro aveva definito le misure da mettere in atto per eliminare o ridurre l’esposizione a tali agenti e dunque per contribuire a prevenire i casi di tumore professionale e le malattie correlate.

Tuttavia, essendo le conoscenze scientifiche sulle sostanze cancerogene o mutagene in continua evoluzione e consentendo il progresso tecnologico di migliorare la protezione dei lavoratori, è necessario che la Direttiva sia riveduta a intervalli regolar.

Così la Commissione UE aveva aggiornato in due occasioni tale testo legislativo:
– la Direttiva (UE) 2017/2398 che ha aggiunto all’elenco 11 sostanze cancerogene e rivisto i valori limite per due dei prodotti già inclusi;
– e la proposta di Direttiva 2017/4/CE, attualmente al vaglio dei co-legislatori, che introdurre nuovi limiti per altre sostanze portando a 21 gli agenti chimici individuati come prioritari.

Ora, con la proposta di Direttiva adottata il 5 aprile 2018, basata su dati scientifici e che fa seguito ad ampie discussioni con i portatori di interessi, in particolare rappresentanti dei datori di lavoro, dei lavoratori e degli Stati membri, la Commissione inserisce nella Direttiva quadro sugli agenti cancerogeni e mutageni nuovi valori limite di esposizione sul luogo di lavoro per altre 5 sostanze chimiche.

Nell’UE sono circa 21 milioni i lavoratori esposti ad almeno uno degli agenti chimici disciplinati da una delle tre modifiche legislative proposte.

La Commissione ha compiuto un altro importante passo avanti nella lotta alle malattie oncologiche e alle altre patologie di origine professionale sul luogo di lavoro – ha affermato Marianne Thyssen, Commissaria responsabile per l’Occupazione, gli Affari sociali, le Competenze e la Mobilità dei lavoratori – Proponiamo di istituire limiti all’esposizione dei lavoratori ad altre cinque sostanze chimiche cancerogene. In tal modo miglioreremo la protezione di oltre 1 milione di lavoratori in Europa e contribuiremo a rendere i luoghi di lavoro più sani e più sicuri, nel rispetto di uno dei principi fondamentali del pilastro europeo dei diritti sociali.”

Sono state selezionate le seguenti 5 sostanze cancerogene di grande rilevanza per la protezione dei lavoratori:
– il cadmio e i suoi composti inorganici;
– il berillio e i suoi composti inorganici;
– l’acido arsenico e i suoi sali come pure i composti inorganici di arsenico;
– la formaldeide;
– il 4,4′-metilene-bis (2-cloroanilina) (MOCA).

Le prime 3 sostanze sono frequentemente utilizzate in settori quali la produzione e la raffinazione del cadmio, la produzione di batterie al nichel-cadmio, la galvanoplastica meccanica, la fusione dello zinco e del rame, le fonderie, la produzione del vetro, le attività di laboratorio, l’elettronica, la chimica.

La formaldeide viene impiegata nel settore delle costruzioni, della produzione di pellami, della carta, del tessile, del legno e della sanità.

Il MOCA si utilizza nell’industria della plastica e nel riciclaggio.

La Commissione UE stima in oltre un milione i lavoratori europei esposti a tali sostanze, di cui 990.000 alla formaldeide.

L’imposizione di misure efficaci per impedire l’esposizione elevata alle 5 sostanze e ai gruppi di sostanze indicati avrà ripercussioni positive molto più significative della sola prevenzione oncologica: l’introduzione di tali valori limite ridurrà non solo i tumori di origine professionale, ma anche l’incidenza di altre importanti patologie dovute a sostanze cancerogene e mutagene. Per esempio, oltre al tumore polmonare l’esposizione al berillio causa anche la berilliosi, una malattia cronica incurabile.

I valori limite a livello europeo, inoltre, promuovono la coerenza, in quanto contribuiscono a creare pari condizioni di concorrenza per tutte le imprese e un obiettivo chiaro e comune per datori di lavoro, lavoratori e autorità preposte ai controlli. La proposta va quindi nella direzione di un sistema più efficiente di protezione della salute dei lavoratori e di un mercato unico più equo.

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