Cambiamenti climatici Clima Inquinamenti e bonifiche

Ridurre del 40-70% le emissioni tra 2010 e 2050 per azzerarle entro il 2100

ridurre emissioni tra 2010 e 2050 per azzerarle entro 2100

Il Rapporto di Sintesi appena rilasciato dal Gruppo di esperti dell’ONU sui cambiamenti climatici non lascia spazio a fraintendimenti sulla necessità di intraprendere rapidamente le azioni di mitigazione che, peraltro, avrebbero costi del tutto sostenibili, se si vuole evitare il punto di non ritorno degli effetti dei cambiamenti in atto.

Il Gruppo Intergovernativo di esperti sui Cambiamenti Climatici (IPCC) ha rilasciato oggi, 2 novembre 2014, a Copenhagen nel corso di una Conferenza a cui ha preso parte anche il Segretario dell’ONU, Ban Ki-moon, il Rapporto di Sintesi (Synthesis Report) sulla Quinta Relazione di Valutazione (A5R).
Si tratta della più completa analisi che sia mai stata intrapresa sui cambiamenti climatici, e costituisce, come indica il nome, la sintesi e il raccordo, del lavoro di oltre 5.000 pagine dei 3 Gruppi in cui si sono distribuiti gli scienziati e i cui Capitoli specifici erano stati precedentemente rilasciati:
– il 27 settembre 2013, quello sulle basi scientifiche dei cambiamenti climatici (The Physical Science Basis);
– il 31 marzo 2014, quello sugli impatti dei cambiamenti climatici, di vulnerabilità dei sistemi umani e naturali e delle opzioni di adattamento (Impacts, Adaptation, and Vulnerability);
– il 13 aprile 2014, quello sulle azioni di mitigazione dei cambiamenti climatici (Climate Change 2014: Mitigation of Climate Change).

Alla sua redazione hanno contribuito 830 scienziati provenienti da oltre 80 Paesi, che a loro volta hanno attinto ad oltre 30.000 articoli scientifici di oltre 1.000 autori, e altri 2.000 esperti hanno revisionato le conclusioni.
Ecco i principali aspetti messi in evidenza dal Documento appena diffuso, coordinato dal Presidente dell’IPCC, Rajendra Pachauri:
– l’influenza umana sul sistema climatico è del tutto evidente e in costante crescita con impatti che non lasciano immune alcun Continente;
– se lasciati incontrollati, i cambiamenti climatici faranno aumentare la probabilità di gravi effetti pervasivi e irreversibili per le persone e gli ecosistemi;
– sono disponibili, comunque, opzioni di adattamento ai cambiamenti climatici ed è possibile svolgere adeguate e rigorose attività di mitigazione in grado di garantire che gli impatti rimangano in un range gestibile, dando vita ad un futuro più luminoso e sostenibile.
Abbiamo i mezzi per limitare i cambiamenti climatici – ha sottolineato nel corso della Conferenza-stampa il Presidente IPCC Pachauri – Le soluzioni sono molte e consentono uno sviluppo economico e umano. Quello di cui tutti noi abbiamo bisogno è la volontà che, confidiamo, troverà motivazione propria dalla consapevolezza e comprensione dei risultati offerti dalla scienza del clima”.

Il Rapporto di Sintesi sottolinea che dal 1950 si sono verificati cambiamenti quali mai erano stati osservati nel corso di millenni.
La nostra valutazione indica che l’atmosfera e gli oceani si sono riscaldati, la quantità di neve e ghiaccio si è assottigliata, i livelli dei mari si stanno innalzando e l’anidride carbonica presente in atmosfera è arrivata ad un punto tale di concentrazione quale non si è mai verificata negli ultimi 800.000 anni”, ha dichiarato Thomas Stocker, co-Presidente.

La Relazione esprime con maggiore certezza rispetto a precedenti valutazioni il fatto che le emissioni di gas ad effetto serra e di altri vettori di origine antropica sono stati la causa determinante dell’osservazione del global warming, a partire dalla metà del secolo scorso (mentre il A4R del 2007 indicava la responsabilità alle attività umane con una probabilità del 90%, ora si parla del 95%), )
I rischi maggiori di conseguenze catastrofiche, se non si interverrà tempestivamente, saranno sopportati dai Paesi in via di sviluppo dove vivono le comunità più vulnerabili, per effetto della loro limitata capacità di farvi fronte.
Per questo, limitare gli effetti dei cambiamenti climatici solleva questioni di equità, giustizia e solidarietà ed è il presupposto per conseguire gli obiettivi di sviluppo sostenibile e di eradicazione della povertà.
Affrontare i cambiamenti climatici non sarà possibile se le singole parti anteporranno i propri interessi in modo indipendente – ha ribadito Pachauri – Solo cooperando internazionalmente sarà possibile contrastarli”.

Un ruolo chiave nel ridurre i rischi viene attribuito alle attività di adattamento, che tuttavia non bastano se non si interviene con le azioni di mitigazione, prima fra tutte la riduzione drastica e sostanziale delle emissioni di gas a effetto serra, attraverso azioni di mitigazione per poter mantenere il riscaldamento entro i + 2 °C entro la fine del secolo.
È tecnicamente possibile la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio – ha dichiarato Youba Sokona, co-Presidente del Working Group III – Ma quello che manca sono le politiche e le istituzioni adeguate. Più tardi si agirà, maggiori saranno i costi da sopportare”.
 
In scenari di business-as-usual, sulla base di una crescita del PIL globale nel corso del XXI secolo valutata nell’ordine di 1,6-3%, le azioni ambiziose di mitigazione inciderebbero per lo 0,06%, senza tener conto dei benefici che deriverebbero da un andamento climatico sotto controllo.
Secondo gli scienziati dell’IPCC, per avere una buona probabilità di rimanere al di sotto dei +2 °C, le emissioni dovrebbero diminuire del 40-70% a livello globale tra il 2010 e il 2050, per poi declinare fino allo zero entro il 2100.
La scienza ha parlato – ha ammonito Ban Ki-moon –Non c’è alcuna possibilità di fraintendimento in tale messaggio. I leader politici devono agire in fretta, perché il tempo non è dalla nostra parte”.

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