Nel corso del Convegno organizzato da Terna, il Gruppo, forte dell’esperienza acquisita e di ridefinizione della strategia aziendale, ha lanciato le nuove regole che imprese e istituzioni dovrebbero osservare per coniugare crescita economica e salvaguardia dell’ambiente.
“Le esigenze di sviluppo infrastrutturale possono e debbono conciliarsi con quelle della sicurezza dell’ambiente. E anzi, tanto più le aziende sapranno essere ambientalmente sostenibili, tanto maggiore sarà la crescita anche economica delle imprese, con importanti e positive ricadute per la società”.
È questo il messaggio principale lanciato nel Convegno “Le nuove regole per la sicurezza dell’ambiente”, organizzato da Terna, il primo operatore indipendente in Europa di reti per la trasmissione dell’energia elettrica, nel corso del quale sono state presentate le 7 Regole che il Gruppo propone per trovare un nuovo punto di equilibro tra crescita economica e salvaguardia dell’ambiente.
“Stiamo dissipando risorse che appartengono alle generazioni future – ha sottolineato la Presidente di Terna, Catia Bastioli – il cambiamento è elemento fondamentale“.
Il cambiamento è quello verso un’economia circolare, attraverso la costruzione di ponti e la creazione di connessioni tra aspetti fino ad oggi considerati separati o non compatibili, come la competitività aziendale e la salvaguardia dell’ambiente.
La Bastioli ha, quindi, rilevato come da tale esigenza discendano nuove opportunità di crescita nel contesto europeo, oltre che in quello nazionale, in cui Terna, da sempre sensibile all’argomento, si prepara a giocare un ruolo da protagonista.
Più in dettaglio, le nuove regole, sono state illustrate nel corso del suo intervento da Giuseppe Lasco che di Terna è Capo della Divisione Corporate Affairs.
1. Ambiente come risorsa dell’azienda. Viene ribaltata la visione secondo la quale ambiente e competitività siano in contrasto. Un’impresa sostenibile, oltre ad ottenere uno sviluppo economico maggiore, genera anche ricadute positive per la società
2. È importante investire nella tutela dell’ambiente per aumentare la competitività futura. Solo imparando a guardare a lungo termine, le aziende potranno aumentare i propri profitti.
3. Governance ambientale. Figure e ruoli devono essere organizzati in modo adeguato per la gestione della sicurezza ambientale che dovrebbe coordinarsi con quella sul lavoro.
4. Formazione del personale in materia ambientale. Non è obbligatoria per legge, ma è importante per creare una cultura condivisa che permetta anche di rafforzare il senso di responsabilità del singolo su questi temi. In tal modo la formazione costituisce un’opportunità non solo in prospettiva economica, ma anche ritorni sociali e di immagine.
5. Risk management ambientale. Strumento fondamentale per affrontare le emergenze e prevenire situazioni di rischio ambientale.
6. Progetto sicurezza integrata dei cantieri. Riguarda un ulteriore momento di controllo a 360° di tutte le fasi del lavoro – progettazione, affidamento lavori, esecuzione – affinché sia garantita la sicurezza dei cantieri.
7. Certificazione ambientale dei fornitori qualificati. Un approccio virtuoso alle tematiche ambientali non può non coinvolgere i propri fornitori. Ogni azienda fornitrice si deve dotare di un sistema di qualificazione, di tipo integrato, che renda possibile una selezione delle imprese più virtuose e rispettose dell’ambiente, mediante i certificati ambientali.
“La responsabilità verso l’ambiente sarà sempre più un fattore di crescita delle imprese – ha commentato Matteo Del Fante, Amministratore delegato di Terna – La storia di Terna dimostra che tanto più la sicurezza e la tutela dell’ambiente assumono una valenza strategica nella vita delle aziende, tanto maggiore è la crescita anche economica delle stesse. Serve allora uno sforzo corale, un nuovo patto che coinvolga tutti gli attori, affinché sviluppo infrastrutturale e tutela dell’ambiente vengano percepiti non più come antagonisti ma come le due gambe sui cui far camminare la crescita industriale del Paese”.