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Rapporto Mondiale sulla Felicità 2019: in calo negli ultimi anni

Il Rapporto Mondiale sulla Felicità 2019 presentato all’ONU in occasione della Giornata Mondiale della Felicità (20 marzo 2018), conferma che sono i Paesi del nord Europa quelli più felici.

In occasione della Giornata Mondiale della Felicità (20 marzo), istituita nel 2012 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite con una risoluzione che invitava i Paesi membri a misurare la felicità del loro popolo come supporto a guidare le loro politiche pubbliche, nella consapevolezza che la felicità è la giusta misura del progresso sociale, dal momento che il PIL da solo non è più in grado di cogliere tutti i fattori che incidono sulla qualità della vita dei cittadini, è stato presentato il “World Happiness Report 2019” , il Rapporto Mondiale sulla Felicità, giunto alla VII edizione che classifica 156 Paesi in base al loro livello di felicità.

L’Italia è stato il primo Paese ad adottare questo nuovo paradigma, avendo introdotto nella programmazione economica 12 indicatori BES (Benessere Equo e Sostenibile), correlati al conseguimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda ONU al 2030, dando loro “un ruolo nell’attuazione e nel monitoraggio delle politiche pubbliche”.

Prodotto dal Sustainable Development Solutions Network (SDSN), la rete lanciata dall’ex Segretario generale dell’ONU Ban Ki-moon per mobilitare le competenze scientifiche e tecniche del mondo accademico, della società civile e del settore privato al fine di proporre soluzioni praticabili per lo sviluppo sostenibile, includendo l’implementazione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile e delle misure per l’Accordo di Parigi sul clima, il Rapporto Mondiale sulla Felicità, realizzato con il supporto della Fondazione Ernesto Illy,  esamina i trend dei dati registrando come le persone valutano la loro vita su una scala che va da 0 a 10.

In questi sette anni, dalla prima edizione del World Happiness Report, l’interesse e la qualità dei lettori sono aumentati progressivamente – ha affermato John Helliwell, Professore emerito di Economia alla British Columbia University e co-editore del Rapporto, curatore in particolare del Capitolo “Changing World Happiness” , sulle classifiche nazionali – Inizialmente i lettori consultavano principalmente la classifica dei Paesi; ora vediamo un crescente interesse nell’utilizzare i dati e le analisi per capire come rendere scuole, case, ambienti di lavoro e comunità dei luoghi più felici e come utilizzare le ricerche per una reale proposta di miglioramento”.

Il Rapporto Mondiale sulla Felicità 2019 indica che , tenendo in considerazione la crescita della popolazione, il livello di felicità nel mondo è calato negli ultimi anni. È aumentato il livello di “emozioni negative”, tra cui preoccupazione, tristezza e rabbia, specialmente in Asia e Africa, ma più recentemente anche altrove.

La Finlandia si conferma ancora una volta il Paese più felice del mondo, seguita da Danimarca, Norvegia, Islanda, Paesi Bassi, Svizzera, Svezia, Nuova Zelanda, Canada e Austria. Benché più ricchi, gli Stati Uniti sono 19esimi, penalizzati da obesità e depressione, hanno perso una posizione rispetto allo scorso anno. L’Italia si colloca al 36° posto.

Classifica della Felicità 2016-2018 (Fonte: WHR 2019)

Reddito pro capite, sostegno sociale, aspettativa di vita in buona salute, libertà, generosità e assenza di corruzione sono le principali variabili utilizzate per l’analisi.
Inoltre, quest’anno il Rapporto si è concentrato sulla relazione tra Felicità e Comunità “Happier Together”, che letteralmente significa “più felici insieme” per cogliere le evoluzioni temporali intervenute che hanno guidato i cambiamenti.

Il mondo è un luogo in rapida evoluzione – ha continuato Helliwell – Il modo in cui le comunità interagiscono tra loro, sia nelle scuole, nei luoghi di lavoro, nei quartieri o sui social media, ha effetti profondi sulla felicità mondiale“.

“Il Rapporto Mondiale sulla Felicità, insieme al Global Happiness and Policy Report, offre ai Governi l’opportunità di ripensare le politiche pubbliche e agli individui le scelte di vita per aumentare la felicità e il benessere – ha sottolineato il Prof. Jeffrey Sachs, Economista e saggista di fama mondiale, Direttore dell’Earth Institute alla Columbia University e co-autore del Rapporto, avendo curato in particolare il Capitolo  “Dipendenze e infelicità” – L’uso compulsivo di sostanze e comportamenti di dipendenza stanno causando grave infelicità. Siamo in un’era di tensioni crescenti ed emozioni negative, come dimostrato dal Rapporto, e questi risultati fanno emergere questioni urgenti che devono necessariamente essere affrontate. I governi, le comunità e le aziende dovrebbero utilizzare questi indicatori per mettere in pratica nuove politiche finalizzate a superare queste fonti di infelicità”.

Intervenuto al lancio del Rapporto Globale sulla Felicità, avvenuto presso la  sede ONU di New York Andrea Illy, Presidente di illycaffè e membro del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Ernesto Illy, ha dichiarato: “Viviamo un momento di transizione verso una nuova era e questo genera un senso di incertezza. La felicità sociale è quindi sempre più rilevante, per dare prospettive positive e guardare con fiducia sul presente e sul futuro”.

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