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Plastic tax come tassa di scopo per una produzione ecocompatibile

Intervenendo al Convegno del MATTsulla Strategia italiana per la plastica, il Ministro Sergio Costa ha aperto alla possibilità di migliorare in Parlamento il testo di legge sulla cosiddetta plastic tax, prevedendo anche un credito di imposta supplementare per le imprese che modifichino i loro sistemi, dell’ordine del 20-25%.

Il Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, dopo aver inaugurato il giorno precedente ECOMONDO (Fiera di Rimini, 5-8 novembre 2019), l’evento targato Italian Exibition Group (IEG), leader in Europa dedicato alla Green & Circular Economy,  ha aperto il 6 novembre 2019 il Convegno “La Strategia Italiana per la Plastica”, organizzato dal MATTM, che è stato dedicato nella prima Sessione alle modalità normative con cui con le quali l’Italia si sta preparando a recepire la Direttiva europea sulla plastica e successivamente un panel di imprese innovative che hanno detto no alla plastica.

A tenere banco è stata l´attualità, ovvero la discussione intorno alla plastic tax a proposito della quale il Ministro Sergio Costa ha ribadito, rivolgendosi in particolare alla platea di imprenditori, l´intenzione di “migliorare in Parlamento il testo della legge” (peraltro già modificato rispetto alla bozza iniziale), prevedendo “un credito di imposta supplementare per le imprese che modifichino i loro sistemi, dell´ordine del 20-25%”.

Accettate la sfida”, ha chiesto il Ministro agli imprenditori, convocati in sede di Commissione Ambiente la prossima settimana sulla questione della plastic tax, per “costruire insieme una proposta di modifica. Venite con una posizione unitaria condivisa e chiedete ciò che è possibile. Sapete che preferisco gli incentivi alle imposizioni fiscali e voglio usare il concetto di tassa di scopo, da rimettere nel circolo produttivo, che serva ad accompagnare le imprese verso una produzione eco-compatibile”.

Il testimone è passato quindi al Capo della Segreteria tecnica del MATTM Tullio Berlenghi, che ha ricordato come la produzione della plastica in Europa sia aumentata di 20 volte rispetto agli anni ’60 fino a raggiungere i25 milioni di tonnellate annue, delle quali solo il 30% viene riciclato, il 31% finisce in discarica, il 39% negli inceneritori, con costi economici ed ambientali”.

Ricordando la questione dei rifiuti di plastica, in particolare degli imballaggi, che hanno raggiunto mari ed oceani, con ripercussioni anche sulla biodiversità marina, “non possiamo far finta che tutto questo non esista – ha spiegato Berlenghi, rivolgendosi ai rappresentanti imprenditori del settore – Dobbiamo gestire questi rifiuti, potenziando la filiera del riciclaggio e, al contempo, ridurre la dipendenza dai combustibili fossili che dovremo gradualmente abbandonare. Non possiamo rimanere attaccati a un sistema economico, perché oggi funziona”.  

Nella seconda sessione del Convegno sul tema “Le alternative alla plastica: le imprese innovative”, sono state raccontate le esperienze in merito. In particolare Roberto Ferro di Unilever, tra le principali aziende del settore alimentari e bevande che ha sottoscritto il Global Commitment per la New Plastics Economy, ha indicato gli step con cui la multinazionale tiene fede, tra l’altro, all’impegno di raggiungere entro il 2025, la riduzione dell’uso complessivo di imballaggi in plastica monouso di circa 100.000  tonnellate all’anno.

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