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Pacchetto infrazioni di gennaio 2019: corposo il dossier Italia

La Commissione UE nel pacchetto infrazioni di gennaio 2019 ha adottato nei confronti dell’Italia un deferimento alla Corte di giustizia per trattamento preferenziale in materia di imposta di registro immobiliare, 3 pareri motivati e 6 lettere di costituzione in mora, tra cui quella sul Codice degli Appalti.

È corposo il Pacchetto di infrazioni del primo mese dell’anno, anche a seguito dell’intervallo di tempo intercorso rispetto al precedente, adottato dalla Commissione UE il 24 gennaio 2019. Pertanto anche per l’Italia le procedure sono molteplici:
un deferimento alla Corte di giustizia dell’UE (Fiscalità);
3 “parere motivato” (Energia; Ambiente 2).
6 “costituzione in mora” (Energia; Ambiente; Mercato interno; Imprenditoria e PMI; Affari interni; Fiscalità).

Iniziamo l’analisi con la procedura più ”pesante” del Pacchetto infrazioni di gennaio 2019.
La Commissione europea ha deciso di deferire l’Italia alla Corte di giustizia dell’UE per non avere modificato la propria legislazione, che prevede un’aliquota ridotta per i cittadini italiani che vivono all’estero e che acquistano la loro prima abitazione sul territorio italiano.

In caso di un acquisto di questo tipo, gli emigrati italiani hanno diritto ad un’aliquota preferenziale dell’imposta di registro immobiliare senza obbligo di soddisfare il requisito di residenza. I cittadini di altri Stati membri non hanno diritto ad alcun trattamento preferenziale se non risiedono effettivamente nel comune in cui il bene è ubicato o se non vi fissano la residenza entro 18 mesi dall’acquisto. Il Trattato sul funzionamento dell’Unione europea  (TFUE) non ammette un tale trattamento discriminatorio, direttamente basato sulla cittadinanza. La decisione di adire la Corte si è resa necessaria in quanto l’Italia non si è allineata sulla scorta del parere motivato inviato dalla Commissione alle autorità italiane nel gennaio 2018.

Analogamente, a determinate condizioni, i pensionati italiani residenti all’estero sono esentati dalla tassa comunale sui beni immobili denominata “IMU” o possono beneficiare di riduzioni delle imposte sugli immobili di loro proprietà ubicati in Italia per i servizi forniti a livello locale. Pertanto, la Commissione ha deciso inoltre di inviare all’Italia anche una lettera di costituzione in mora (1) per avere mantenuto condizioni più favorevoli riguardanti alcune imposte comunali sulle prime case ubicate in Italia appartenenti a pensionati italiani residenti nell’UE o in Paesi membri dell’accordo sullo Spazio economico europeo.

Pareri motivati del Pacchetto infrazioni di gennaio
1) La Commissione ha chiesto all’Italia di recepire la nuova Direttiva 2013/59/Euratom sulle norme fondamentali di sicurezza relative alla protezione contro i pericoli derivanti dalle radiazioni ionizzanti. Gli Stati membri erano tenuti a recepire la direttiva entro il 6 febbraio 2018. Il nostro Paese ha ora due mesi per rispondere al parere motivato e comunicare le sue misure di recepimento, trascorsi i quali la Commissione potrà decidere di deferire il caso alla Corte di giustizia dell’UE.

2) La Commissione UE ha invitato l’Italia ad intensificare i propri sforzi per attuare il diritto dell’Unione volto a garantire che l’accesso alle risorse genetiche (il materiale genetico di origine vegetale, animale o microbica, come quello delle piante medicinali, delle coltivazioni agricole e delle razze animali, che abbia un valore effettivo o potenziale) in altri Paesi e il loro successivo utilizzo nell’UE avvengano nel rispetto delle disposizioni in materia di accesso e ripartizione dei benefici stabilite da tali Paesi, in linea con il Protocollo di Nagoya. Se un paese ha fissato disposizioni in materia di accesso e ripartizione dei benefici (ABS), gli utilizzatori che desiderino ottenere tale materiale genetico a fini di ricerca, di conservazione e di applicazione commerciale o industriale devono conformarsi a tali disposizioni, secondo quanto stabilito nel Regolamento (UE) n. 511/2014.che impone agli Stati membri ad adottare le misure necessarie a garantire l’attuazione efficace del Regolamento. I Paesi dell’UE sono tenuti in particolare a designare le autorità competenti responsabili dell’applicazione del regolamento e ad informarne la Commissione. Poiché l’Italia non ha notificato alcuna legislazione volta a designare tali autorità o a stabilire sanzioni, la Commissione ha deciso di inviare un parere motivato all’Italia che dispone ora di due mesi per porre rimedio alla situazione; in caso contrario la Commissione potrà decidere di deferirla alla Corte di giustizia dell’UE. 

3) La Commissione UE  invita l’Italia a garantire acqua potabile sicura ai suoi cittadini. Secondo la Commissione, il nostro Paese ha disatteso gli obblighi imposti dal diritto dell’UE sulla qualità delle acque destinate al consumo umano (Direttiva 98/83/CE) per aver lasciato che i valori di parametro per l’arsenico e il fluoruro venissero superati in alcune zone. Lo scopo della Direttiva è di proteggere la salute umana dagli effetti negativi derivanti dalla contaminazione delle acque destinate al consumo umano, garantendone la salubrità e la pulizia. Le norme dell’UE impongono che l’acqua potabile non contenga microrganismi e parassiti e sia esente da qualsiasi sostanza che costituisca un potenziale pericolo per la salute umana. Per un lungo periodo di tempo l’acqua potabile erogata in 16 zone di approvvigionamento idrico nella regione Lazio, provincia di Viterbo, ha superato i parametri stabiliti per l’arsenico e/o il fluoruro. Ciò può costituire un rischio per la salute umana, in particolare per i bambini di età inferiore ai 3 anni. Nel 2014 la Commissione aveva inviato una lettera di costituzione in mora, ma le autorità del nostro Paese e non hanno ancora adottato gli opportuni provvedimenti e non hanno rispettato l’obbligo di informazione e di notifica ai consumatori in merito agli eventuali rischi per la salute. Ora, l’Italia dispone di due mesi per porre rimedio alla situazione. In caso contrario la Commissione potrà decidere di deferire l’Italia alla Corte di giustizia dell’UE.

Lettere di Costituzione in mora del Pacchetto infrazioni di gennaio
2) La Commissione UE ha deciso oggi di inviare una lettera di costituzione in mora all’Italia chiedendo formalmente il corretto recepimento nel diritto nazionale della Direttiva sull’efficienza energetica (Direttiva 2012/27/UE) che stabilisce un quadro comune di misure per la promozione dell’efficienza energetica nell’UE al fine di garantire il conseguimento dell’obiettivo dell’UE relativo all’efficienza energetica del 20% entro il 2020 e di gettare le basi per ulteriori miglioramenti dell’efficienza energetica al di là di tale data. Tutti i Paesi dell’UE, pertanto, sono tenuti a utilizzare l’energia in modo più efficiente in tutte le fasi della catena energetica, dalla produzione al consumo finale. Il nostro Paese dispone ora di due mesi per replicare alle argomentazioni addotte dalla Commissione, trascorsi i quali trascorsi i quali, la Commissione potrà decidere di inviare un parere motivato.

3) La Commissione UE esorta l’Italia a rispettare gli obblighi imposti dalle norme dell’UE per la conservazione degli habitat naturali e delle specie protette inclusi nella rete Natura 2000 (Direttiva 92/43/CEE – Habitat). Gli Stati membri sono tenuti a designare i siti da includere nell’elenco UE dei siti di importanza comunitaria come zone speciali di conservazione (ZPS). Essi devono anche istituire le misure di conservazione necessarie a mantenere o ripristinare le specie protette e gli habitat naturali in uno stato soddisfacente. Tali provvedimenti devono essere messi in atto entro sei anni dall’inserimento di questi siti nell’elenco UE dei siti di importanza comunitaria (SIC). Il nostro Paese non ha ancora stati designati come zone speciali di conservazione 463 siti di importanza comunitaria per i quali sono scaduti i termini. Inoltre, l’Italia ha omesso, in modo generale e persistente, di fissare obiettivi dettagliati di conservazione specifici per sito e di stabilire le necessarie misure di conservazione corrispondenti alle esigenze ecologiche dei tipi di habitat naturali in tutte le 19 regioni e in 2 province autonome. La Commissione invierà pertanto una seconda lettera di costituzione in mora all’Italia che dispone ora di due mesi per rispondere alle argomentazioni formulate dalla Commissione; trascorsi i quali, la Commissione potrà decidere di inviare un parere motivato.

4) la Commissione invita lItalia  a rispettare gli obblighi di comunicazione relativi allo stato ecologico delle acque marine, nell’ambito della Direttiva sulla strategia per l’ambiente marino (Direttiva 2008/56/CE) fornisce un quadro globale per la protezione dei mari e degli oceani dell’UE e garantisce la gestione sostenibile delle loro risorse. Entro il 15 ottobre 2018 gli Stati membri erano tenuti a riesaminare e aggiornare la valutazione dello stato ecologico delle acque interessate, l’impatto ambientale delle attività umane, la definizione di buono stato ecologico e gli obiettivi ambientali. Il nostro Paese non ha presentato alla Commissione le relazioni entro il termine prescritto. L’Italia ora di due mesi per rispondere; trascorsi i quali, la Commissione potrà decidere di inviare un parere motivato.

5). Appalti pubblici: la Commissione esorta l’Italia  a conformarsi alle norme su appalti pubblici e concessioni. Gli Stati membri erano tenuti a recepire le nuove Direttive UE (2014/23/; 2014/24; 2014/25) diritto nazionale entro il 18 aprile 2016. La lettera di messa in mora è il risultato delle verifiche di conformità effettuate dalla Commissione. L’Italia dispone ora di due mesi di tempo per rispondere alle argomentazioni della Commissione; in caso contrario, la Commissione potrà decidere di dar seguito alle lettere inviando un parere motivato.

Ricordiamo che il Governo ha approvato il Disegno di Legge Deleghe nel quale troverà collocazione il nuovo Regolamento del Codice degli Appalti, ma i tempi potrebbero allungarsi rispetto a quelli della risposta attesa dalla Commissione.

6) La Commissione esorta l’Italia ad attuare le norme sulla lotta contro l’abuso sessuale dei minori e la pornografia  minorile (Direttiva 2011/93/UE). L’UE dispone di norme rigorose che qualificano come reati tali abusi in tutta Europa, impongono pene severe ai trasgressori, proteggono le vittime minorenni e contribuiscono innanzitutto a prevenire il verificarsi di tali reati. La Direttiva comprende anche disposizioni speciali per la lotta contro l’abuso sessuale dei minori sul web. Gli Stati membri avrebbero dovuto attuare le nuove norme entro dicembre 2013. Tuttavia, poiché la portata della Direttiva è estremamente vasta, quasi tutti gli Stati membri hanno subito ritardi durante il periodo di attuazione. La Commissione è consapevole dei problemi riscontrati, ma per garantire una protezione efficace dei minori contro gli abusi sessuali gli Stati membri devono conformarsi pienamente alle disposizioni della Direttiva. Per questo motivo la Commissione ha deciso di avviare una procedura di infrazione anche nei confronti del nostro Paese che dispone ora di due mesi per rispondere; trascorsi i quali, la Commissione potrà decidere di inviare un parere motivato.

Per ulteriori informazioni su tutte le decisioni adottate nel Pacchetto infrazioni di gennaio 2019, si invita a consultare il registro delle decisioni.

 

 

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