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L’olfatto dei gatti: quando si dice “avere naso”

di Anna Rita Rossi

I gatti sono dotati di un olfatto particolarmente sviluppato, perfetto per aiutarli a scovare le loro prede. Infatti, grazie al loro efficientissimo naso, provvisto di circa 200 milioni di recettori olfattivi, i gatti possono avvertire odori anche a notevoli distanze.

L’olfatto è il senso dell’immaginazione” (Jean-Jacques Rousseau).
Questo è certamente vero per gli esseri umani, ma per i gatti, l’olfatto è un mezzo per relazionarsi con il mondo e analizzarlo in modo davvero “sopraffino”.

Il naso dei gatti è chiamato “tartufo” o “rinario”. Esternamente, ha una forma conica ed è costituito da pelle pigmentata di colore rosa o nera, oppure può essere rosa con contorno nero. La sua struttura interna è una sorta di elaborata rete di pieghe ossee che servono a intrappolare l’aria, così da tenerla a contatto con le cellule sensoriali.
Quando il gatto respira, solo una parte dell’aria raggiunge i polmoni, il resto rimane “bloccato” nelle pieghe interne del naso e consente al cervello di riconoscere gli odori.

Inoltre, dentro la bocca dei felini, sotto il palato, è presente l’organo vomeronasale o “organo di Jacobson”, attraverso il quale riescono a captare i feromoni e, in tal modo, possono comunicare con i loro simili. L’olfatto dei gatti ha quindi, un importante ruolo anche in ambito sociale, perché consente loro di trasmettere e ricevere messaggi.

Per come è strutturato e per come funziona, almeno secondo uno Studio pubblicato su Plos Computational Biology e coordinato dalla Ohio State University (USA), il naso dei gatti è assimilabile a un’apparecchiatura di analisi chimica: il gascromatografo a spirale parallela che rileva e suddivide le sostanze chimiche in forma vaporizzata.

naso dei gatti
Un’istantanea delle traiettorie parallele delle particelle di odore nella regione olfattiva del gatto (punti colorati). Credito immagine: Wu et al ., doi: 10.1371/journal.pcbi.1011119

In pratica, grazie al loro naso, i gatti riescono a compiere analisi accurate della composizione chimica delle sostanze, proprio come un sofisticato apparecchio di laboratorio. Secondo i ricercatori, nel naso dei nostri felini domestici, l’aria si separa in due correnti di flusso: una che pulisce e umidifica; l’altra che trasporta rapidamente e in modo efficiente l’odore nella regione olfattiva.

Gli autori dello studio hanno analizzato la funzione della struttura nasale felina e realizzato delle simulazioni al computer, traendo nuove informazioni sull’evoluzione dei mammiferi. Osservando i gatti, è risultato che l’efficienza del loro naso è legata alla presenza di canali contorti per il rilevamento degli odori, e questa particolarità sembra aver permesso ai mammiferi, e in particolare ai felini, di migliorare il loro senso dell’olfatto.

Il gruppo di studio ha creato un modello computerizzato tridimensionale, anatomicamente accurato, del naso di un gatto domestico.
È stato anche rilevato che la presenza di canali turbinati olfattivi a spirale, presenti nei nasi dei mammiferi, è analoga a un altro organo sensoriale: la coclea a spirale (parte dell’orecchio interno) che è unica per i mammiferi, e sembra che la sua evoluzione possa migliorare la sensibilità dell’udito e la gamma di frequenze percepibili. Quindi, è probabile che la “coclea olfattiva” possa migliorare, analogamente, il senso ad essa collegato.

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