La Commissione UE e l’Alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza dell’UE hanno adottato una Comunicazione comune che illustra in che modo l’Unione affronterà il crescente impatto dei cambiamenti climatici e del degrado ambientale nei settori della pace, della sicurezza e della difesa.
Il ripetersi di fenomeni climatici estremi, l’innalzamento delle temperature e dei livelli del mare, la desertificazione, la carenza idrica, le minacce alla biodiversità, l’inquinamento e la contaminazione dell’ambiente stanno minacciando la salute e il benessere dell’umanità e possono accrescere gli sfollamenti, i movimenti migratori, le pandemie, i disordini sociali, l’instabilità e persino i conflitti.
Per rispondere a queste sfide, poiché riguardano la società europea e le operazioni di sicurezza dell’UE, nonché per affrontare l’intensificarsi della concorrenza geopolitica sulle risorse e tecnologie necessarie per la transizione ecologica, la Commissione UE e l’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza hanno adottato la Comunicazione comune “A new outlook on the climate and security nexus: Addressing the impact of climate change and environmental degradation on peace, security and defence”, in cui l’espressione nesso tra clima e sicurezza utilizzata si riferisce agli impatti dei cambiamenti climatici e del degrado ambientale, inclusi la perdita di biodiversità e l’inquinamento, sulla pace, la sicurezza e la difesa.
I cambiamenti climatici e il degrado ambientale sono intrinsecamente connessi e si aggravano a vicenda. Stanno già incidendo sulla sicurezza alimentare, riducendo la resa delle principali colture, come il granturco, il riso e il frumento, e aumentando il rischio di raccolti insufficienti nei principali paesi produttori. Allo stesso tempo, una produzione alimentare non sostenibile è anche causa del degrado ambientale e della carenza idrica. Si stima che entro il 2050 oltre un miliardo di persone avrà un accesso insufficiente all’acqua, che il degrado del suolo potrebbe salire al 90 %, mentre la domanda di cibo potrebbe aumentare del 60 %.
L’instabilità e la scarsità di risorse indotte dal clima e dall’ambiente possono essere e sono strumentalizzate attivamente da gruppi armati, reti della criminalità organizzata, regimi corrotti o autoritari e altri soggetti, anche attraverso reati ambientali. Quest’ultima è già diventata il quarto settore della criminalità mondiale, per dimensioni, ed è in continua espansione, accelerando ulteriormente la crisi ambientale, anche attraverso lo sfruttamento non sostenibile delle risorse naturali.
Le forze armate dell’Europa devono ridurre le loro emissioni di gas a effetto serra e la loro dipendenza dai combustibili fossili sul campo passando gradualmente alle energie pulite, senza compromettere la loro efficacia operativa e la resilienza delle infrastrutture critiche connesse alla difesa.
L’UE è da diversi anni in prima linea nella lotta complessiva ai cambiamenti climatici, mentre dal 2008 li considera un moltiplicatore delle minacce e dal 2020 ne valuta i legami con la gestione delle crisi dell’UE e la difesa europea.
“Le crisi climatiche e ambientali provocano cambiamenti radicali nel nostro mondo a una velocità mai vista nella storia umana – ha dichiarato Frans Timmermans, Vicepresidente esecutivo per il Green Deal europeo – Hanno già un impatto sulla sicurezza globale, generando nuove minacce e aggravando le tensioni esistenti. Oggi l’UE presenta una nuova prospettiva sul nesso tra clima e sicurezza. Razionalizzeremo e adegueremo i nostri strumenti esterni per contribuire a salvaguardare la sicurezza in tutto il mondo e preparare l’UE alle implicazioni per la propria sicurezza”.
L’integrazione del nesso clima-pace-sicurezza nelle politiche esterne dell’UE sarà attuata con una serie di azioni concrete a tutto campo sul fronte dei dati, delle politiche, delle missioni, della difesa e della cooperazione con i partner terzi per garantire che gli impatti vengano presi in considerazione a tutti i livelli del processo di elaborazione delle politiche, della programmazione e delle operazioni nel campo delle relazioni esterne.
La Comunicazione illustra il Piano per consentire all’UE e ai suoi partner di diventare più resilienti e sicuri con l’intensificarsi della crisi climatica e migliora le correlazioni tra le diverse politiche per garantire che l’azione e le capacità esterne siano in grado di affrontare queste sfide.
Sono 4 le priorità definite nella Comunicazione comune:
– rafforzare la pianificazione, il processo decisionale e la messa in atto, attraverso analisi affidabili e accessibili basate su dati concreti sul nesso tra clima e sicurezza;
– rendere operativa la risposta alle sfide climatiche e alla sicurezza nell’azione esterna dell’UE, tra l’altro integrando il nesso tra clima e sicurezza nelle analisi dei conflitti regionali e nazionali;
– perfezionare le misure di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici nelle operazioni e infrastrutture civili e militari degli Stati membri per ridurre i costi e l’impronta ecologica, garantendo nel contempo il mantenimento dell’efficacia operativa;
– rafforzare le alleanze internazionali nelle sedi multilaterali e con partner come la NATO, in linea con l’agenda dell’UE in materia di cambiamenti climatici e ambiente.
Per realizzare queste priorità, l’UE attuerà circa 30 azioni, tra cui:
– la creazione di un polo di dati e analisi sulla sicurezza climatica e ambientale all’interno del Centro satellitare dell’UE;
– l’invio di consulenti ambientali nelle missioni e operazioni della politica di sicurezza e di difesa comune (PSDC) dell’UE;
– l’istituzione a livello nazionale ed europeo di piattaforme per la formazione, come la piattaforma dell’UE per la formazione in materia di clima, sicurezza e difesa;
– la realizzazione di analisi e studi approfonditi delle politiche e azioni correlate, specie in aree geografiche vulnerabili come il Sahel o l’Artico.
“La nostra pace e la nostra sicurezza dipendono da politiche climatiche e ambientali efficaci – ha sottolineato l’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza Josep Borrell – Altrimenti non può esserci pace. I cambiamenti climatici stanno anche cambiando il modo in cui le forze di difesa degli Stati membri pianificano, investono e operano. Devono adattarsi a condizioni climatiche più gravose. Al tempo stesso, sono chiamate a ridurre le loro emissioni di gas a effetto serra e la loro dipendenza dai combustibili fossili, senza compromettere la loro efficacia operativa.
In copertina: foto UNAMID/Albert Gonzalez Farran