La Commissione UE ha adottato misure che vietano la vendita di microplastiche in quanto tali e di prodotti contenenti microplastiche aggiunte intenzionalmente a prodotti disciplinati dalla legislazione sulle sostanze chimiche (REACH), impedendo il rilascio nell’ambiente di circa mezzo milione di tonnellate di microplastiche. I divieti scatteranno da subito a fra 12 anni.
Limitare l’aggiunta intenzionale di microplastiche nei prodotti disciplinati dalla legislazione REACH dell’UE sulle sostanze chimiche, per impedire il rilascio nell’ambiente di circa mezzo milione di tonnellate di microplastiche.
È l’obiettivo che la Commissione UE si propone con la modifica dell’Allegato XVII “Restrizioni sulla fabbricazione, imposizione su mercato e uso di alcune sostanze pericolose, miscele e articoli” del Regolamento REACH, adottata il 25 settembre 2025 E.
Nel Piano d’azione per l’inquinamento zero, la Commissione UE ha fissato come obiettivo la riduzione del 30 % dell’inquinamento da microplastiche entro il 2030 dalle diverse: rifiuti in generale e rifiuti in plastica, rilasci accidentali e non intenzionali (ad esempio perdita di pellet di plastica, degrado di pneumatici o rilascio da indumenti), oltre agli usi intenzionali nei prodotti.
Per affrontare il problema dell’inquinamento da microplastiche, prevenendo nel contempo il rischio di frammentazione nel mercato unico, la Commissione ha chiesto all’Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA) di valutare il rischio rappresentato dall’aggiunta intenzionale di microplastiche ai prodotti e l’eventuale necessità di un’ulteriore azione normativa a livello di UE. L’ECHA ha rilevato che le microplastiche aggiunte intenzionalmente a determinati prodotti sono rilasciate nell’ambiente in modo incontrollato, e ha raccomandato di limitarle.
Il progetto di proposta è stato discusso con gli Stati membri in comitatologia [ndr: l’insieme delle procedure attraverso le quali la Commissione europea esercita le competenze di esecuzione conferitele dal legislatore con l’assistenza dei comitati di rappresentanti degli Stati membri), dove il comitato ha espresso un parere positivo sulla proposta a maggioranza qualificata ed ha poi superato con successo l’esame del Parlamento e del Consiglio.
“Il divieto di aggiunta intenzionale di microplastiche risponde a una grave preoccupazione per l’ambiente e la salute delle persone – ha dichiarato Virginijus Sinkevičius, Commissario per l’Ambiente, gli oceani e la pesca – Le microplastiche sono presenti nei mari, nei fiumi e nel terreno, oltre che negli alimenti e nell’acqua potabile. Pur riguardando particelle molto piccole, la restrizione odierna rappresenta un grande passo verso la riduzione dell’inquinamento provocato dall’uomo”.
Pertanto, è vietata la vendita di microplastiche in quanto tali e di prodotti contenenti microplastiche aggiunte intenzionalmente e che le liberano quando vengono utilizzati. Nei casi debitamente giustificati si applicheranno deroghe e periodi transitori per consentire agli interessati di adeguarsi alle nuove norme.
La restrizione adottata si basa su un’ampia definizione di microplastiche, in cui rientrano tutte le particelle di polimeri sintetici inferiori a cinque millimetri che siano organiche, insolubili e resistenti alla degradazione. L’obiettivo è ridurre le emissioni di microplastiche intenzionali dal maggior numero possibile di prodotti, tra cui:
– il materiale granulare da intaso utilizzato per le superfici sportive artificiali (erba sintetica) che costituisce la principale fonte di microplastiche utilizzate intenzionalmente nell’ambiente;
– i cosmetici, nel cui ambito le microplastiche sono utilizzate per molteplici scopi, quali l’esfoliazione (micrograni) o l’ottenimento di una specifica consistenza, fragranza o colore;
– detergenti, ammorbidenti per tessuti, glitter, fertilizzanti, prodotti fitosanitari, giocattoli, medicinali e dispositivi medici, ecc.
I prodotti utilizzati nei siti industriali o che non rilasciano microplastiche durante il loro impiego sono esentati dal divieto di vendita, ma i relativi fabbricanti dovranno fornire istruzioni su come utilizzarli e smaltirli per evitare emissioni di microplastiche e comunicare ogni anno all’ECHA le emissioni stimate di microplastiche. Sono pure esentati altri prodotti regolamentati da altre normative, come quelli farmaceutici.
I primi divieti, quali le microsfere da sfoliazione e glitter sciolti, scatteranno subito ,con l’’entrata in vigore del provvedimento, il divieto di vendita avrà tempi più lunghi: dai 4 ai 12 anni per i cosmetici, a seconda della complessità del prodotto, della necessità di riformulazione e della disponibilità di alternative adeguate; tra 8 anni per i materiali da intaso per dare ai proprietari e ai gestori dei campi il tempo di passare ad alternative e consentire alla maggior parte dei campi sportivi esistenti di raggiungere la fine del loro ciclo di vita.
Si stima che ogni anno nell’UE vengano rilasciate 42.000 tonnellate di microplastiche aggiunte intenzionalmente ai prodotti. Con queste nuove norme, secondo la Commissione UE, verrà impedito il rilascio nell’ambiente di circa mezzo milione di tonnellate di microplastiche.
Gli impatti di questa proposta di restrizione sono stati stimati dall’ECHA e valutati dal comitato per l’analisi socio-economica dell’ECHA, in 19 miliardi di euro di costi per tutte le parti interessate, industria, società sportive, comuni.
“Questa restrizione contribuisce alla transizione verde dell’industria dell’UE e promuove prodotti innovativi e privi di microplastiche, dai cosmetici ai detergenti fino alle superfici sportive – ha sottolineato Thierry Breton, Commissario per il Mercato interno – I cittadini dell’UE disporranno così di prodotti più sicuri e più sostenibili, mentre le realtà industriali dell’UE, soprattutto PMI, che hanno investito e sviluppato determinati prodotti innovativi diventeranno maggiormente competitive e resilienti”.
Immagine di copertina: Fonte ECHA