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Ristrutturazioni edilizie a lungo termine (LTRS): le buone pratiche europee

La Commissione UE ha pubblicato un’analisi delle Strategie di rinnovamento a lungo termine (LTRS) di 13 Paesi membri, previste dalla Direttiva EPBD del 2018, mettendo in evidenza le buone pratiche adottate per la ristrutturazione e l’efficienza energetica dei propri parchi immobiliari. Nell’analisi delle LTRS, manca tra le altre anche quella dell’Italia sulla quale è stata avviata una procedura di infrazione per non aver ottemperato alla sua trasmissione entro il termine previsto.

La Commissione UE ha pubblicato il 31 marzo 2021 un’analisi preliminare delle Strategie di rinnovamento a lungo termine (LTRS) di 13 Stati membri, che, ai sensi della Direttiva del 2018 sulla prestazione energetica in edilizia (EPBD) tutti i Paesi membri dell’UE erano tenuti a presentare alla Commissione entro il 10 marzo 2020,che contengano una chiara pianificazione per sostenere la ristrutturazione del loro parco immobiliare e rinnovarlo in uno ad alta efficienza energetica e decarbonizzato entro il 2050.

Il Documento di lavoro predisposto dai servizi della Commissione copre quelle LTRS che sono state presentate alla Commissione entro la metà di novembre dello scorso anno. Tra tra le altre, manca anche l’analisi della LTRS dell’Italia, visto che proprio per la sua mancata presentazione entro il termine previsto la Commissione UE ha avviato lo scorso dicembre una procedura di infrazione.
Con una nota del 10 febbraio 2021, il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM) ha annunciato che era stata inviata alla Commissione UE la LTRS italiana, ma solo il 25 marzo 2021 la Conferenza Stato-Regioni ha espresso il parere favorevole sulla proposta di

Il Documento, secondo la Commissione UE, contribuirà anche all’attuazione della Strategia Renovation Wave”, presentata lo scorso ottobre con l’obiettivo di abbattere le emissioni di gas serra degli edifici del 60 %, il loro consumo energetico del 14 % e quello per riscaldamento e raffrescamento del 18 %, al fine di conseguire il nuovo target di riduzione delle emissioni del 55% al 2030.

Inoltre, l’analisi concorre alla valutazione in corso da parte della Commissione dei Piani Nazionali per l’Energia e il Clima (PNIEC), dal momento che alcuni elementi si sono sovrapposti, che delinea come gli Stati membri intendono raggiungere gli obiettivi climatici per il 2030. (Qui la valutazione di quello dell’Italia).

L’analisi di 148 pagine contiene una valutazione complessiva delle diverse strategie, elenca le misure pianificate e analizza ogni LTRS separatamente seguendo un modello comune. Rileva, ad esempio, che i sistemi olandese, danese e francese prevedono una qualche forma di standard minimi obbligatori di prestazione energetica, mentre Danimarca, Austria, Cipro e Estonia intendono rafforzare il sistema del certificato di prestazione energetica.

Ricordando la stima effettuata nella Strategia “Renovation Wave” secondo cui sono necessari circa 275 miliardi di euro di investimenti aggiuntivi per raggiungere l’obiettivo climatico del 55% entro il 2030, la valutazione esamina da vicino quanto previsto in termini di garanzia di adeguati e ben mirati finanziamento.

In termini di stimolo agli appalti congiunti, mette in evidenza l’olandese “renovation accelerator” (acceleratore di rinnovamento) e il concetto finlandese di “pool for energy savings in industries” (pool per il risparmio energetico nelle industrie) come esempi che aiutano ad aggregare progetti in investimenti più grandi che sono più facili da finanziare e consentire la ristrutturazione su larga scala di case in affitto. 

Allo stesso modo, il programma ceco PANEL, il cipriota “Mutual Funds Fund” e il danese “KommuneKredit” sono considerati buone pratiche per l’utilizzo di finanziamenti pubblici per ottenere ulteriori investimenti del settore privato.

Dopo aver sottolineato i vantaggi dei servizi di consulenza energetica (e degli sportelli unici), citando le esperienze di Paesi Bassi, Danimarca, Repubblica Ceca, Austria e Francia, in termini di utilizzo degli incentivi fiscali per promuovere la ristrutturazione degli edifici, come raccomandato nella Strategia Renovation Wave, il documento rileva buona pratica il sistema di detrazione fiscale in Germania e Danimarca e aliquote IVA inferiori per le misure di risparmio energetico in Francia e Cipro e per l’isolamento termico e i relativi costi di manodopera nei Paesi Bassi.

Molti Stati membri, come Austria, Danimarca, Finlandia, Francia, Irlanda, Lussemburgo e Paesi Bassi, si concentrano sull’eliminazione graduale dell’uso di carbone e petrolio per il riscaldamento.

Ogni LTRS affronta il problema della formazione e della riqualificazione professionale. Ad esempio, la Francia ha messo in atto una serie completa di programmi di (ri) formazione nel settore delle costruzioni, con corsi online per esperti di ristrutturazioni per conseguire qualifiche certificate. In alternativa, la Danimarca prevede la creazione di un centro di conoscenza per il risparmio energetico negli edifici nell’ambito del sistema di istruzione e formazione professionale.

Per quanto riguarda la povertà energetica, il documento rileva come buona pratica la  Strategia nazionale per la povertà energetica della Spagna, con il suo programma Bono social e l’irlandese Better Energy Warmer Homes che fornisce aggiornamenti gratuiti dell’efficienza energetica alle case in cui il capofamiglia riceve assegni dall’assistenza sociale. In Francia, l’Osservatorio nazionale della povertà energetica (ONPE) monitora la povertà energetica utilizzando una scheda di valutazione annuale.

A questa prima valutazione, seguirà una successiva che prenderà in esame le LTRS dei Paesi ritardatari. Nel frattempo, la Commissione UE, in base alla road map per Green Deal europeo, ha previsto entro la metà del 2021 la revisione della Direttiva EPBD del 2018 per l’adozione della quale ha lanciato nei giorni scorsi una pubblica Consultazione.

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