Diritto e normativa Società

Pacchetto infrazioni dicembre: per Italia parere motivato e 6 lettere di mora

Dal pacchetto di infrazioni di dicembre della Commissione UE per il nostro Paese escono un parere motivato (sicurezza nelle grandi gallerie stradali) e 6 lettere di costituzione in mora (inquinamento da nitrati di origine agricola; concessioni balneari;mancata accettazione di fornitori delservizio europeo di telepedaggio; mandato di arresto europeo; prestazione energetica in edilizia; abuso di contratti di contratti a tempo determinato).

La Commissione UE ha adottato il 3 dicembre 2020, il mensile pacchetto di infrazioni che per l’Italia si rivela piuttosto pesante: 6 lettere di costituzione in mora e un parere motivato.

Ambiente
il nostro Paese ha ricevuto una Lettera di costituzione in mora complementare con l’invito a proteggere le acque dall’inquinamento da nitrati di origine agricola.
La Direttiva sui nitrati (91/676/CEE) mira a proteggere la salute umana e l’ambiente riducendo e prevenendo l’inquinamento delle acque causato dai nitrati di origine agricola. Ai sensi della Direttiva, gli Stati membri devono monitorare le loro acque e identificare quelle che sono inquinate o potrebbero essere inquinate da nitrati provenienti da fonti agricole. Sono inoltre obbligati a designare le zone vulnerabili ai nitrati, ossia le zone che scaricano in tali acque e contribuiscono all’inquinamento, e ad istituire adeguati programmi d’azione in tali zone, con misure obbligatorie per gli agricoltori. La roadmap del Green Deal europeo prevede che entro il prossimo giugno venga presentato il Piano di azione per un’UE a “inquinamento zero per aria, acqua e suolo”, a beneficio della salute pubblica, dell’ambiente e della neutralità climatica. Nel novembre 2018 la Commissione aveva inviato una prima lettera di costituzione in mora, invitando le autorità a garantire la stabilità della rete di monitoraggio dei nitrati, a procedere a un riesame e proseguire nella designazione delle zone vulnerabili ai nitrati in varie regioni nonché ad adottare misure supplementari o azioni rafforzate per conseguire gli obiettivi della Direttiva in diverse regioni. Successivamente si è svolto un intenso dialogo con le autorità italiane, il quale ha portato ad alcuni progressi. Tuttavia sono necessarie ulteriori misure per affrontare i problemi rimanenti. Nel frattempo sono peraltro sorte alcune nuove problematiche, quali la riduzione di un periodo di chiusura continuo (durante il quale è vietata l’applicazione di fertilizzanti) e la mancata revisione di alcuni programmi d’azione regionali. La Commissione invia pertanto in data odierna all’Italia un’ulteriore lettera di costituzione in mora, concedendole due mesi per affrontare le carenze individuate, trascorsi i quali la Commissione potrà decidere di inviare un parere motivato.

Mercato interno, industria, imprenditoria e PMI
La lettera di costituzione in mora attiene alla mancata trasparenza e parità di trattamento per il rilascio di autorizzazioni relative all’uso del demanio marittimo per il turismo balneare e i servizi ricreativi (concessioni balneari).
Gli Stati membri sono tenuti a garantire che le autorizzazioni, il cui numero è limitato per via della scarsità delle risorse naturali (ad esempio le spiagge), siano rilasciate per un periodo limitato e mediante una procedura di selezione aperta, pubblica e basata su criteri non discriminatori, trasparenti e oggettivi. L’obiettivo è fornire a tutti i prestatori di servizi interessati – attuali e futuri – la possibilità di competere per l’accesso a tali risorse limitate, di promuovere l’innovazione e la concorrenza leale e offrire vantaggi ai consumatori e alle imprese, proteggendo nel contempo i cittadini dal rischio di monopolizzazione di tali risorse. In una sentenza del 14 luglio 2016 emessa a seguito di un rinvio pregiudiziale del TAR della Lombardia, la Corte di giustizia europea ha stabilito che la normativa pertinente e la pratica esistente a quel tempo in Italia di prorogare automaticamente le autorizzazioni vigenti delle concessioni balneari erano incompatibili con il diritto dell’Unione. Il nostro Paese non ha attuato tale sentenza e, inoltre, da allora ha prorogato ulteriormente le autorizzazioni vigenti fino alla fine del 2033 e ha vietato alle autorità locali di avviare o proseguire procedimenti pubblici di selezione per l’assegnazione di concessioni, che altrimenti sarebbero scadute, violando il diritto dell’Unione. La Commissione ritiene che la normativa italiana, oltre a essere incompatibile con il diritto dell’UE, sia in contrasto con la sostanza della sentenza della sopra menzionata e crei incertezza giuridica per i servizi turistici balneari, scoraggi gli investimenti in un settore fondamentale per l’economia italiana e già duramente colpito dalla pandemia di coronavirus, causando nel contempo una perdita di reddito potenzialmente significativa per le autorità locali italiane. L’Italia dispone ora di 2 mesi per rispondere alle argomentazioni sollevate dalla Commissione, trascorsi i quali la Commissione potrà decidere di inviare un parere motivato.

Mobilità e trasporti
La lettera di costituzione in mora riguarda la mancata accettazione di fornitori del servizio europeo di telepedaggio. L’Italia non ha ottemperato agli obblighi previsti dalla Direttiva 2004/52/CE e dalla Decisione 2009/750/CE. Le norme europee riguardano l’ingresso sul mercato di fornitori di servizi di telepedaggio (SET) e svolgono un ruolo fondamentale nella creazione di un mercato comune per tali servizi in Europa e nel conseguimento dell’interoperabilità per gli utenti. Esse esigono l’immediata conclusione di trattative contrattuali tra gli esattori di pedaggi e i fornitori di servizi in modo da garantire a questi ultimi un accesso equo e non discriminatorio al mercato riservato ai fornitori di servizi SET. Ora l’Italia dispone di due mesi per rispondere alle argomentazioni formulate dalla Commissione, trascorsi i quali la Commissione potrà decidere di inviare un parere motivato.

Sempre per il settore trasporti, è il parere motivato che invita l’Italia ad
attuare pienamente la Direttiva sulle misure di sicurezza nelle grandi gallerie stradali.
La Direttiva 2004/54/CE stabilisce requisiti minimi di sicurezza relativi all’infrastruttura e all’esercizio delle gallerie. La direttiva si applica a tutte le gallerie della rete stradale transeuropea di lunghezza superiore a 500 metri. L’Italia  non ha attuato la totalità delle misure prescritte, volte a garantire i più elevati livelli di sicurezza in alcune gallerie rientranti in tale ambito di applicazione. Il parere motivato fa seguito alla lettera di costituzione in mora inviata dalla Commissione nell’ottobre 2019, la risposta alla quale non è stata ritenuta sufficiente a garantire la conformità. L’Italia dispone ora di 2 mesi di tempo per informare la Commissione in merito alle misure adottate per porre rimedio alla situazione; trascorso tale periodo la Commissione UE può decidere di deferire il caso alla Corte di giustizia europea.

Giustizia
La lettera di costituzione in mora riguarda il Mandato di arresto europeo.
La Decisione quadro sul mandato di arresto europeo (2002/584/GAI)
prevede procedure giudiziarie transfrontaliere di consegna semplificate: se un giudice o un magistrato di uno Stato membro emette un mandato di arresto e di detenzione di una persona sospettata di aver commesso un reato grave, tale mandato è valido in tutto il territorio dell’UE. In vigore sin dal 1º gennaio 2004, il mandato ha sostituito le lunghe procedure di estradizione fino ad allora in uso tra gli Stati membri dell’UE. Al fine di garantire il corretto funzionamento del mandato di arresto europeo è fondamentale che tutti gli Stati membri recepiscano pienamente e correttamente nel proprio diritto nazionale tutte le disposizioni della decisione. L’Italia ha omesso di farlo, per esempio riservando un trattamento di favore ai propri cittadini rispetto ai cittadini di altri Stati membri o fornendo ulteriori motivi di rifiuto di mandati non previsti nella decisione quadro. Per questo motivo la Commissione ha deciso di inviare la lettera di costituzione in mora all’Italia che ora dispone di 2 mesi per adottare le misure necessarie per far fronte alle carenze riscontrate dalla Commissione, trascorsi i quali la Commissione potrà decidere di inviare un parere motivato.

Energia e clima
La lettera di costituzione in mora si riferisce alla mancata presentazione della Strategia nazionale di ristrutturazione a lungo termine.
La Direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia (2010/31/UE) prescrive che gli Stati membri dovessero presentare alla Commissione la Strategia nazionale di ristrutturazione a lungo termine entro il 10 marzo 2020. Tale strategia è un elemento chiave della Direttiva che stabilisce il percorso, le misure politiche e la mobilitazione finanziaria necessarie per decarbonizzare il parco immobiliare esistente entro il 2050. Si tratta di un aspetto importante in quanto il settore edilizio dell’UE è il principale consumatore di energia in Europa ed è responsabile del 36% delle emissioni di gas a effetto serra prodotte dall’energia nell’UE. L’Italia non ha ancora presentato tale Strategia ed avrà due mesi per adempiere all’obbligo, trascorsi i quali la Commissione potrà decidere di inviare un parere motivato.

Lavoro e diritti sociali
Infine, l’ultima lettera di costituzione in mora è complementare e si riferisce allabuso di contratti a tempo determinato e a condizioni di lavoro discriminatorie nel settore pubblico.
Secondo la Commissione in Italia i lavoratori del settore pubblico non sono ancora sufficientemente tutelati contro la discriminazione e l’utilizzo abusivo della successione di contratti a tempo determinato, contravvenendo alla Direttiva 1999/70/CE. Tra questi, insegnanti, operatori sanitari, lavoratori del settore dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica, personale di alcune fondazioni di produzione musicale, personale accademico, lavoratori agricoli e volontari dei vigili del fuoco nazionali. A questi lavoratori sono riservate anche condizioni lavorative meno favorevoli rispetto ai lavoratori a tempo indeterminato. Inoltre, l’Italia non ha predisposto garanzie sufficienti per impedire le discriminazioni in relazione all’anzianità. Nel luglio 2019 la Commissione aveva avviato la procedura di infrazione mediante l’invio alle autorità italiane di una lettera di costituzione in mora, ma le spiegazioni fornite dall’Italia non sono state soddisfacenti. La Commissione sta dando seguito alla procedura con l’invio di un’ulteriore lettera di costituzione in mora. L’Italia dispone ora di 2 mesi per notificare alla Commissione le misure concrete adottate al fine di ottemperare alla Direttiva, trascorsi i quali la Commissione potrà decidere di inviare un parere motivato.

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