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ISPRA: presentato l’Annuario dei dati ambientali 2018

L’Annuario dei Dati Ambientali di ISPRA, giunto alla sua sedicesima edizione, offre una fotografia in chiaro-scuro di un Paese su cui sono necessari numerosi interventi.

L’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) ha presentato oggi (19 marzo 2019) alla Camera dei Deputati l’Annuario dei Dati Ambientali 2018, frutto di un lavoro di ricerca complesso e articolato che include molteplici fasi: dalla raccolta sistematica dei dati primari al monitoraggio e al controllo; dalla verifica della solidità scientifica delle informazioni allo sviluppo di indicatori statistici sempre più efficaci nel descrivere le condizioni ambientali del Paese.

Tale lavoro, svolto dall’ISPRA in collaborazione con le Agenzie per la protezione dell’ambiente regionali e delle province autonome (ARPA/APPA) nell’ambito del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA), con un core set di 306 indicatori per un totale di 150.000 dati aggiornati, organizzati in 460 tabelle e 635 grafici, costituisce non solo una “Banca dati”,  cioè un semplice sistema di informazione ambientale, ma rappresenta un utile e completo strumento di conoscenza al servizio di cittadini, decisori politici e istituzionali, scienziati e tecnici, che possono attingervi informazioni e suggerimenti per analizzare le cause dei fenomeni descritti e apportare le eventuali necessarie correzioni, legate soprattutto ai nostri modelli di uso e consumo delle risorse.

Dissesto idrogeologico
Nel 2017 i principali eventi di frana sono stati 172 e hanno causato complessivamente 5 vittime, 31 feriti e danni prevalentemente alla rete stradale, eventi distribuiti in particolare nelle regioni Abruzzo, Campania, Sicilia, Trentino-Alto Adige, Lombardia e Marche. Diverse sono state le frane che si sono attivate/riattivate in Abruzzo, sia a causa dello scioglimento della neve caduta nell’eccezionale nevicata del 18 gennaio del 2017, sia delle intense precipitazioni. In Italia, oltre 6 milioni di abitanti sono residenti in aree a pericolosità idraulica media (tempo di ritorno tra 100 e 200 anni), mentre la popolazione a rischio frane, se si considerano le 2 classi a maggiore pericolosità (elevata e molto elevata), è pari a oltre 1,2 milioni di abitanti. Dal punto di vista della sismicità, nel 2017 quattro eventi hanno raggiunto e superato Magnitudo 5, tutti avvenuti il 18 gennaio, con epicentri in provincia de L’Aquila. I terremoti di Magnitudo pari o superiore a 4 sono stati 16, di cui 13 nell’area epicentrale della sequenza del Centro Italia. Degno di rilievo è, inoltre, il terremoto che ha colpito l’isola di Ischia il 21 agosto che, seppure di Magnitudo 4, ha procurato molti danni al patrimonio edilizio e 2 vittime. Nel 2017 nessun evento sismico ha raggiunto Magnitudo 6.

Clima e inquinamento atmosferico
La caratteristica più rilevante del clima in Italia nel 2017 è stata la siccità. Con una precipitazione cumulata media al di sotto della norma del 22% circa, il 2017 si colloca al 2° posto, appena dopo il 2001, tra gli anni più “secchi” dell’intera serie dal 1961. È stata di +1,30 °C l’anomalia della temperatura media in Italia, superiore a quella globale sulla terra ferma (+1,20 °C). Le emissioni totali di gas serra dal 1990 al 2016 sono diminuite del 17,5%. Il valore limite giornaliero (50 μg/m3 da non superare più di 35 volte per anno civile), di PM10 nel 2017 non è stato rispettato nel 31% delle stazioni. Complessivamente, però, dal 1990 al 2016 le emissioni nazionali di particolato atmosferico PM10 sono in diminuzione del -33,7% e le emissioni complessive di ossidi di zolfo, ossidi di azoto e ammoniaca sono in calo del -66,8%.

Biodiversità
La fauna in Italia conta oltre 60.000 entità e la nostra flora 8.195 entità di piante vascolari e 3.873 entità non vascolari. Volendo fare un confronto con l’Europa, per quanto riguarda la fauna, tra gli insetti, gli Ortotteri (grilli e cavallette) sono circa il triplo di quelli della Polonia, il decuplo della Gran Bretagna e della Norvegia e oltre 150 volte quelli dell’Islanda e il numero di specie dei Lepidotteri (farfalle) è più del doppio di quello della Gran Bretagna. Resta alto il livello di minaccia: 120 specie di vertebrati terrestri sono minacciate per la perdita e la degradazione di habitat; sono 3.182 specie alloctone introdotte in Italia e potenzialmente invasive; tra i vertebrati, sono minacciati gli anfibi (36%) e i pesci ossei di acqua dolce (48%). Particolarmente minacciate il 42% delle 202 specie tutelate dalla Direttiva Habitat.

Mare
Più dell’89% delle acque costiere di balneazione è in classe eccellente nel quinquennio 2014-2017. Nel 2017 lo stato di qualità delle acque costiere di balneazione, in relazione ai fattori igienico sanitari, ricade in classe eccellente per l’89,7%, buona per il 5,4%. Il distretto della Sardegna si conferma migliore dal punto di vista della qualità chimica delle acque marino costiere: il 90% presenta infatti uno stato chimico “buono”. La presenza dell’alga tossica Ostreoptis ovata nel 2017 è stata riscontrata in 10 regioni costiere e assente in Abruzzo, Emilia-Romagna e Veneto.

Qualità delle acque interne (Fiumi e laghi)
Su 7.493 fiumi, il 43% raggiunge l’obiettivo di qualità per lo stato ecologico e il 75% quello di qualità per lo stato chimico. Su 347 laghi, il 20% raggiunge l’obiettivo di qualità per lo stato ecologico e il 48% quello di qualità per lo stato chimico. Fiumi: buono ed elevato lo stato ecologico per la Provincia di Bolzano (94%), Valle d’Aosta (88%), Provincia di Trento (86%) e Liguria (75%); uno stato chimico buono superiore al 90% per i fiumi in Molise, Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria, Emilia-Romagna, Umbria, Marche, Lazio, Abruzzo e le province autonome di Trento e Bolzano. Laghi: obiettivo di qualità ecologica buono in Valle d’Aosta (100%), Provincia di Bolzano (89%), Emilia-Romagna (60%) e stato chimico buono per il 100% dei corpi idrici lacustri in Valle d’Aosta, Liguria, Emilia-Romagna, Abruzzo, Molise e nella Provincia di Bolzano.

Agenti fisici (Elettromagnetismo, Rumore)
Dal luglio 1998 al luglio 2018, sono stati 635 i superamenti dei limiti di legge degli impianti Radiotelevisivi (RTV) e 119 quelli di Stazioni Radio Base (SRB). In diminuzione dal 2016 al 2017 gli impianti RTV (-4%,), mentre aumentano i servizi e i siti degli impianti SRB rispettivamente dell’11% e del 3%. Il 32,1% delle sorgenti di rumore sottoposte al controllo del SNPA, presenta almeno un superamento dei limiti previsti dalla normativa, evidenziando un problema di inquinamento acustico. Il 61% dei comuni ha approvato la classificazione acustica (suddivisione del territorio urbanizzato in aree acustiche omogenee); le regioni del Nord sono le più virtuose nel 2017, le regioni con la percentuale di comuni zonizzati superiore al 90% sono Valle d’Aosta (100%), Marche (97%), Lombardia e Toscana (96%), Veneto (91%).

Emissioni in agricoltura e aziende bio
Le emissioni di ammoniaca (NH3) in atmosfera prodotte dal settore agricolo, derivano principalmente dalle forme intensive praticate negli ultimi decenni, dall’utilizzo esteso di fertilizzanti sintetici e organici e dalla gestione degli allevamenti. La revisione della Direttiva sui limiti nazionali di emissione (NEC) ha stabilito i nuovi obiettivi di riduzione al 2020 e 2030: per l’Italia, tali obiettivi saranno di 403,13 migliaia di tonnellate (kt) di emissioni nazionali di ammoniaca al 2020 (riduzione del 5% rispetto al 2005) e di 356,45 kt al 2030 (riduzione del 16% rispetto al 2005). Nel 2016 il settore agricoltura è responsabile dell’emissione in atmosfera di 358,47 kt di ammoniaca, pari al 93,8% del totale nazionale. L’andamento delle emissioni di ammoniaca è in linea con gli obiettivi fissati. Dal 1990, in crescita l’agricoltura biologica, che interessa il 15,4% della Superficie Agricola Utilizzata (SAU) nazionale e il 5,8% delle aziende agricole. Nel 2017 le superfici già convertite e quelle in via di conversione bio sono state pari a 1.908.653 ettari (+6,3% rispetto al 2016). Sicilia, Puglia, Calabria le regioni che da sole rappresentano il 46% dell’intera superficie biologica nazionale.

Agenti chimici
L’Italia è il 3° produttore di agenti chimici in Europa, dopo Germania e Francia e il decimo nel mondo; 2.800 sono infatti le imprese chimiche nel nostro Paese ed occupano circa 108.000 addetti altamente qualificati, ma l’uso dei prodotti chimici interessa tutti i settori produttivi. In particolare, i pesticidi nelle acque superficiali hanno riportato superamenti dei limiti in 371 punti, pari al 23,9% del totale.

Valutazioni, autorizzazioni e certificazioni ambientali
La procedura di Valutazione d’Impatto Ambientale (VIA) si conclude positivamente nell’84% dei casi nel 2017; su 44 decreti VIA emanati, 37 sono positivi e solo 7 negativi. Nel 2017 sono stati rilasciati 1.849 certificati EMAS; le organizzazioni più attive sono quelle del settore rifiuti e recupero materiali con 278 registrazioni: 364 le licenze Ecolabel UE per un totale di 9.333 prodotti/servizi certificati.

Dal Rapporto ISPRA emerge il problema della siccità e dell’aumento delle temperature  – ha dichiarato a margine della presentazione del Rapporto ISPRA, il Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Sergio Costa che ricordato quanto avvenuto alla  quarta Assemblea delle Nazioni Unite sull’Ambiente di Nairobi (UNEA-4) della scorsa settimana alla quale ha partecipato –  Sull’economia circolare abbiamo chiuso una buona negoziazione, finalmente si agisce a livello mondiale in modo serio e vigoroso. Non sono per niente soddisfatto per quel che riguarda il contrasto alle plastiche e alla deforestazione, perché Paesi forti del resto del mondo hanno posto un veto, mentre l’Unione europea invece ha agito in maniera coesa”.

Al prossimo Consiglio europeo del 21-22 marzo 2019 i Paesi membri dovranno assumere una posizione in marito alla Strategia a lungo termine per la decarbonizzazione totale al 2050 dell’economia dell’UE, adottata dalla Commissione UE, come abbiamo evidenziato nell’articolo dedicato alla lettera aperta ai leader europei da parte della Coalition for Higher Ambition.

Al riguardo, intervenendo alla Camera dei Deputati per comunicazioni in merito al Consiglio UE, oggi il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha dichiarato “il sostegno italiano a un approccio ambizioso dell’UE ai cambiamenti climatici Alla sfida l’UE deve dedicare il meglio della sua capacità di adattamento ai mutamenti globali. Gli sforzi nazionali da soli non bastano. Il tema della sostenibilità è centrale anche ai fini della crescita del continente. Il potenziale di crescita dell’Europa potrebbe tornare ai livelli del passato, se solo decidessimo di accelerare la transizione verso un’Europa de-carbonizzata”.

 

 

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