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Incendi boschivi in UE nel 2018: all’Italia il primato per il numero

L’annuale Rapporto sugli incendi boschivi in Europa e nell’area del Mediterraneo segnala che nel 2018 hanno interessato un superficie inferiore a quella devastata nel 2017, ma sono aumentati di numero.

Il Centro Comune di Ricerca (JRC) della Direzione generale Ambiente (DG-ENV) della Commissione UE ha pubblicato il 31 ottobre 2019 l’annuale Rapporto sugli incendi boschivi nel 2018 in Europa e nell’area del Mediterraneo,sulla base delle informazioni più aggiornate sfornite dal Sistema europeo di informazione sugli incendi forestali (EFFIS).

Secondo tale Rapporto, nel 2018 la superficie forestale e i terreni distrutti dal fuoco nell’UE sono stati meno di quelli del 2017 e meno della media a lungo termine, anche se i Paesi colpiti da incendi di grandi dimensioni sono più numerosi di sempre. La superficie di foreste e terreni distrutti dal fuoco nell’UE l’anno scorso ammonta a quasi 178.000 ettari, meno di un sesto della superficie bruciata nel 2017 e della media a lungo termine.

Le foreste sono fondamentali per i nostri sforzi di affrontare l’emergenza climatica ed ecologica – ha dichiarato il Commissario uscente per l’Ambiente, la Pesca e gli Affari marittimi, Karmenu Vella Sono i nostri polmoni e il nostro sistema di supporto vitale, ospitando l’80% della biodiversità della Terra. Ma oggi, come mai prima, sono gravemente minacciati: ogni ora si perde una superficie forestale pari a 800 campi di calcio e incendi devastanti infuriano in tutto il mondo. Come abbiamo dimostrato con la nostra recente azione sulla deforestazione, l’UE è pronta a lavorare con i Paesi partner per proteggere le foreste nell’UE e in tutto il mondo investendo nella prevenzione degli incendi boschivi“.

Il riferimento del Commissrio UE è alla recente Comunicazione “Stepping up EU Action to Protect and Restore the World’s Forests” volta a tutelare e migliorare la salute delle foreste esistenti , dopo le sollecitazioni rivolte dal Parlamento e Consiglio, che sollecitavano ripetutamente un’azione più coordinata e, in particolare, l’eliminazione della deforestazione dalle filiere dei prodotti agricoli.

Dal Rapporto emerge che nel 2018, il maggior numero di incendi che abbiano interessato un’area di almeno 30 ettari si sono verificati in Italia (147 incendi, 14.649ha bruciati). Seguono quelli verificatisi in Spagna (104 incendi, 12. 793ha), Portogallo (86 incendi, 37.357ha), Gran Bretagna (79 incendi, 18.032 ha) e Svezia (74 incendi, 21.605ha), Paese quest’ultimo che ha vissuto la sua peggior stagione della storia dei rapporti, fatto insolito per la sua collocazione geografica.

Nella Scheda dedicata al nostro Paese si legge che secondo le informazioni ricevute dalle Autorità italiane, vi sono stati in totale 3.220 incendi, il maggior numero di incendi si è verificato in Sardegna, ma l’area più grande bruciata è stata in Sicilia. “È stato inoltre riscontrato che questi eventi erano principalmente causati dall’accensione diretta e quindi probabilmente a cause intenzionali di diverso tipo”.





Gli ecosistemi vulnerabili della rete Natura 2000, che ospitano diverse specie animali e vegetali in via di estinzione, hanno perso per gli incendi 50.000ha di superficie, che rappresentando il 36% della superficie totale bruciata nel 2018.

Nonostante una ridotta superficie complessiva bruciata rispetto agli anni precedenti, le temperature sopra la media sono persistite nell’Europa centrale e settentrionale per gran parte dell’estate, creando le condizioni più favorevoli per dar luogo agli incendi boschivi e alla loro diffusione.

L’evoluzione delle condizioni meteorologiche correlata ai cambiamenti climatici aumenta il rischio di incendi boschivi a livello mondiale – ha sottolineato il Commissario UE per l’Istruzione, la Cultura, i Giovani e lo Sport e Responsabile per il Centro Comune di Ricerca (JRC), Tibor Navracsics, anche lui uscente – Dobbiamo rispondere alla sfida e intensificare gli sforzi per rendere le nostre foreste più resilienti a un clima più caldo e più secco. Le prove fornite dal Centro Comune di Ricerca ci permettono di concentrarci sui metodi più efficaci di prevenzione degli incendi, aiutandoci a proteggere le nostre foreste, azione indispensabile per preservare la biodiversità e la qualità di vita dei cittadini”.

In aggiunta, il Rapporto segnala che la stagione degli incendi nel 2019 è iniziata presto, a causa delle condizioni secche e ventose e delle temperature elevate. Già in marzo il loro numero era già superiore alla media annuale registrata nell’ultimo decennio, con numerosi incendi in regioni di montagna e di proporzioni critiche n

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