Consumi e risparmio Energia

Secondo Legambiente, in casa sprechiamo 100 euro al mese

Secondo Legambiente in casa sprechiamo 100 euro al mese

Legambiente denuncia: lo spreco energetico ci costa quasi 1.500 euro all’anno. Nel nuovo dossier presentato a Roma sono stati “fotografati” più di 500 edifici in tutta Italia con un sistema che permette di notare a colpo d’occhio le zone in cui ci sono perdite eccessive di calore. E i risultati sono eclatanti, anche nei palazzi realizzati da firme prestigiose.

La crisi economica ci costringe a centellinare le spese e ad essere più oculati nella gestione del budget familiare. Ma gli ultimi calcoli effettuati da Legambiente rivelano che una famiglia italiana spreca da 80 a 120 euro al mese per il consumo eccessivo di energia. In poche parole, all’anno, la nostra disattenzione alla gestione del caldo e del freddo domestici ci fa spendere tra i 1000 e i 1500 euro in più.

Nell’indagine, contenuta nel dossier Tutti in classe A, presentato i primi di marzo sul Treno Verde alla stazione Termini di Roma, sono stati analizzati con un’apparecchiatura termografica oltre 500 edifici in 47 città italiane, da Bolzano a Catania. Una speciale macchina fotografava l’immobile, realizzando una vera e propria radiografia energetica e mettendo in rilievo le zone contraddistinte da perdite di calore. Ebbene, anche edifici di pregio delle zone centralissime – immobili quindi pagati a caro prezzo – non hanno passato la prova, rivelando elementi di dispersione del calore nelle strutture portanti.

Purtroppo anche in case progettate da architetti di fama internazionale e costruite negli ultimi dieci anni, come mostrano le termografie compiute su edifici fabbricati a Milano, Roma e Alessandria da Fuksas, Krier e Portoghesi, l’analisi a infrarossi ha dato risultati simili a quelli degli altri palazzi più comuni, con difetti nelle superfici perimetrali ed elementi disperdenti nelle strutture portanti. L’eco-edilizia è ancora lontana” denuncia il rapporto.

E non si tratta solo della perdita economica subita durante l’inverno, quando assieme al calore in fuga se ne va anche una quota del nostro investimento in benessere termico. Perfino durante l’estate i punti termici deboli delle case ci costano cari: è da lì che il caldo entra facendo salire la bolletta dell’aria condizionata.

Da dieci anni la normativa sta diventando progressivamente più attenta all’efficienza, ma in Italia solo in Lombardia, in Piemonte, nelle Province di Trento e Bolzano i controlli sono efficaci” – evidenzia il vicepresidente di Legambiente Edoardo Zanchini – “Altrove si comprano edifici in classe A senza garanzie reali, con controlli inesistenti o a campione non sufficienti a incentivare il rigore e l’efficienza energetica. Una situazione insostenibile perché così si perdono 1.000 euro all’anno se sono case mal riadattate e 1.500 euro se si tratta di edifici nuovi che non rispettano gli obiettivi dichiarati. Per questo sarebbe meglio calibrare gli incentivi fiscali in modo da premiare chi ha ottenuto un reale standard di efficienza”.

Tra l’altro, una scelta di questo tipo potrebbe rilanciare un settore in estrema difficoltà come quello dell’edilizia – con oltre 600 mila posti di lavoro persi e 12 mila imprese chiuse – che potrebbe puntare su una innovazione che incrocia il tema energia e la nuova domanda di qualità delle abitazioni.

L’Europa, intanto, ci chiede di rendere più virtuoso il patrimonio immobiliare italiano. Con la Direttiva 31/2010 si fissano date precise per una transizione radicale: dal primo gennaio 2019 tutti i nuovi edifici pubblici realizzati nell’Unione europea (dal 2021 anche quelli nuovi privati) dovranno essere neutrali dal punto di vista energetico, cioè dovranno ridurre i consumi e appagare il bisogno restante ricorrendo a fonti rinnovabili. L’Italia si deve adeguare inviando a Bruxelles entro il prossimo 30 aprile una “strategia a lungo termine per mobilitare investimenti nella ristrutturazione del parco nazionale di edifici residenziali e commerciali, sia pubblici che privati”.

Del resto, basta guardare le foto del rapporto realizzato da Legambiente per capire che tale strategia è urgente: costruire in maniera virtuosa gli edifici costa tra i 50 e i 100 euro al metro quadro e se consideriamo un appartamento da 100 mq il sovrapprezzo non supererà i 10mila euro. Poco, se pensiamo che ne sprechiamo anche 1.500 ogni anno.

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