Fonti rinnovabili

Idrogeno rinnovabile: a rischio obiettivi UE al 2030

Secondo il rapporto di monitoraggio sull’Idrogeno di ACER, oggetto di un webinar svoltosi il 3 dicembre 2024, è probabile che l’UE non consegua l’obiettivo prefissato al 2030 di un consumo di 20 milioni di tonnellate di idrogeno rinnovabile, stante che il consumo attuale a livello europeo è di 7,2 milioni di tonnellate, il 99,7% delle quali prodotte da combustibili fossili.

L’UE rischia di non raggiungere gli obiettivi fissati per il 2030 sull’idrogeno rinnovabile, poiché i progetti legati sono ostacolati da incertezze sulla futura domanda e dagli elevati.

È quanto emerge dal primo Rapporto di Monitoraggio sull’Idrogeno che l’Agenzia dell’Unione europea per la cooperazione fra i regolatori nazionali dell’energia (ACER), a cui la Direttiva 2024/1788 sulle norme comuni per i mercati interni del gas rinnovabile, del gas naturale e dell’idrogeno assegna tale compito, ha presentato e discusso in occasione di un webinar svoltosi il 3 dicembre 2024.

Il Rapporto si basa sui PNIEC aggiornati e sulle Strategie per l’idrogeno presentate entro settembre 2024 di 22 Stati membri, tra i quali non c’è l’Italia che ha presentato la sua Strategia il 26 novembre.

Lo stato dell’arte
L’obiettivo strategico dell’UE al 2030 è di 20 Mt di consumo di idrogeno rinnovabile
, ma attualmente il consumo a livello europeo è di 7,2 Mt (il 99,7% dei quali prodotto da combustibili fossili). Secondo l’analisi di ACER, quantunque gli obiettivi dell’UE in materia di energia rinnovabile e decarbonizzazione possano far aumentare la domanda di idrogeno rinnovabile e a basse emissioni di carbonio entro il 2030, finora l’adozione è stata lenta.

La capacità totale installata di elettrolizzatori in Europa nel 2023 era di 216 MW. Sono stati annunciati altri 70 GW pianificati per il 2030, ma solo pochi sono in fase avanzata e la capacità complessiva pianificata è inferiore ai 100 GW necessari per raggiungere l’obiettivo di produzione di idrogeno rinnovabile di 10 Mt fissato dall’UE entro il 2030.

A scoraggiare la produzione di idrogeno rinnovabile, sottolinea ACER, sono i costi elevati, attualmente da 3 a 4 volte superiore a quello dell’idrogeno prodotto dal gas naturale.

Anche per quanto riguarda le infrastrutture sono previste importanti pianificazioni, ma la loro realizzazione presenta incertezze:
– per il prossimo decennio sono previsti 42.000 km di condotte per l’idrogeno, numerosi progetti di stoccaggio e terminali, ma solo l’1% ha raggiunto la decisione finale di investimento, poiché le incertezze sulla futura domanda di idrogeno pongono sfide significative ai promotori dei progetti;
– è necessaria una pianificazione integrata da parte dei gestori di rete per garantire uno sviluppo della rete a un ritmo sufficiente e per collocare in modo ottimale gli elettrolizzatori.

Raccomandazioni dell’ACER
Recepire rapidamente nella legislazione nazionale le normative UE sull’idrogeno e sul gas decarbonizzato e attuarle.
– Accelerare l’implementazione degli elettrolizzatori e la decarbonizzazione del settore elettrico per aumentare la competitività dei costi dell’idrogeno rinnovabile.
– Migliorare le previsioni e accelerare la pianificazione integrata per identificare esigenze realistiche in termini di infrastrutture per l’idrogeno, evitando investimenti eccessivi e riducendo i costi correlati ai rischi di mancato recupero dell’investimento.
– Quando la domanda futura è molto incerta, si può prendere in considerazione uno sviluppo incrementale delle infrastrutture in base alle esigenze del mercato (per evitare di costruire troppe reti troppo velocemente e di bloccare le risorse).
– Valutare attentamente il riutilizzo delle reti del gas per l’idrogeno, riducendo i costi e garantendo la sicurezza delle forniture, senza tuttavia trascurare i potenziali impatti sul settore del gas in senso più ampio (inclusa la sicurezza delle forniture di gas).  
 – Affrontare rapidamente il rischio di domanda nel finanziamento delle reti di idrogeno.
– Fornire certezza al mercato circa il ruolo dell’idrogeno non rinnovabile e a basse emissioni di carbonio.

ACER, mette in evidenza le notevoli differenze tra i Paesi dell’UE circa ambizioni e capacità di elettrolizzatori e infrastrutture. Inoltre, rileva il Rapporto, nessuno stato membro ha ancora recepito il pacchetto gas-idrogeno, la cui scadenza è fissata al 2026, ma alcuni Paesi, come Danimarca e Germania, hanno avviato le consultazioni riguardo allo sviluppo delle reti dell’idrogeno.



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